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Mercato italiano
Immatricolazioni in calo ad agosto: -3,1%




Il mercato automobilistico italiano continua a lanciare segnali negativi. Secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, in agosto (un mese comunque poco rappresentativo del generale andamento della domanda, per i volumi relativamente bassi e la chiusura di molte concessionarie) le immatricolazioni sono risultate pari a 88.939 unità, il 3,11% in meno rispetto a un anno fa. Si conferma così un trend che ha finora visto solo dati negativi, con l'unica eccezione della crescita dell’1,5% registrata in aprile: il consuntivo dei primi otto mesi dell'anno mostra un calo del 3,02%, con 1.325.162 registrazioni.

In FCA cresce solo la Lancia. Con 20.856 immatricolazioni, la Fiat Chrysler Automobiles subisce un decremento del 16,16%. Tra i vari marchi del gruppo italoamericano continua a crescere solo la Lancia (+95,77%, pari a 2.502 registrazioni), mentre scendono tutti gli altri: -8,37% per la Fiat (13.000 immatricolazioni), -27,04% per la Jeep (4.134), -68,67% per l'Alfa Romeo (1.131) e -55,36% per la Maserati (50).

Giù anche PSA. I numeri sono in negativo anche per il gruppo PSA. Il costruttore transalpino, con 13.064 immatricolazioni, cala infatti del 2,8%: pesa soprattutto la Citroën, con una perdita del 12,15% (3.484 immatricolazioni), la Peugeot è sostanzialmente stabile con un +0,02% e 4.855 unità registrate, mentre la Opel sale dell'1,68% (4.539) e la DS del 18,47% (186).

Wolfsburg a doppia cifra. Il gruppo Volkswagen ha nuovamente registrato una performance migliore del mercato: le immatricolazioni di agosto sono 12.807, il 15,7% in più rispetto a un anno fa. Tra i vari marchi, la Volkswagen cresce del 13,09% (7.429 veicoli registrati), l'Audi del 27,66% (2.663), la Skoda del 10,65% (1.382) e la Seat del 14,06% (1.322). Bene anche la Lamborghini con un +83,33%, anche se le immatricolazioni sono solo 11.

Scendono Renault e Ford. Ai piedi del podio si piazza il gruppo Renault con 11.697 immatricolazioni e un calo del 17,21%. Ancora in forte crescita risulta la Dacia, con un +29,24%, ma a pesare sul dato consolidato è il marchio della Losanga con una flessione del 39,05%. Andamento sempre negativo per la Ford, con 5.620 registrazioni e un -6,85%.

In crescita Daimler e BMW. Dopo alcuni mesi su fronti contrapposti, Daimler e BMW mostrano entrambi dei dati positivi. Con 5.076 immatricolazioni, il gruppo di Stoccarda mette a segno una crescita diel 95,98%, per effetto del +25% registrato dalla Mercedes (2.390 auto) e, ancor più, del +296,17% della Smart (2.686 vetture). I concorrenti bavaresi guadagnano, invece, il 9,61%: le immatricolazioni sono 3.537, di cui 2.779 per la BMW (+8,43%) e 758 per la Mini (+14,16%).

Asiatiche sempre in chiaroscuro. Tra i costruttori asiatici, trend negativo per il gruppo Toyota: le 3.949 registrazioni implicano una perdita del 3,61%, con il -5,93% dell'omonimo marchio solo in parte compensato dal +50,6% della Lexus. Il gruppo Nissan flette del 29,61%, la Subaru del 22,01%, la Mazda è stabile, mentre crescono la Suzuki (+19,87%) e la Mitsubishi (+20,07%). In contrazione le coreane Hyundai e Kia, rispettivamente del 18,07% e del 5,59%. Dati positivi per la SsangYong (+17,32%), mentre è in calo la proprietaria indiana Mahindra (-14,29%).

Volvo stabile, su Jaguar Land Rover, boom Tesla. Tra le "piccole" del segmento premium, la Volvo è stabile a quota 894 unità immatricolate, mentre il gruppo Jaguar Land Rover segna una crescita del 65,57% (909 registrazioni): il marchio del giaguaro sale del 49,22% e il brand dei fuoristrada del 74,44%. La Tesla, invece, vola con 113 immatricolazioni (+352%).

Panda salda in vetta. In cima alla classifica dei modelli più popolari c'è sempre la Panda, al top con 6.033 immatricolazioni. Al secondo posto, ben distanziata, si posiziona la Dacia Duster (2.899 unità), mentre la terza posizione è appannaggio della Sandero (2.512). Seguono, nell'ordine, la Lancia Ypsilon (2.502), la Smart fortwo (2.128), la Jeep Renegade (2.035), la Fiat 500X (2.028), la Ford Ecosport (1.996) e la Jeep Compass (1.964). La classifica dei primi dieci modelli si chiude con la Volkswagen T-Roc (1.908 registrazioni).

Il diesel cala ancora. Sul fronte delle alimentazioni, non si arresta il declino del diesel, in atto ormai da diversi mesi. Le motorizzazioni a gasolio flettono del 34,5% e scendono dal 56,2% al 38,1% del mercato. A far da contraltare è la crescita delle auto a benzina con un +45,2% e il 43,8% della domanda (era il 29,1% un anno fa). In spolvero risultano anche il metano (+34,1%) e il Gpl (+18%). Le auto ibride, con un aumento del 5,6%, passano dal 4,5% al 4,9% del mercato, mentre le elettriche mettono a segno una crescita del 181,1%, salendo dallo 0,2% di un anno fa allo 0,6%.

Giù il canale dei privati. In termini di canali di vendita, i privati tornano in territorio negativo con un -5,6%. In calo risulta anche il noleggio (-19,9%), con la componente del breve termine in contrazione dell'11,4% e quella del lungo termine in flessione del 25,5. Bene le società con un +14,5%, dovuto soprattutto alla crescita delle autoimmatricolazioni.

Ancora negativo l'usato. Il mercato delle auto usate continua a lanciare segnali negativi, con una contrazione del 9,2% e 236.436 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore in attesa della rivendita a cliente). Nel periodo gennaio-agosto i trasferimenti sono stati 2.792.681, il 5,4% in meno rispetto al periodo gennaio-giugno dello scorso anno.

Il commento dell’Unrae. Per l’associazione nazionale delle Case automobilistiche estere, i fattori che hanno contribuito al calo delle immatricolazioni nel mese di agosto sono tre: il giorno lavorativo in meno, la crisi politico-istituzionale e il contesto macroeconomico di stagnazione. Per questo motivo, il presidente Michele Crisci auspica "che al più presto possa essere pienamente operativo un nuovo governo, e che questo voglia mettere finalmente e seriamente nella sua agenda il rilancio del settore automotive: si tratta di uno dei comparti cardine della nostra economia, che da troppo tempo sta soffrendo una crisi ben più grave di quella generale. È assolutamente necessario che le esigenze di finanza pubblica, pur imprescindibili, non vedano ancora una volta l’auto nel mirino del fisco, con misure punitive che puntano a fare cassa con accise, bolli, tasse e imposte varie, colpendo consumatori e imprese al tempo stesso. Parimenti, è sempre più urgente l’esigenza di una strategia di lungo periodo, mirata al rinnovo di un parco circolante tra i più vetusti d'Europa. Un problema serissimo e non più rinviabile, sotto il profilo ambientale e quello della sicurezza".


Fonte: quattroruote.it




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