Alfa Sport visita la Picchio

Sede dell’azienda “PICCHIO S.p.A” – Ancarano (TE)

Giovedì 6 Settembre 2007







INDICE

PRESENTAZIONE
VISITA ALL’ INTERNO DELLA PICCHIO
LE VETTURE DA CORSA PICCHIO: CARATTERISTICHE PRINCIPALI
LA PICCHIO E L’ALFA
SONDAGGIO
AUTO STRADALI IN PICCOLISSIMA SERIE: PANOZ e PAGANI
RINGRAZIAMENTI
COMMENTA NEL FORUM




PRESENTAZIONE



La leggenda narra che il Picchio, animale sacro a Marte, guidò i Piceni fino alla terra promessa, tra i monti Sibillini e il Mare Adriatico.

In questo luogo, grazie all’ingegno e alla volontà ferrea dell’ing. Francesco di Pietrantonio (a destra nell'immagine), è nata la Picchio, azienda tutta italiana che si occupa della costruzione di vetture da corsa altamente performanti e produce su richiesta, artigianalmente e in piccola serie, vetture Gran Turismo stradali ad elevate prestazioni, strettamente derivate dalle auto da competizione. Tutte le vetture Picchio sono caratterizzate, rispetto alla concorrenza, da una cura per la bellezza delle linee quasi maniacale. Segno distintivo di tutte le vetture da corsa Picchio è un "family feeling" che le rende immediatamente riconoscibili tra tutte le auto da gara della concorrenza.
La capacità produttiva, a regime, è di 30 vetture l’anno, equamente suddivise tra vetture da corsa (vendute in Europa e Stati Uniti) e stradali (vendute in Europa, Nord America, Medio ed Estremo Oriente).
Tutto questo da quasi 20 anni.



E’ del 1989 infatti la costruzione della prima vettura dell’azienda, nata in un primo momento come officina per la costruzione di repliche di auto storiche. La prima Picchio appunto è una vettura a tre ruote (due anteriori ed una posteriore motrice), con motore motociclistico Guzzi, che riprende la linea di una vettura inglese degli anni 30’, la Morgan.


Successivamente l’ing. Di Pietrantonio decise di dedicarsi alla costruzione di prototipi da corsa, avvalendosi della collaborazione di uno dei progettisti più geniali della storia dell’automobile: Giotto Bizzarrini, padre tra le altre della Ferrari 250 GTO del 1962.
I due progettisti realizzarono così, manualmente, un prototipo da corsa con telaio in traliccio di acciaio e carrozzeria in vetroresina, che rimase solo un esercizio di stile, ma non fine a se stesso. Fu infatti seguito dalla prima vettura sviluppata dalla Picchio specificamente per le corse, la SR2 (a sinistra): questa vettura, pilotata da Gianni Giudici e Arturo Merzario nel CIP (Campionato Italiano Prototipi) e nel Campionato Europeo Velocità Montagna, fu la prima della storia della Picchio ad essere progettata con l’ausilio del CAD (Computer Aided Design: disegno assistito dal calcolatore).
Questa vettura e il prototipo descritto in precedenza sono le prime Picchio che ci vengono mostrate all’interno della factory picena.

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VISITA ALL’ INTERNO DELLA PICCHIO


Il Club Alfa Sport ha avuto l’occasione di visitare interamente la struttura di oltre 3000 mq che ospita la Picchio. A rappresentare il Club erano il Presidente Carlo Alberto Monti (Carlitos), Daniele Frasson (d_frasson), Michele Gismondi (Gismondi), Lorenzo Bracchetti (Bracco) e lo scrivente, Alessandro Mascia (ssj1985).
La dott.sa Di Pietrantonio ci ha guidato per la prima parte della visita, in cui, dopo aver presentato le due vetture da gara descritte in precedenza, ci ha introdotto le finalità della Picchio e ci ha illustrato come è strutturata l’azienda.

La factory è divisa in 3 diverse strutture indipendenti, che operano quasi interamente nel settore Automotive e tecnologico in genere: c’è la sezione che si occupa di costruzione e realizzazione prototipi da gara e vetture stradali, provvista di un Ufficio Progettazione e di un Centro Stile autonomi: è il “cuore” della Picchio; poi c’è il Centro Ricerca e Sviluppo, denominato E.T.A (Ente Tecnologie Avanzate), che oltre a collaborare attivamente con la sezione descritta in precedenza per la progettazione delle autovetture, lavora anche per conto terzi, pure in settori al di fuori della realtà automotive (in questo periodo ad esempio il Centro R&D sta conducendo uno studio sulle energie alternative, che troverà applicazione pratica per le esigenze energetiche dell’azienda); infine c’è il "Bic Omega", un centro di formazione professionale, che è in contatto continuo con diversi atenei universitari italiani; la collaborazione con le Università che si riscontra anche in altri campi, come nel caso della cooperazione con l’Università di Camerino per la trasformazione in oggetti di arredamento di parti di carrozzeria e di telaio incidentate o usurate, dopo opportuno riciclaggio.

Ufficio Progettazione

Ad accompagnarci l’ing. Guido Pandoli (nella prima foto il secondo da sinistra in camicia chiara), responsabile del Settore Progettazione della Picchio.
L’ing. Pandoli in primis ci illustra brevemente i punti di contatto con l’E.T.A: le due realtà sono in contatto diretto costante, e raggiungono una elevata integrazione con il Centro Stile Picchio (di cui il responsabile è Giuliano De Santis - nella prima foto seduto alla scrivania), elemento fondamentale dell’azienda.
Tale integrazione consente ai tecnici di realizzare nuovi veicoli, partendo dal “foglio bianco” per arrivare alla vettura finita, in appena 10 mesi. La somma necessaria per costruirsi l’auto dei propri sogni su misura? 2 Milioni di Euro circa…



Molto interessante è capire come viene realizzata una vettura da corsa.
Si parte dalle linee guida e dalla scelta dei punti di forza che si vogliono raggiungere, oltre che dallo studio del regolamento cui la vettura dovrà ottemperare.
In seguito vengono realizzati i primi bozzetti a mano, che prefigurano le linee della vettura. Dopo questa fase tutta la progettazione verrà compiuta con la supervisione dei più avanzati sistemi informatici: si parte con dei software specifici per lo studio dell’aerodinamica (rendering che mostrano la distribuzione della velocità nel piano di simmetria della macchina), che permettono di apprezzare la bontà delle soluzioni adottate in questa fase preliminare.
In seguito gli sviluppi di stile ed aerodinamici proseguono parallelamente agli sviluppi nella meccanica: chiaramente è basilare l’affiatamento dello staff tecnico nella sua totalità.
Per quanto riguarda l’aerodinamica, si prosegue con la modellazione su calcolatore di carrozzerie semplificate, con l’ausilio del sistema CAID (Computer Aided Industrial Design): il progetto tiene sempre in grande considerazione lo stile della vettura finale, caratteristica peculiare delle auto firmate Picchio. Poi si effettua un’analisi CFD (Computational Fluid Dynamics) delle carrozzerie, al fine di armonizzare le esigenze stilistiche con l’efficienza aerodinamica e l’ irrinunciabile potere radiante. In campo meccanico intanto si studiano soluzioni telaistiche e dell’impostazione meccanica di partenza (compresi inserimenti di gruppi motore-cambio virtuali per valutare possibili interferenze di essi con la carrozzeria): la fine di questo processo culmina con lo sviluppo del telaio nella sua forma definitiva: nella quasi totalità dei casi si tratta di una struttura in tubolari di acciaio con pannelli di rinforzo in alluminio o fibra di carbonio.
Dopo si esegue uno studio più accurato della forma finale della carrozzeria, con l’ausilio di rendering virtuali completi e primi modelli fresati in scala ridotta; poi si pone l’accento sulle superfici, che necessitano di una grande accuratezza (per raggiungere la cosiddetta superficie di “classe A”) per tradurre in modelli reali i rendering grazie alle macchine a controllo numerico: a tale scopo è fondamentale l’analisi CFD, che permette una precisione molto maggiore rispetto ad una scansione laser.
Nel frattempo i tecnici meccanici operano simulazioni sulla dinamica del veicolo, scegliendo lo schema sospensivo migliore: in questa fase la vettura meccanicamente è completa al 90%. Assemblaggio, alleggerimento virtuale e verifica delle componenti meccaniche e dei sistemi principali della macchina intera vengono studiati con l’analisi FEM (Finite Element Model): a titolo di curiosità, segnaliamo che una vettura da corsa, a seconda del modello, è composta da 2.500-3.500 componenti diverse (considerando telaio, cambio e motore ognuno come pezzo unitario). Questa fase è interamente svolta con sistemi CAD, che permettono già di conoscere, senza che sia stato costruito fisicamente un solo bullone, il peso della vettura e la sua distribuzione tra i due assali. Lo stadio che segue è l’ultimo in campo virtuale: la carrozzeria definitiva viene assemblata con il gruppo della meccanica, verificando accuratamente i collegamenti e le modalità di montaggio ed eventuali interferenze.

Officina lavorazioni meccaniche

Inizia qui la fase realizzativa vera e propria: la vettura inizia a prendere forma all’interno dell' officina, che noi visitiamo sempre con l’ing. Guido Pandoli.

La carrozzeria viene realizzata con il sistema CAM 3D, partendo dalla costruzione di modelli per carrozzeria e parabrezza attraverso fresatura di forme di polistirolo con macchine a controllo numerico (CNC); si costruiscono poi degli stampi in “gelcoats” (una particolare resina) con la macchina per la fresatura. La carrozzeria viene poi modellata sugli stampi (si utilizzano fibra di Carbonio, Kevlar o fibra di vetro stratificati), rifinita, verniciata e vengono applicati parabrezza, lunotto e finestrini.



Parallelamente nel settore meccanico si costruiscono in officina il telaio e le parti di saldatura principali; poi vengono ricavati dal pieno di alluminio supporteria e distanziali (e altre parti strutturali in acciaio) tramite macchine CNC. In seguito è la volta della pennellatura del telaio in alluminio tagliato al laser (o in fibra di carbonio se richiesta), a cui segue l’ assemblaggio delle rimanenti parti meccaniche (motore e cambio, preventivamente controllati, provengono da fornitori esterni) e il cablaggio degli impianti principali.



Segue la parte finale della realizzazione della vettura: la carrozzeria finita viene applicata sulla parte meccanica, e la macchina viene testata sia in galleria del vento che in pista.

Reparto Ricerca & Sviluppo

Nell’ultima parte della nostra visita, l’ing. Francesco Di Pietrantonio in persona ci guida all’interno della sezione della Picchio forse più importante, specie in relazione ai futuri obbiettivi e progetti aziendali: il reparto ricerca e sviluppo.
In questa zona abbiamo ritenuto opportuno non scattare fotografie e non scrivere ciò che abbiamo osservato, per evitare di divulgare involontariamente informazioni preziose.
Possiamo dirvi è che è presente una galleria del vento molto particolare, oltre ad una serie di macchinari necessari per la verifica delle componenti progettate al computer: banco prova a flessione-torsione (permette di studiare la dinamica del veicolo, la resistenza meccanica dei suoi componenti e persino l’aerodinamica); banco per testare le sospensioni (si può testare il singolo ammortizzatore, metà vettura o macchina intera); macchina radiatore-ventilatore (qui si testano le masse radianti, siano esse attraversate da acqua o olio, che possono venire riscaldati opportunamente a seconda delle verifiche da fare).
A catturare la nostra attenzione è una vettura da gara, una SR2 con un propulsore 3.0 V6 Alfa Romeo (il mitico “Busso”): con alcune modifiche (lubrificazione a carter secco, scarico e aspirazione liberi, bilanciamento componenti interne e centralina dedicata) questo motore è in grado di erogare 289 cv, partendo dai 220 cv circa del propulsore di origine, senza toccare gli alberi a camme o altre componenti fondamentali, quindi l’alzata delle valvole e gli anticipi rimangono quelli del motore di serie.
Questo stesso motore preparato a fondo invece (con una potenza vicina ai 440 cv) ha mostrato comunque un’affidabilità eccellente: 3000 km senza alcuna revisione. L’unico punto debole è il peso superiore (167 kg) rispetto ad una unità 2.0 turbo ad esempio (120 kg circa, turbina e scarichi compresi).

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LE VETTURE DA CORSA PICCHIO: CARATTERISTICHE PRINCIPALI


La Picchio produce prototipi che corrono in quasi tutte le categorie, Nazionali ed Internazionali, riservate a questi particolari veicoli.

Le Picchio da gara si suddividono in 3 categorie:

- Serie LIGHT: Picchio CN1 ; Picchio CN2 ; Picchio CN4 "Light"

La vetture della serie "Light" sono impiegate nel Campionato Italiano Velocità Montagna (CIVM), nel Campionato Europeo Salita e nel Campionato Italiano Prototipi (CIP).

Queste vetture sono delle biposto a ruote coperte, con telaio monoscocca misto in acciaio e alluminio, carrozzeria in fibra di vetro, e motori di tipo differente a seconda della classe di appartenenza della macchina. Le Picchio CN1 è CN2 montano rispettivamente motori Honda a 4 cilindri di 1600 e 2000 cc, mentre le Picchio CN4 utilizzano prevalentemente il 3000 V6 Alfa Romeo.
I prototipi infatti si dividono in varie classi a seconda della cilindrata o al tipo di motore, e in base a questo varia anche il peso minimo consentito.

CLASSE CN1:
Vetture da 1601 a 2000 cmc motori a 2 valvole: peso 600 Kg
Vetture fino a 1600 cmc : peso 600 Kg

CLASSE CN2:
Vetture da 2001 a 2500 cmc motori a 2 valvole: peso 620 Kg
Vetture da 1601 a 2000 cmc motori a 4 valvole: peso 620 Kg

CLASSE CN3:
Vetture da 2501 a 3000 cmc motori a 2 valvole: peso 670 Kg
Vetture da 2001 a 2500 cmc motori a 4 valvole: peso 670 Kg

CLASSE CN4:
Vetture da 2501 a 3000 cmc, motorizzazione BMW: peso 720 Kg
Vetture da 2501 a 3000 cmc, motorizzazione Alfa Romeo: peso 710 Kg

CLASSE CND Vetture con motorizzazione diesel:
Vetture fino a 2000 cmc: peso 625 Kg
Vetture oltre 2000 cmc: peso 675 Kg


Principali antagoniste delle Picchio nel Campionato Prototipi sono nel CN2 le Osella PA21 Honda, le Lucchini CN2 e le Tampolli, entrambe motorizzate Alfa Romeo; nel CN4 troviamo le Osella PA20 Bmw, le Centenari Mach3 Alfa Romeo, le Lucchini PE1 Alfa Romeo e le Sighinolfi.

- Serie PERFORMANCE: Picchio CN4 "Performance" ; Picchio SR2 ; Picchio LMP675

La vetture della serie "Performance" sono impiegate nel Campionato Italiano Velocità Montagna (CIVM) e nel Campionato Italiano Prototipi (CIP), ad eccezione della Picchio LMP675 che da regolamento non può competere nel CIVM ma lotta nel Campionato Europeo riservato ai Prototipi. La SR2 ha anche l'omologazione per correre nel Nord America.

Anche le "Performance" sono delle biposto a ruote coperte come le Light, ma hanno un telaio tubolare in acciaio con pannelli in alluminio (anche in fibra di carbonio per la sola SR2, caratterizzata tra l'altro da un brevetto esclusivo Picchio per lo schema sospensivo) e carrozzeria in fibra di vetro (anche in fibra di carbonio per la SR2); i motori prevalentemente utilizzati sono il 3000 V6 Alfa Romeo e il 6L 3000 Bmw. La potenza di una SR2 si aggira attorno ai 450 cv circa.

- Serie DAYTONA PROTOTYPE: Picchio DP2

Questa serie è poco conosciuta in Europa, ma riscuote un incredibile successo negli Stati Uniti per la sua grande spettacolarità.
La DAYTONA PROTOTYPE è una delle 2 serie che compongono la "Rolex Series" (l'altra è la "Grand Touring - GT - Class"), che insieme al "KONI Challenge Series" completano il Campionato "Grand American" (più noto come GRAND-AM)



Le DAYTONA PROTOTYPE è una vettura biposto a ruote coperte, con telaio in tubolari in acciaio ad alta resistenza con pannelli in alluminio; la carrozzeria è interamente in fibra di carbonio, con rinforzi sempre in fibra nei punti più sollecitati.
Di lunghezza e larghezza generose (4380 x 1995 mm rispettivamente), la DAYTONA PROTOTYPE della Picchio (DP2) ha un peso da regolamento di 2.250 libbre (1.020 kg circa), riferito alle vetture con motore di cilindrata superiore ai 4 litri (come è il caso della DP2); il limite di peso per le vetture con motore di cilindrata inferiore ai 4 litri è fissato in 2.220 libbre (1.000 kg circa).

I motori utilizzabili sono diversi, tutti V8 come prevede il regolamento: 5.000 cc Bmw, 5.000 cc Toyota-Lexus TRD, 4.200 cc Maserati. E' possibile adottare una proprulsore piuttosto che un altro cambiando semplicemente gli elementi di collegamento tra gli attacchi sul motore e quelli sul telaio. Tra i vantaggi proposti dalla Picchio c'è infatti la versatilità del telaio e la sua gestibilità con diverse motorizzazioni.
Le potenze superano i 500 cv.



I "competitor" che gareggiano nella serie DAYTONA PROTOTYPE sono tutti costruttori americani: la Picchio infatti è l'unica factory europea che partecipa al Campionato.
Gli avversari della Picchio sono: Chase Competition Engineering ; Crawford Race Cars; Doran Racing; FABCAR; Multimatic; Riley Technologies.

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LA PICCHIO E L’ALFA


Chi legge si potrebbe interrogare sul fatto che la Picchio è sì una realtà interessante e in continua espansione, tuttavia il collegamento con l'Alfa Romeo (i propulsori V6 3.000 Alfa che vengono utilizzati in gran numero per le vetture da gara), che avrebbe spinto il Club Alfa Sport a visitare l'azienda, dovrebbe essere più forte di quello che traspare in prima lettura.

Effettivamente, il rapporto tra l'Alfa Romeo è la Picchio non si ferma solo ai propulsori per le CN4 e SR2 Picchio.
La factory di Ancarano ha in cantiere un progetto molto importante, per ora sviluppato in maniera indipendente dalla casa di Arese, ma che ha già sottoposto all'Alfa Romeo e che speriamo noi tutti possa tradursi in realtà.

Abbiamo appena parlato delle vetture DAYTONA PROTOTYPE, che corrono in Nord America con un seguito di pubblico davvero importante.
L'ing. Di Pietrantonio, che ci ha confidato la sua passione per le Alfa Romeo (possiede una 75 3.0 V6 in procinto di essere restaurata), ha avuto un idea forse un po' "pazza", ma assolutamente fantastica secondo noi appassionati.
In base ai nuovi regolamenti delle DAYTONA PROTOTYPE, in vigore dal 2008 al 2013, sarà possibile installare su un telaio approvato (che Picchio già possiede: è quello della DP2) la carrozzeria del costruttore del motore. Tale scelta renderebbe distinguibile l’auto in gara come appartenente alla marca del fornitore del motore. Così in Picchio si è deciso di intraprendere degli studi preliminari per una vettura da utilizzare appunto nel Campionato Grand-Am, con telaio Picchio DP2 e carrozzeria e motore derivati dall’ Alfa Romeo 8C Competizione.

Proprio lei, la splendida Coupè biposto del Biscione, ha solleticato non poco l'interesse di un esteta come l'ing. Di Pietrantonio, che ha conferito alla Picchio come marchio di fabbrica una cura e un'attenzione per la bella linea non fine a se stessa, ma sempre legata al raggiungimento della massima prestazione.
Dopo alcune settimane di intenso lavoro da parte del Centro Stile della Picchio, si è giunti ad risultato stupefacente.


Clicca sull'immagine per ingrandirla


La rielaborazione della carrozzeria dell’8C alle misure imposte dal regolamento Grand Am crea una linea seducente e slanciata, nonchè aerodinamicamente molto funzionale alle gare delle DAYTONA PROTOTYPE.
Il regolamento appena approvato (che ha confermato lo stesso numero di costruttori ufficiali degli anni scorsi, sette) impedisce di fatto nuovi accessi a questa serie dalla popolarità sempre crescente; pertanto la Picchio rimane l’unico costruttore Europeo ammesso nel Campionato Grand Am.
Un motivo in più per l'Alfa Romeo per convincersi a partecipare attivamente a questa impresa, che ricordiamo è per ora un un’idea indipendente della Picchio.



A noi di Alfa Sport questa sembra un occasione più unica che rara per ritornare da protagonisti sul mercato Nord Americano, partendo dal settore che ha conferito all'Alfa Romeo il blasone che le è tuttora universalmente riconosciuto: il mondo delle corse. La Picchio chiede ai dirigenti Alfa Romeo un appoggio ufficiale a questo progetto, oltre ovviamente al motore della 8C Competizione opportunamente adattato (si utilizzerebbe una lubrificazione a carter secco, più adatta a contrastare il fenomeno del pescaggio difficoltoso dell'olio dalla coppa causato dalle forti accelerazioni laterali che si raggiungono in gara).
E' tutto molto semplice: con un rischio di brutta figura quasi del tutto scongiurato da parte dell'Alfa (in caso di risultato deludente in campionato la responsabilità ricadrebbe sul telaista, dal blasone inferiore; all'opposto in caso di vittoria finale tutti tesserebbero le lodi dell'Alfa Romeo), la Picchio le sta servendo su un piatto d'argendo l'opportunità di ritornare in America in grande stile.



Speriamo che all'interno dall'Alfa Romeo decidano di non perdere questa eccezionale opportunità.

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SONDAGGIO


Alla luce della proposta presentata dalla Picchio, ci è parso naturale proporre un nuovo sondaggio incentrato sulla "Picchio-Alfa 8C Daytona Prototype"

Vuoi vedere in gara la Picchio - 8C Competizione?


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AUTO STRADALI IN PICCOLISSIMA SERIE: PANOZ e PAGANI


L'ing. Francesco Di Pietrantonio, patron della Picchio, in occasione della nostra visita all'azienda ci ha confidato un suo grande desiderio, che rappresenta la "mission" principale per l'azienda in futuro: la costruzione di una piccola serie di vetture GT stradali a marchio Picchio dalle elevate prestazioni, strettamente derivate dalle auto da competizione.

Non è il primo costruttore a cimentarsi nell'impresa.
Molte piccole factory inglesi costruiscono vetture estreme, ma si tratta di vetture costruite artigianalmente da gara con targa e fanali (come nel caso di TVR, Noble, Atom, Radical), se non addirittura barchette bi-posto a ruote scoperte (come Caterham), dalle prestazioni strabilianti, me che non sono esattamente il paradigma del confort in automobile.
Intendiamoci. La Picchio non vuole costruire una vettura poco divertente per il "commenda" con tanto denaro da spendere: la sua futura GT dovrà essere guidata con perizia e capacità, come richiederanno le sue elevate prestazioni, ma offrirà comunque il giusto grado di confort a bordo.

Tra i costruttori che attualmente sono riusciti a realizzare il sogno che hanno in mente alla Picchio troviamo la PANOZ e la PAGANI

Panoz Auto Development Company

Pagani Automobili S.p.A


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RINGRAZIAMENTI



Clicca sull'immagine per far apparire i nomi dello staff Picchio



Il Club Alfa Sport ringrazia il Dottor Francesco di Pietrantonio, patron della Picchio S.p.A, per l’opportunità gentilmente concessaci.

Ringraziamo poi in maniera particolare la Dottoressa Di Pietrantonio, l'ing. Guido Pandoli e il Dott. Giuliano de Santis per averci accompagnato durante la visita, nonostante per loro fosse una normale giornata lavorativa.

Infine, desideriamo ringraziare tutto lo staff della Picchio S.p.A l’accoglienza riservataci e per la disponibilità mostrata durante la nostra visita.

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COMMENTA NEL FORUM


Leggi i commenti nel Forum sulla visita alla Picchio.


Per conoscere in anteprima le notizie e i retroscena dei principali eventi dell'Automobilismo sportivo, consulta la sezione del Forum "L'Alfa Romeo e lo Sport"

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Alessandro Mascia - ssj1985
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