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Fca e Psa, le piattaforme al centro dell’integrazione. Ora ci sono le basi per i nuovi modelli Fiat e Alfa Romeo

Le architetture di Psa, Cmp già usata per le compatte (anche elettriche 208 e Corsa) e Emp2, offritanno la base per prossim i suv del futuro. Jeep unico brand veramente globale del nuovo gruppo




Al cuore del risiko globale dell’auto e, ovviamente, dell’integrazione tra Psa e Fca ci sono le piattaforme modulari che permettono di costruire auto molto diverse per dimensioni, tipologia (suv o berline, per esempio) o sistema di trazione (termica, ibrida o 100% elettrica) riducendo gli alti costi di sviluppo, o condividendoli fra case concorrenti in virtù di alleanze industriali (Ford con Vw sul fronte delle elettriche, per esempio).

Sono una sorta di Lego, evoluzione dei vecchi “pianali” i quali però non offrivano sufficiente flessibilità ed erano alla base di auto in fotocopia di marchi diversi. Psa ha seguito l’esempio del gruppo Volkswagen che con la sua Mqb Modulare Querbaukasten, costata circa 60 miliardi di euro, sulla quale da 7 anni sono stati prodotti decine modelli di tutti i marchi e ed è passata indenne per esempio dalla Golf 7 alla appena nata Golf 8. Questo permette economie di scala, e grazie alla possibilità di differenziare la carrozzeria e le dimensioni. Il gruppo francese schiera due piattaforme: la recentissima Cmp (Common modular plattform), è un’architettura “multi energy” per auto compatte che supporta powertrain termici o elettrici e, infatti, dà vita a vetture nuove come Opel Corsa, Peugeot 208 e Ds3 Crossback progettate fin dall’inizio per muoversi con combustibili fossili o con l’energia degli ioni di litio.

Insomma una base ideale per sviluppare futuri modelli (ice o bev) di Fiat o di Jeep, ma anche alfa Romeo e perchè no anche Lancia, visto che il brand italiano con un solo mdello, la Ypsilon, vende più del Biscione con tutti i suoi modelli.

Psa non ha dichiarato i costi miliardari di sviluppo di Cmp che però sono stati coperti al 50% dal partner cinese Dongfeng. La seconda Piattaforma di Psa si chiama Emp2 (Efficient Modular Platform 2), è stata lanciata nel 2013, sviluppata durante il flirt con Gm (che portò poi all’acquisizione di Opel nel 2017) ed è ancora attuale: sostiene i modelli medi e grandi di tutti i brand de gruppo (Peugeot, Citroën, Ds, Opel e Vauxhall) anche nelle versioni ibride plug-in quali, per esempio, Peugeot 508, 3008, Opel Grandland X, Ds7 Sportback e persino veicoli commerciali come Toyota Proace e i suoi gemelli Peugeot e Citroën. E questa piattaforma pottebbe essere usata per le prossime Alfa, magari anche già sul Tonale in corso di sviluppo.

Fca non dispone di piattaforme tanto moderne e flessibili, ma va dato merito al gruppo creato da Sergio Marchionne di aver saputo sfruttare egregiamente le architetture che avevano in casa facendole evolvere. E stiamo parlando soprattutto di una piattaforma economica e “industrialmente magica” come la Small wide che sostiene Jeep Renegade e Compass (comprese le ibride in arrivo), 500X e Fiat Tipo. Originata da quella usata dalla Fiat Grande Punto del 2005 e dalla coeva Opel Corsa (fu sviluppata in seno all’antica e fallita alleanza con GM). Insomma Psa può offrire a Fca la base per futuri modelli, soprattutto in area suv.

Fca porta in dote brand globali come Jeep e marchi blasonati come Alfa Romeo e Maserati in quell’area premium dove Psa è debole e compete contro la triade tedesca Audi, Bmw e Mercedes schierando solo il marchio Ds nato da Citroën. Fca vanta la moderna piattaforma Giorgio, per auto a trazione posteriore, usata da Alfa Romeo Stelvio e Giulia.

Nelle nozze tra i due gruppi ci sono altri vantaggi reciproci: crescere in Cina dove entrambi sono di fatto irrilevanti, mentre Fca è un grande attore in Nord e Sud America ed è anche inserita in alleanze per la guida autonoma con Waymo (Google) e Bmw. E sul fronte della mobilità nuova Psa ha molte cose da dire: dalle piattforme per il car sharing come Free2Move alla sperimentazione sulle microcar elettriche.


Fonte: ilsole24ore.it

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