"La Collezione del Centenario Alfa Romeo" edita da Hachette e Quattroruote.

E' arrivata un po' a sorpresa in quanto molti di noi si aspettavano una raccolta costituita da automodelli in scala 1:43.

Invece, sulla scorta di quanto appena terminato da Fabbri, Hachette ha preferito riservare agli alfisti una collezione di automodelli in scala 1:24, sempre in collaborazione con la rivista Quattroruote, rivista che dal 1956 risulta ancora la preferita da parte degli automobilisti italiani di ieri, di oggi e probabilmente di domani.

In effetti l'occasione del centenario della fondazione del nostro beneamato marchio, che si celebrerà il prossimo 24 giugno, era fin troppo ghiotta e tale da assicurare l'interesse di qualche casa editrice per un'azienda automobilistica che non ha bisogno di presentazioni, tale è la fama di cui gode in tutto il mondo.

Da alfista, non sono stato risparmiato dalla curiosità di accaparrarmi il primo numero, che attualmente pare sia uscito in poche piazze italiane tra le quali, fortunatamente, quella dove risiedo.

Dopo aver ammirato il modello, letto attentamente i libri, consultato il piano dell'opera, ho compilato e spedito la cartolina, finendo così con l'abbonarmi all'intera collezione che mi costerà spazio e matrimonio... però ora vi racconto di cosa si tratta.



L'Opera



La guida all'opera da già indicazione dei primi tre modelli previsti dalla collezione.


Hachette parla al momento di quaranta riproduzioni 1:24 che saranno proposte nella collezione.
Tuttavia spiega che questa raccolta sarà strutturata da un volume dedicato alla storia di Alfa Romeo e da uno che accompagna l'automodello proposto, in pratica un booklet dedicato al modello stesso.
Si cita anche che i volumi dedicati alla storia (quelli a copertina nera, per intenderci) sono proposti in rapporto uno a due rispetto alle uscite, per un totale di 10 volumi complessivi.
Se tanto ci da tanto, allora gli automodelli dovrebbero essere 20 in totale, quindi in contrapposizione con la dichiarazione dei 40 pezzi.
Se ciò fosse vero, forse la preoccupazione dello spazio da dedicare alla raccolta potrebbe risultare infondato, al pari di credere che Hachette abbia intavolato tutto questo "pout pourri" per sfornare solo una ventina di modelli.
Credo sia più verosimile una scelta come quella operata da Fabbri su questa scala modellistica, ovvero una quarantina o cinquantina di modelli... e ciò potrebbe prevedere una modifica in corso d'opera circa le uscite dei volumi a corredo.
E di volumi, credetemi, si tratta.



Ecco come si propongono i dieci volumi previsti per raccontare la storia del marchio


Bellissimo il primo volume, strutturato in una parte storica, una dedicata agli uomini "chiave" ed una ai modelli dell'epoca, per un totale di una cinquantina di pagine.
Perfettamente rilegato (quindi niente spese di legatoria) con un'elegante copertina nera, dove spicca l'effige del muso di una 159, forse una Brera o una Spider.
La parte dedicata alla storia è scritta in modo molto scorrevole.
Si narra delle origini di Alfa Romeo, delle questioni politico-sociali, di quelle finanziarie e mette in gran evidenza il dinamismo della neonata casa automobilistica nei primi anni di vita.
Ci sono dei paragrafi dedicati, per esempio, all'avventura del biplano di Franchini e Santoni con motore 24 HP, alla produzione bellica, alla scelta di intraprendere quanto prima l'avventura sportiva.
In definitiva, 50 pagine che si leggono tutte d'un fiato, di storie conosciute (ma non tanto) da noi appassionati e sicuramente avvincenti per coloro che si iniziano con questa collezione.
La parte dedicata ai protagonisti vede come tali Romeo e Merosi, descrivendone in maniera minuziosa l'apporto dato da essi all'azienda Alfa Romeo, con aneddoti e curiosità indubbiamente interessanti.
L'ultima, dedicata ai modelli, è caratterizzata da belle fotografie degli esemplari custoditi dal Museo di Arese, con elencazione dei principali dati tecnici e da una breve descrizione.
Protagoniste di questo primo volume sono la 24HP, la 20-30 ES (curiosamente anteposta alla 12 HP, in realtà nata prima), la 12 HP e la 40-60HP Ricotti-Castagna.



Questo è invece il booklet che accompagnerà l'uscita di ogni automodello


Come detto, ogni riproduzione in scala sarà accompagnata da un volume dedicato.
Come per quello storico, anch'esso è perfettamente rilegato con un elegante copertina rossa ed "effige" del modello stesso.
In tutto una trentina di pagine dedicate alla concezione, produzione ed evoluzione del modello proposto.
Non manca un sunto della prova su strada condotta all'epoca da Quattroruote; dico sunto, poiché non si tratta di una copia anastatica della prova originale, come avvenuto per esempio per la precedente raccolta di Fabbri dedicata alle "Più amate dagli italiani".
Il contenuto è sicuramente interessante.

Giusto sottolineare che la bibliografia cui l'opera fa riferimento è la seguente :

* Alfa Romeo, Catalogue Raisonné 1910-1982 - Altieri, Lurani, Puttini e Fusi - 1982
* Il Portello. Operai, tecnici e imprenditori - Duccio Bigazzi - 1988
* Alfa. I creatori della leggenda - Borgeson - 1990
* Alfa Romeo - tutte le vetture dal 1910 - Fusi - 1978
* Le Alfa di Merosi e Romeo - Fusi - 1985
* La storia dell'Alfa Romeo - Hull & Slater - 1970
* Grandi marche - Alfa Romeo - Owen - 1985
* Le voci Darracq Alexandre Darracq e Alfa Romeo di Milleruote - 1973
* Tutte le Alfa Romeo 1910-1995 - ED - 1995

mentre l'iconografia proviene dal Centro documentazione storica Alfa Romeo e dall' archivio di Quattroruote.

Si può dire che ci sono gli ingredienti giusti.


Il primo modello proposto : Alfa Romeo spider "Duetto" 1966

I modelli proposti, sono montati su una basetta in plastica nera traslucida con impressa, sulla destra, la dicitura "Special Centenary Edition" in carattere oro mentre sulla sinistra è riportato in rilievo il logo Alfa Romeo.
D'accordo, sarà plastica, ma con queste due piccole presenze, da l'idea di avere in mano un modello esclusivo.

Passando al modello, direi innanzitutto che trovo la scelta azzeccatissima.
Duetto, Osso di Seppia, Spider... poco importa, nel cuore degli alfisti sappiamo esattamente di cosa si tratta.
Ed anche oltre oceano, dove questa vettura guidata da Dustin Hoffmann nel film "Il Laureato" e più tardi da Kelly Lebrock nella commedia esilarante "La signora in rosso" è stata "testimonial" di una personalità sportiva, elegante, spensierata e libera, grazie al fatto di essere una "scoperta" ma soprattutto un'Alfa Romeo.



Vista laterale

Il modello si presenta ben proporzionato nella linea generale e ricco, come ormaila produzione dall'estremo Oriente ci ha abituati, di tampografie ben riprodotte.
Non mancano cromature sul bordo superiore della porta, sul deflettore aria, sui fermi dello sportellino serbatoio e della capote... come non manca il logo Pininfarina nella zona tra porta e parafango posteriore, una firma immancabile.
Manca invece, stranamente, lo specchietto retrovisore esterno sul parafango anteriore sinistro che, sebbene non ancora obbligatorio nel 1966, era previsto di serie fin dai primi esemplari.



Vista anteriore

Anteriormente spicca la bella realizzazione dello scudetto, giustamente protratta verso il basso e corrdata dal logo Alfa Romeo.
I due semi-paraurti, di cui quello sinistro provvisto di portatarga, sembrano correttamente proporzionati.



Vista posteriore

Anche nella parte posteriore, l'attenzione è stata adeguata.
Ben riprodotti i due semi-paraurti, dotati di rostri e sormontati dai catarifrangenti tipici della prima serie.
Non manca neppure la scritta Alfa Romeo, in corsivo, sul coperchio della bagagliera.
La numerazione della targa, sebbene di fantasia, riporta una numerazione che proseguirà progressivamante sugli altri modelli della collezione.




Vista interno lato guidatore

A parte le solite ingenuità dovute alle dimensioni eccessive del gruppo leve devioluci sul piantone, la vista dell'interno appare appagante.
Bello il volante, ben proporzionato, dove i tagli sulle razze metalliche sono stati riprodotti con tampografia colore nero.



Vista interno dall'alto

Questa vista ci rivela una buona riproduzione del cruscotto (elemento indispensabile su una scoperta in questa scala modellistica)...unico appunto l'eccessiva cromatura intorno agli strumenti supplementari che sembra svilirli a semplice pulsanti sulla plancia.
Tra le qualità, sicuramente farei notare l'effetto traslucido della selleria che ben riproduce la finta-pelle usata nella vettura originale.
Non manca il gruppo posacenere-accendisigari, posto sul tunnel trasmissione, dietro la leva del cambio.



Vano bagagli

Molto ben realizzato il vano bagagli con plastica nera traslucida che simula molto bene il rivestimento in gomma originale.
Poco visibile nella foto, ma presente, il martinetto sollevamento vettura, posto sulla paratia tra bagagliera e abitacolo.



Vano motore lato sinistro

Buona riproduzione del bialbero, corredato di cavi candele e filtro aria con proboscide fino al cassetto aspirazione.
Anche la batteria rispecchia l'originale in ebanite nera e tappi gialli.



Vano motore lato destro

Anche qui molteplici particolari : il gruppo dei due Weber 40 DCOE27 in bella vista sotto il cassetto aspirazione, il manicotto acqua fino al radiatore e la busta in plastica azzurra del liquido lavavetro.
Questa vista ci permette di notare la scritta Alfa Romeo, presente sul carter che alloggia il comando a catena della distribuzione.



Particolare del parabrezza

Gradevole la grigliatura ottenuta per tampografia, mentre forse un po' grossolani i due tergicristalli giustamente sormontati tra loro.



Particolare zona faro anteriore

Molto fine la riproduzione della carenatura dei fari anteriori, realizzata con plexiglass molto fine e provvista del fermo anteriore, riprodotto con tampografia cromata.



Particolare del cechio ruota

Il cerchio appare ben riprodotto, con cerchio color alluminio e borchia riportata in plastica cromata.
Purtroppo su quest'ultima, l'anello nero non riporta la scritta Alfa Romeo... un peccato poiché, data la scala, si sarebbe potuto offrire quel "quid" in più per renderla veramente favolosa.
Bella e realistica, la scolpitura del pneumatico.



Particolare della zona faro posteriore

Ritengo ben realizzato questo particolare, giustamente circondato da una ghiera cromata.
Un peccato invece per quella brutta giunzione stampo, visibile nella parte terminale del paraurti verso il passaruota.



Ulteriore particolare dell'interno

Questa vista ci da la possibilità di apprezzare il buon grado di fedeltà all'originale dell'interno, in particolare trovo apprezzabile la riproduzione del pannello porta, un po' meno quella dei sedili anteriori, caratterizzati da un brutto spigolo vivo tra fascia laterale e dorso.



Arriva il secondo modello proposto : Giulietta Sprint 1954

Come annunciato, a distanza di quindici giorni dalla Duetto, in qualche edicola ha fatto capolino anche il secondo modello di questo test, sempre accompagnato dal suo booklet dedicato.

Si tratta di una pietra miliare della storia automobilistica di Alfa Romeo, la Giulietta Sprint presentata nel 1954 anticipando (fatto curioso e poco frequente) il lancio della berlina che porterà il suo nome.

La linea di Bertone è universalmente considerata un modello di pulizia stilistica degli anni '50 ed al tempo stesso un esempio di sportività inconfondibilmente Alfa.



Vista laterale

La linea del modello appare ben realizzata e proporzionata.
Come al solito molte le tampografie cui è affidato il compito di far risaltare i profili attorno ai vetri, quelli alla base delle porte ed il logo Giulietta Sprint affiancato a quello della carrozzeria di Grugliasco.
Le maniglie porte sono riportate in plastica cromata e sono corrette per forma, posizione e dimensione.



Vista frontale

Continua il giudizio positivo anche per il frontale, dove spicca lo scudetto realizzato magistralmente.
Belli anche i baffi che sormontano le prese d'aria laterali, riprodotti in plastica cromata come le ghiere dei fari e delle luci di posizione.



Vista posteriore


Anche posteriormente questa Giulietta dà l'idea di essersi portati in casa un bel modello.
Basta seguire la linea di taglio dello sportello posteriore per rendersi conto di quanto sia stata realizzata con cura la forma generale della coda.
Davvero stupendi i fari ed il gruppo luci targa per la finezza della loro costruzione e decorazione, mentre a voler essere pignoli appare un po' scarsa la scalfatura nella parte centrale del paraurti, necessaria per premere il pulsante di sblocco dello sportello.



Dettaglio del vano bagagli

Anche qui nulla è stato dimenticato, c'é la ruota di scorta, il tappo rifornimento carburante e la batteria visibile sul lato destro.
Tutto come nella realtà.



Vano motore visto dal lato sinistro


Purtroppo proprio nel cofano risiede buona parte delle imprecisioni di questo modello.
Cominciando con la riproduzione del bialbero di 1290 cc. sul quale è stato applicato un collettore di scarico assolutamente improbabile, in più il tentativo di farne risaltare il color ruggine l'ha reso, a mio avviso, inguardabile.
Stesso discorso vale per i cavi delle candele, il risalto è dato dalla decorazione nera di un pezzo di plastica stampato insieme alla testata.
L'effetto ottico è tale da far sembrare un tricilindrico il mitico bialbero.
Resta poi misteriosa la presenza di un flacone bianco posto sul parafango sinistro.



Vano motore visto dal lato destro


Sarebbe stato auspicabile riprodurre anche le targhette che sulla Giulietta Sprint erano poste sulla battuta del cofano motore, dopotutto c'era spazio e due decal non avrebbero sfigurato, anzi.



Interno visto dal lato sinistro


L'interno del modellino è veramente appagante.
A parte quanto già detto circa la pedaliera (che sulla Sprint era incernierata al pavimento e non sospesa), rimangono come uniche critiche l'esagerata dimensione dello specchietto retrovisore e la riproduzione del quadro strumenti non esattamente fedele all'originale.
Per il resto non manca proprio nulla, nemmeno le alette parasole.



Interno visto dal lato destro

Molto ben fatti i sedili anteriori ed il volante con la leva del cambio (la leva a cloche era un optional che finì con l'essere richiesto dalla totalità degli acquirenti).



Interno : dettaglio della zona posteriore

Anche questo particolare è fedele alla realtà della primissima Sprint.
Infatti non era previsto il divano posteriore ma due gavoni sistemati sul fondo per riporre piccoli oggetti.
Probabilmente questa scelta era dettata dal fatto di poter sistemare i bagagli, sopperendo alla scarsità di spazio della bagagliera.
Tuttavia nella lista degli accessori a richiesta dell'epoca, esisteva la possibilità di applicare alla parte posteriore dell'abitacolo due cuscini o addirittura un divanetto da due posti.



Particolare del cerchio ruota


Questa immagine mostra il notevole realismo dei cerchi ruota ed in particolare del logo sulla borchia coprimozzo.
A differenza di quanto proposto sulla Duetto, in questo caso si è voluto osare con ottimi risultati.



Dettaglio della scritta identificativa sul parafango

Discretamente riprodotta anche la scritta Giulietta Sprint, presente sui due parafanghi anteriori.



Dettaglio dei tergicristalli

Corretta la posizione dei tergicristalli che presentano il tergente nero e la racchetta color alluminio.




In attesa di recensire l'Alfetta Gt di prossima uscita, con la quale dovrebbe terminare il test dell'Editore, posso concludere pronunciandomi sulla bontà dell'iniziativa non solo a livello modellistico ma anche editoriale.
Infatti anche il booklet a corredo di questa Giulietta, è un bel documento storico con una dettagliata descrizione delle varie fasi di lavorazione della carrozzeria presso Bertone.
Il fatto che ci sia Quattroruote dietro questa iniziativa, è sicuramente garanzia di poter contare su foto, aneddoti, prove su strada e documenti tecnici provenienti da un archivio ultracinquantenario.
E non è cosa da poco.


Mhh, rispetto al bialbero appena visto sulla Duetto, mi sembra ci sia un passo indietro : i cilindri sembrano diventati tre e l'impianto di scarico sembra affidato a dei wurstel un po' posticci.



Il terzo modello previsto : Alfa Romeo Alfetta Gt 1974

Altra beniamina di noi alfisti...Ponte De Dion, parallelogramma di Watt ed una bella collezione di vittorie nei rally e in pista.



Vista di tre quarti posteriore (scansione dalla guida all'opera)

Immagine:

Vista dell'interno lato guida (scansione dalla guida all'opera)

Direi che promette bene... forse un po' grossolana la riproduzione del sedile e della consolle centrale.



Paricolare del lunotto (scansione dalla guida all'opera)

Qui occorre una "standing ovation" reale riproduzione del sistema di ritenuta del lunotto e cappelliera in movimento....visto su AutoArt ma qui parliamo di modelli da edicola.



L'offerta di Hachette per chi si abbona all'opera

Ricapitolando, ogni modello corredato del relativo booklet costerà € 19,99 cadauno e, almeno in partenza, ogni due modelli ci sarà in aggiunta uno dei dieci volumi dedicati alla storia dell'Alfa Romeo.

Per chi si abbona c'è un bel risparmio :

Giulietta Sprint (e relativo booklet) + Alfetta GT (e relativo booklet) + II° volume "La storia" + cappellino con logo Alfa Romeo + Targa 21x30 cm. riproducente un manifesto pubblicitario Alfa Romeo del 1919



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Gadget cappellino

...a sole € 15,85 anziché € 39,98, in pratica il 60% di sconto.

Inoltre, come in tutte le raccolte da edicola, c'è la garanzia del prezzo fissato per tutta la durata dell'opera e il re-invio in caso di disguidi postali.

Ora c'è solo da sperare che il test abbia seguito.

Crediamo di aver detto tutto, se volete continaure la discussione possimo farlo nella sezione dedicata ai modelli usciti in edicola,cliccando qui

A cura di Cavalca Gianluca (Gianluca66)

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