Marco Rigoni racconta...
il minisommergibile Sassaroli





Il minisommergibile “Sassaroli” fu un mezzo d'assalto progettato per conto della 10ª Flottiglia MAS, un'unità speciale della Regia Marina italiana, il cui nome è legato a numerose imprese belliche di assalto, incursione o guerra insidiosa.
La nascita dei mezzi d'assalto navali italiani risale alla Grande Guerra, in cui la particolare situazione geografica e strategica aveva spinto la Regia Marina a studiare mezzi armati che consentissero di attaccare la flotta austro-ungarica all’interno delle sue basi, non esistendo i presupposti per ingaggiare in altro modo combattimenti risolutivi.
Il primo e piĂą importante di questi mezzi fu il MAS, un motoscafo armato di siluri (Motobarca Armata Silurante) poi convertito in mezzo antisommergibile (Motoscafo Anti Sommergibili).
Le prime azioni di guerra all’interno di rade e porti furono una sorpresa per la flotta nemica, ma poco dopo gli austriaci si attrezzarono per la difesa, costringendo la Marina a ricercare soluzioni alternative.

Nel 1917 apparvero i barchini-saltatori attrezzati per scavalcare le ostruzioni e armati di due siluri, ma anche questi risultarono facilmente individuabili e vulnerabili. L’anno successivo fu messa a punto una nuova soluzione, costituita da un apparecchio semisommergibile (semovente Rossetti), molto simile ad un siluro, che permetteva a due abili nuotatori di avvicinarsi al bersaglio per poi applicarvi una potente carica esplosiva.
Dopo varie prove nella laguna di Venezia fu deciso un attacco al porto di Pola dove erano alla fonda grandi unità della Marina austriaca. Alle 6.30 del 1° novembre 1918 la corazzata Viribus Unitis di 21370 tonnellate affondò capovolgendosi dopo la regolare esplosione della carica piazzata dal semisommergibile. Tre giorni dopo l’Italia usciva vittoriosamente dalla prima Guerra Mondiale.

Lo sviluppo di nuovi mezzi d’assalto riprese nel 1935 in occasione della guerra d’Etiopia, ed è proprio di quegli anni l'approntamento del semovente e del motoscafo esplosivo dai quali nacquero successivamente il Siluro a Lenta Corsa, detto maiale, ed il barchino esplosivo, o Motoscafo Turismo, che sarebbero stati impiegati con successo nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
Nel 1940/41, in previsione dell’entrata in guerra, l’organizzazione della Marina italiana subisce alcuni cambiamenti: viene costituita nel marzo 1941 la 10ª Flottiglia MAS, una unità autonoma con il compito di "affondare/danneggiare naviglio nemico da guerra e mercantile".
I mezzi in dotazione spaziavano dai vari tipi di motoscafi armati di siluri, ai maiali, ai barchini esplosivi ai minisommergibili; di quest'ultima categoria faceva parte il sommergibile veloce "Sassaroli", progettato dall’Ing. Licio Sassaroli per conto della 10ª MAS; il prototipo venne progettato presso la S.I.A.I. Marchetti di Sesto Calende nella primavera del 1944.
Il "Sassaroli" era un piccolo e veloce sommergibile del tipo detto "tascabile", idoneo ad operare fino ad una profonditĂ  massima di 30 metri. Condotto da un solo uomo di equipaggio, dotato di respiratore, portava agganciato sotto lo scafo un siluro da 450 mm. Lo scafo, in compensato aeronautico di sezione cilindrica, aveva un diametro di 1,30 m ed una lunghezza di 8 m.
Il propulsore, posizionato nella zona poppiera, era un Alfa Romeo 1001-B a benzina da 200 HP a 1500 giri/min, che consentiva al mezzo di muoversi alla velocitĂ  di 18/20 nodi in superficie e di 28/30 nodi in immersione, con una autonomia di circa due ore.
Esistono versioni contrastanti circa l’approntamento del prototipo ed il suo collaudo: di certo lo scafo nudo fu trasportato a La Spezia così come non ebbe alcun seguito produttivo in quanto cessarono le operazioni belliche. Rimane il fatto che il motore Alfa Romeo era in grado di assicurare una velocità di 2 o 3 volte superiore ai mezzi della stessa classe: l’Alfa andava forte anche sott’acqua!



Storia del modello in scala del sommergibile Sassaroli


La scoperta dell’esistenza del sommergibile Sassaroli fu quasi casuale e non deriva dalle frequentissime ricerche nell’Archivio Storico Alfa Romeo, dove di questo mezzo non esiste alcuna traccia. La ricerca risale alla fine del 2003 ed ha origine dalla foto del motore 6c 2500, versione marina, trovata su uno dei tanti libri sulla storia dell’Alfa e dalla citazione, su un volume in inglese, dell’utilizzo dei motori Alfa sui MAS.
Dopo diverse visite in varie librerie trovai un volume dal titolo "I mezzi d’assalto della 10ª flottiglia MAS", il titolo mi sembrò quello giusto e quindi lo acquistai. Appena a casa, tolsi la classica protezione in plastica e lo sfogliai con una punta di emozione: mi apprestavo a scoprire il ruolo dell’Alfa nella Marina da guerra, un argomento del tutto nuovo nello scenario della mia passione. Ma, con stupore, mi resi conto che dei MAS non vi era alcuna traccia. Si parlava di motoscafi, di maiali, di sommergibili, ma non delle imbarcazioni che stavo cercando io. Molto deluso, presi il libro e lo misi insieme agli altri.
Dopo alcune settimane, spinto dalla curiosità, tornai a leggere il libro e, dopo un po’ di pagine, la sorpresa: i motoscafi d’assalto della 2^ guerra mondiale, nelle varie versioni equipaggiati con motori Alfa 6c 2300 e 6c 2500: un vero tripudio!
Subito la mente si scatena alla ricerca di possibili fonti modellistiche, ma le sorprese non sono finite... A pagina 163, al capitolo "Prototipi, mezzi sperimentali e progetti", trovo una bella descrizione ed un bel disegno, ahimé senza alcuna dimensione, del sommergibile "Sassaroli", udite, udite, con motore Alfa Romeo 1001-B.
Non stavo più nella pelle perché in quel momento avevo scoperto addirittura una nuova dimensione dell’Alfa: quella subacquea! La ricerca dei modelli delle imbarcazioni di superficie diede, a quel tempo, esito negativo, e allo stesso risultato negativo approdai con la ricerca del modello di sommergibile. Mi feci comunque una certa cultura sui modelli di navi esistenti in commercio in giro per il mondo.
Il disegno e la descrizione del sommergibile mi stimolarono la fantasia, se il modello non c’era, si poteva però costruire da zero: dopotutto assomigliava ad un cilindro con un po’ di aggeggi sopra e sotto, davanti e dietro.
Partendo dalle due uniche dimensioni citate nella descrizione, diametro e lunghezza, e utilizzando il disegno, ricavai le tre viste ortogonali del sommergibile, con tanto di quote di dettaglio, feci anche due disegni in prospettiva di tre quarti anteriore e posteriore. La scala che piĂą mi sembrava adatta era 1/35, una delle classiche dei mezzi militari. Ovviamente questo mi richiese alcune settimane.




Intanto siamo giunti a maggio 2004.
Armato dei miei disegni, comincio a proporre la realizzazione del sommergibile ai modellisti abituali. Dopo alcuni rifiuti motivati da diverse ragioni, il più giovane tra essi mi dice "E perché no? Si può provare" (una frase destinata a diventare celebre, poiché premessa di realizzazioni artistiche di altri modelli unici).
La "scultura" richiese diversi mesi, durante i quali ci furono innumerevoli incontri per verificare che il sommergibile stesse prendendo forma secondo il disegno originale.
Inoltre l’artista prese il sopravvento sul modellista ed il risultato, come si vede dalla foto, fu l’officina dell’Ing. Sassaroli, con quest’ultimo di fianco al sommergibile intento ad analizzare i disegni del mezzo posti sul tavolo di lavoro.
Il "Sassaroli" entrò in casa mia in primavera 2005, dando un nuovo senso di "profondità" a tutta la collezione.








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