Alfa Sport al Rieti Motor Day


Kartodromo della Mola (RI)


Domenica 18 Novembre 2007


INDICE

Descrizione dell’ Evento
Il Kartodromo della Mola
Alfa Sport alla kermesse reatina
L’ Alfa Romeo 155 V6 TI vista da vicino
Conclusioni
Ringraziamenti
Considerazioni di un appassionato...
Album Fotografico
Discussione nel forum




Descrizione dell’ Evento


Domenica 18 Novembre 2007 al Kartodromo della Mola di Rieti si è svolta la sesta edizione del Rieti Motor Day.

Alla manifestazione, organizzata dal “Motorame Vazia” di Luigi Cari, hanno partecipato numerosi piloti che ogni anno scalano le strade panoramiche che si inerpicano sul Terminillo in occasione della “Coppa Carotti”, cronoscalata di livello internazionale, inserita anche nel Calendario del Campionato Italiano Velocità Montagna (CIVM), e che si svolge tutti gli anni nel mese di Luglio.
Sono intervenuti al “Rieti Motor Day” i migliori piloti italiani che, oltre ad essere premiati per le loro vittorie sui campi di gara della stagione appena conclusa, avranno l’occasione di divertirsi e far divertire gli appassionati girando sul circuito della Mola con le loro auto da gara. Tra i presenti annoveriamo Gianluigi Picchi, ex pilota ufficiale Alfa Romeo degli anni ’70,


Picchi con il Presidente Carlo Alberto Monti

e Roberto Di Giuseppe, che partecipa a molte cronoscalate con la sua 155 GTA (anche se Di Giuseppe a Rieti ha gareggiato con una Lancia Delta Integrale).


Roberto Di Giuseppe con il Presidente e nell'abitacolo della sua Delta Integrale

Tra le vetture partecipanti citiamo le 3 155 ex DTM delle scuderie Granducato Corse e Vuerre Racing, oltre alla 155 GTA del pilota Eugenio Molinaro, le Ferrari 360 Modena e 575 Maranello LM del team di Leo Isolani, due Lancia Delta Integrale Evoluzione (Di Giuseppe e Giuliani) e una Delta S4, una Viper GTS.

Tra le storiche segnaliamo una Giulia GTA 1300 Junior, un GT 1300 Junior, 2 Fiat 128 e una BMW 2002.



La kermesse, cominciata alle ore 10.30, ha visto l’inizio delle tornate in pista da parte dei piloti reatini di tutte le categorie Rally alle ore 11, mentre alle 12 hanno girato i loro colleghi provenienti da ogni parte d’Italia e con le vetture sopra citate. Ogni vettura ha avuto a disposizione 4-5 giri di pista.
A contorno dell’ incontro, le evoluzioni in moto di piloti di Trial su un percorso appositamente allestito nel piazzale del kartodromo.
Dopo la pausa pranzo le vetture hanno girato di nuovo per offrire altro indimenticabile spettacolo al pubblico presente.
Alle ore 17 si è tenuta poi la cerimonia di premiazione, a conclusione della manifestazione.

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Il Kartodromo della Mola


Nato all’inizio come kartodromo, il Circuito della Mola di Rieti è stato inaugurato come autodromo il 28 dicembre 1997.

Classificato come “Autodromo Junior”, con una lunghezza di 1.200 m, il circuito reatino è in grado di ospitare corse (comprese gare nazionali) e manifestazioni con veicoli di diverso tipo, dai kart di tutte le categorie alle moto Supermotard (che girano in senso orario), fino ad arrivare alle auto, sia da corsa che stradali, che girano in senso opposto rispetto al giro convenzionale (antiorario quindi), e con l'aggiunta di chicane artificiali.

La struttura del kartodromo comprende un grande paddock, un bar, un ristorante self-service e un parcheggio molto ampio, tutte peculiarità che lo rendono adatto ad ospitare manifestazioni motoristiche di vario genere.

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Alfa Sport alla kermesse reatina


Il Club Alfa Sport ha avuto l’onore di essere invitato Rieti Motor Day grazie alla preziosa segnalazione di Gianluigi Picchi, ex Pilota ufficiale Alfa Romeo che ha partecipato a diversi incontri Alfa Sport.

L’occasione per noi appassionati è ghiotta, sappiamo che saranno presenti diverse Alfa Romeo da gara, come le 155 ex DTM / ITC e alcune delle Alfa Romeo storiche che partecipano alla “Coppa Carotti”.

Armati di macchine fotografiche e videocamere di ordinanza, accettiamo molto volentieri l’invito: a rappresentare il Club il Presidente Carlo Alberto Monti (Carlitos), l' Amministratore e Moderatore del Forum Alfa Sport Daniele Frasson (d_frasson) e lo scrivente, Alessandro Mascia (ssj1985), Coordinatore Regionale Lazio, Umbria e Sardegna.

Da sinistra: d_frasson, Carlitos ed ssj1985

La giornata è fredda ma splendida. Appena arrivati al Kartodromo veniamo subito cordialmente accolti da uno dei collaboratori dell’organizzazione, sig. Vincenzo Strinati, che si sta prodigando per disporre le auto da corsa giunte fino a quel momento in perfetto ordine nel paddock del tracciato.

La nostra vista viene subito rapita da una fantastica Giulia GTA 1300 Junior in perfetto stato, che nostro malgrado sarà una tra le pochissime auto che rimarranno in esposizione statica e non gireranno in pista. Ma avremo modo di rifarci ampiamente, come scoprirete leggendo il seguito…

La stupenda GTA 1300 Junior esposta al paddock


Mentre assistiamo alle operazioni di allestimento del percorso ”ad ostacoli” che affronteranno alcuni piloti con le loro moto da trial, l’occhio allenatissimo del Presidente scorge all’interno di un gazebo la presenza di due Alfa 33 da gara dell'omonimo trofeo che si disputa in Umbria, sul circuito di Magione. Evidentemente Carlitos ha anche la capacità di “sentire” un’Alfa dal profumo, io non le avevo proprio viste quelle 33!

Subito dopo arriva Gianluigi Picchi, lo salutiamo e lo ringraziamo per averci segnalato all’organizzatore dell’evento, il sig. Luigi Cari, che incontreremo in seguito e che possiede una Giulia GTAm, doveva essere guidata in pista dallo stesso Picchi, ma che purtroppo era ancora in fase di completamento. Gianluigi girerà comunque, con una bellissima Giulia GT Junior, sempre di proprietà di Cari.

Un po’alla volta arrivano tutte le auto da gara che partecipano alla kermesse; ne approfittiamo per fare la conoscenza con il sig. Enrico Manucci, grande appassionato di corse e di tutto ciò che ruota attorno al mondo dell' auto. Chiacchierare con lui è davvero piacevole, molti sono gli aneddoti e le conoscenze che dimostra di avere e che condivide con noi.

Il paddock si riempie pian piano, da un camion stanno scaricando una vettura, ci avviciniamo ed ecco arrivare la prima delle Alfa che stiamo aspettando ansiosi di vedere: è Lei, la 155 V6 TI “DTM” ex Ufficiale Alfa Romeo. L’adesivo sul cristallo della porta posteriore con scritto “Nannini” non lascia dubbi su chi fosse stato il pilota di quell’Alfa Romeo leggendaria.

La 155 V6 TI “DTM” ex Nannini della Scuderia “Vuerre Racing”

La 155 DTM in questione fa parte della scuderia “Vuerre Racing” ed è di proprietà di un farmacista laziale, appassionato di auto da corsa e di Alfa.

Personalmente, avevo visto la 155 DTM solamente all’interno del Museo Storico Alfa Romeo di Arese: osservarla con le ruote sull’asfalto fa tutta un’altra impressione. Mi chiedo cosa si possa provare sentendola in moto o anche solo accomodandosi al suo interno. Ci aspetterà una graditissima sorpresa in questo senso nel pomeriggio…

Ormai ci siamo quasi, mancano una manciata di minuti all’inizio dei giri in pista, e le nostre fotocamere lavorano ad un ritmo sempre più frenetico, così come fanno le nostre pupille e il nostro cuore: da un altro camion fa la sua comparsa una 156 ex WTCC (quella guidata qualche stagione fa da Augusto Farfus, Socio Onorario Alfa Sport), sfolgorante nella sua bellezza, di proprietà del sig. Claudio Giobbi, titolare di una ditta di vendita e assistenza pneumatici di Rieti, che ha acquistato la vettura dal Team Antonelli e che partecipa con essa al Campionato Europeo Montagna (CEM).


Giobbi e il Presidente ritratti con la 156 ex WTCC

Dopo esserci presentati, abbiamo discusso con Claudio Giobbi per diversi minuti: persona molto disponibile e gentile, il sig. Giobbi ci ha rivelato che le spese di mantenimento di una macchina del genere sono molto elevate (qualche esempio: il telaietto della sospensione anteriore costa 2.500 €; il flap anteriore costa 1.200 €, mentre il paraurti completo anteriore ne costa 2.600), e la partecipazione ai campionati, anche di livello europeo come il CEM, non è la voce di spesa più importante (una stagione completa nel CEM costa intorno ai 50.000 Euro)

Successivamente, arriva un bilico più grande dei precedenti, di uno stupendo colore Rosso Alfa e che ha dipinto in bianco il leggendario Stemma del Biscione.
Attendiamo impazienti di vedere il prezioso carico che contiene l’automezzo: fanno capolino dalla penombra all’interno del camion 2 sagome inconfondibili. Non una, ma ben due Alfa Romeo 155 V6 TI, una ex DTM e l’altra ex ITC!

Le 155 V6 TI in procinto di essere scaricate dal camion

Le due 155 V6 TI, iscritte alla scuderia fiorentina Granducato Corse, appartengono a Fabrizio Pandolfi e Silvano Laschino, appassionati piloti che partecipano con esse alle principali cronoscalate organizzate in Italia. Gianluigi Picchi ci presenta a Pandolfi; anch’egli disponibile e cordiale, con lui parliamo della difficoltà di gestione di una vettura da corsa così particolare, praticamente una F1 a ruote coperte. Per non parlare poi della guida, che deve essere precisa e allo stesso tempo decisa.

Il Presidente ritratto insieme a Pandolfi (con il giubbino rosso) e Picchi

Intanto vengono sistemate nel paddock anche una splendida Brera nera, la nuova Fiat 500 ed una Fiat Bravo, vetture della concessionaria di Rieti Alfa-Lancia-Fiat Centralmotor, uno degli sponsor della manifestazione. Il responsabile della concessionaria, sig. Mario Cavallaro, ci concede di apporre i volantini del Club sulla Brera.
Ci siamo ormai, il tempo di vedere la 155 GTA di Eugenio Molinaro e di salutare con affetto Roberto Di Giuseppe (presente alla kermesse con una Delta Integrale Evoluzione invece che con la 155 GTA temendo il cattivo tempo), ed ecco che iniziano a girare le vetture!

Cavallaro a fianco dell'Alfa Brera esposta dalla concessionaria

Ci posizioniamo negli spalti posti lungo il rettilineo di partenza, fotocamere e videocamere alla mano. Cominciano a girare i piloti locali, quasi tutti su Peugeot 205 e 106 Rallie e su Clio Williams. Tutto procede per il meglio (da segnalare solo un paio di testacoda), con i piloti che percorrono in maniera più o meno aggressiva i 1200 metri del tracciato aretino. La nostra attenzione si rivolge in particolare alle due Fiat 128 preparate, che percorrevano il rettilineo principale producendo un suono doppio rispetto alle vetture precedenti!

E’ il turno di Gianluigi Picchi a bordo della Giulia GT: la sua classe ed esperienza non si discutono, Gianluigi si trova a meraviglia con la creatura disegnata da Bertone.

Picchi e la Giulia GT: si rinnova uno storico amore...

Poco dopo è il turno di Giobbi al volante della 156 WTCC: le linee della vettura partorita dal genio di Walter ‘de Silva vengono esaltate ancora di più nella versione da corsa, specie con la splendida livrea Rosso Alfa come in questo caso. La melodia che produce il 4 cilindri 2.000 è inconfondibilmente Alfa.

Giobbi in pista con la sua 156 ex WTCC

Le vetture continuano a girare sul tracciato, compresi 3 prototipi (tra cui una Picchio), le Ferrari 360 Modena Challenge e 575 Maranello LM, una Dodge Viper e una BMW 3000 (guidata da Iacoangeli, esperto pilota di cronoscalate), quando arriva il turno di Roberto Di Giuseppe.
L’esperto driver teramano è un tutt’uno con la Delta Integrale, e si vede: percorre quasi tutti i 1200 metri della pista delle Mole a ruote fumanti, costantemente di traverso in tutte le curve, a filo di cordolo (ed anche oltre…) con la Delta completamente intraversata senza mai perderne il controllo (a parte qualche testacoda).


Lo spettacolo di Di Giuseppe con la Delta Integrale

Il pubblico, che fino a quel momento aveva assistito alle precedenti performance divertito ma un po’ intorpidito dal freddo, si scalda di colpo alla vista delle evoluzioni compiute da Di Giuseppe, e gli tributa un lungo e affettuoso applauso.

In seguito tocca alla prima delle 155 in pista: la GTA di Eugenio Molinaro.
La sua esibizione è resa più emozionate dal 180° documentato nelle foto, piccolo intoppo senza nessuna conseguenza per la vettura.


Molinaro in pista con la 155 GTA

L’ultima vettura a scendere in pista è una leggenda, anzi, la Leggenda dei Rally: sua maestà Lancia Delta S4.
Chi scrive, Alfista da sempre fino al midollo, confessa che davanti alla vista della tanto sgraziata quanto vincente vettura torinese ha provato un brivido…


Il mito degli appassionati di rally e non solo: la Delta S4

La pausa pranzo interrompe l’idillio ma giunge quanto mai attesa; il freddo comincia a farsi sentire, così come un po’ di stanchezza. Il pranzo, gentilmente offertoci dall’organizzatore, ci viene servito all’interno del ristorante Self-Service della struttura. Le vivande sono buone e abbondanti, e chi ce le serve è molto cortese. Complimenti anche a loro.
Rifocillati ci riavviamo verso il paddock; siamo molto contenti finora, ma manca quel pizzico di pepe in più che renderebbe la giornata perfetta: vorremmo veder girare almeno una delle 155 DTM esposte
Giunti al paddock, troviamo la sorpresa: la 155 V6 TI bianca di Laschino ha il cofano anteriore rimosso, con la scultura del V6 Alfa in bella mostra. Ciò vuol dire che nel pomeriggio, alla ripresa della manifestazione, ci sarà anche Lei!

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L’ Alfa Romeo 155 V6 TI vista da vicino


Mentre in noi cresce sempre più l’attesa di vederla muovere in pista, ci colpisce un “baulone” posto davanti alla 155, collegato con dei tubi in treccia metallica al motore della TI: è un riscaldatore, che provvede a scaldare acqua e olio del V6 prima della sua messa in moto. Anche questo particolare la dice lunga sulla complessità di gestione di una vettura del genere.
La vista del V6 Alfa è uno spettacolo per gli occhi: montato in posizione molto bassa e avanzata (per intenderci, i coperchi delle testate delle due bancate sono a livello del paraurti anteriore!), non c’è un cavo fuori posto, si nota benissimo la cura maniacale posta nello studio di ogni singolo particolare. Il cassoncino di aspirazione in fibra di carbonio (dal quale fa bella mostra di se il Marchio Alfa Romeo), insieme alla batteria di iniettori sottostante, è un’ opera d’arte moderna. Daniele, ingegnere ed esperto di meccanica motoristica, da il suo contributo aiutando Pandolfi nella messa a punto…


Nell'ultima foto, Daniele ritratto con le mani nel... motore

I supporti motore, le sospensioni tutte su uniball e con gli ammortizzatori montati orizzontalmente, i maxi radiatori di acqua e olio, le tubazioni dell’idraulica del cambio (il cui comando è al volante, non c’è la classica leva, ed è sequenziale con il sistema “cut-off” per tagliare temporaneamente la corrente al motore allo scopo di cambiare marcia con il pedale dell’acceleratore a fondo corsa): tutto è perfetto, studiato, costruito e montato con la massima cura. Ogni singolo pezzo è marchiato con un numero ed una data. Pandolfi fa girare il motore della 155 con l’accensione staccata, per far circolare i liquidi pre-riscaldati. La temperatura dì esercizio del liquido di raffreddamento è intorno ai 55 gradi. Dopo questa operazione, Pandolfi scende dalla vettura e ci chiede di dargli una mano a rimontare l’enorme cofano anteriore: detto fatto, mi avvicino, afferro il prezioso manufatto in fibra di carbonio (è leggerissimo!) e lo posiziono al suo posto con qualche difficoltà, nel timore di fare danni.

Ultime due immagini: io e Pandolfi riposizioniamo il cofano della 155

Subito dopo Pandolfi mi chiede se voglio salire all’interno dell’abitacolo e tenere premuto il freno mentre lui serra i dadi delle ruote. Secondo voi cosa gli ho risposto?
Tempo 2 secondi e già ero davanti allo sportello aperto: l’accesso è difficoltoso, per via del sedile ultra-profilato posizionato molto in basso e a causa della presenza, rassicurante ma ingombrante, dei tubi del roll-bar; questo nonostante il volante, esattamente come per una F1, sia stato rimosso (altrimenti accedere all’abitacolo, e soprattutto uscirne, diventa impossibile). Seduto all’interno, mi colpiscono subito la visibilità anteriore praticamente nulla (il cofano quasi non si vede) e la stessa cura maniacale che si avverte nel vano motore. Tutto è perfetto, dalla pedaliera incernierata in basso, al sedile, alla strumentazione digitale, fino agli interruttori posti sul tunnel in fibra di carbonio, ognuno con indicato alla sua base la propria funzione.


L'abitacolo della 155: un tripudio di fibra di carbonio

Premo il freno mentre Pandolfi stringe i dadi delle ruote: la corsa del pedale è brevissima, ma il comando non è molto duro da azionare, almeno al contatto. Ottenere la massima potenza frenante senza far bloccare le ruote è ovviamente roba da piloti veri…

Terminata l’operazione, scendo a malincuore dalla 155, e al suo interno sale Carlo, felice come un bimbo a cui hanno regalato la Playstation. Diciamo che i quasi 20 anni di differenza si vedono nelle operazioni di entrata e di uscita dall’abitacolo…

Io e Carlitos all'interno della 155 V6 TI

Ma il bello deve ancora venire.
Pandolfi mette in moto la 155, sollevata stranamente sul martinetto idraulico, con le quattro grandi ruote che non poggiano terra: al minimo il suono è abbastanza cupo ma civile, tanto quanto può esserlo quello di una vettura da corsa.
Non ci mettiamo molto a scoprire perché la 155 è sollevata: Pandolfi, allo scopo di “scaldare” la 155, dà qualche sgasata in folle, e poi accelera quasi al massimo, inserendo in sequenza tutte e sei le marce. Quello che era un brontolio cupo si trasforma in un urlo lacerante incredibilmente assordante, molto più simile ad una moto da corsa che ad un auto (il limitatore stacca, prudenzialmente, a 11.800 giri: un regime motociclistico, appunto…)
Mai vista (e soprattutto sentita) una cosa del genere: la caduta di giri tra una marcia e l’altra non supera i 1000 - 1200 rpm, le marce entrano in sequenza con una velocità semplicemente pazzesca, mentre le 4 ruote sollevate in aria chiedono solo di poter scatenarsi sul serio a stretto contatto con il l’asfalto di una pista.
Cerchiamo di registrare l’audio incredibile appena ascoltato, speriamo di esserci riusciti per poterlo riassaporare in futuro, ma sicuramente ascoltarlo dal vivo è una esperienza che non dimenticheremo mai.

Più contenti che mai, salutiamo Pandolfi, lo ringraziamo per la colonna sonora della giornata e gli diamo idealmente appuntamento sul circuito.
Ci posizioniamo sugli spalti, stavolta in un’altra posizione rispetto al mattino, per riprendere con le foto e i video la seconda parte dei turni in pista.
Tutto si ripete come prima, con le stesse emozioni: i piloti locali dalla guida pulita, l’urlo dei prototipi e dei V8 e V12 di Maranello, il brontolio cupo del V8 “yankee” della Viper, i traversi delle 2 Lancia Delta Evoluzione di Roberto Di Giuseppe e di Giuliani e della Delta S4.
Ad essi si aggiunge la musica prodotta dal V6 di 90° Alfa Romeo della 155 ITC di Pandolfi (la cui silhouette in pista è ancora più bella e aggressiva), a cui fa da contraltare l’unico inconveniente serio della giornata: Iacoangeli, sul rettilineo di partenza, rallenta con la sua BMW 3000 e poi riparte a ruote fumanti: il 6 in linea bavarese mal digerisce evidentemente il rapido cambio di ritmo, e dopo qualche metro un suono sinistro ed una fumata bianca indicano in maniera molto evidente che la vettura non è in grado di proseguire oltre. Un applauso di incoraggiamento accompagna l’uscita di scena dello sfortunato pilota.
La giornata volge ormai al termine: assistiamo alle operazioni di rimessaggio delle preziose vetture da corsa all’interno dei rispettivi camion e carrelli, il tempo delle ultime foto e dei saluti ai protagonisti della giornata, e ci accingiamo a rimetterci in viaggio per il ritorno a Roma, consci di aver trascorso una giornata indimenticabile.

Si caricano le auto e si riparte... La giornata si avvia verso la conclusione

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Conclusioni


La partecipazione del Club Alfa Sport al “Rieti Motor Day 2007" è stata assolutamente proficua.
La giornata, conclusasi con un buon successo di partecipanti ed autovetture da corsa, oltre che di pubblico, ha dimostrato che la buona riuscita di un evento motoristico passa anche dalla caratura degli ospiti (intesi sia i piloti che le auto) aderenti.

La macchina organizzativa messa in campo nell’occasione dalla “Motorame Vazia” di Luigi Cari si è dimostrata molto efficiente, a testimonianza del fatto che non è un caso se a Rieti siano arrivate un numero di vetture così elevato e di così grande qualità, per una manifestazione non agonistica.

Da parte dello Staff Alfa Sport, speriamo di avervi donato delle immagini e dei video emozionanti. Il senso della nostra partecipazione era legata all’ opportunità di far conoscere il Club ad un numero ancora maggiore di addetti ai lavori, oltre al piacere personale di aver assistito ad un’evento di questo tipo.

Chiaramente, la nostra speranza è quella di poter un giorno organizzare una giornata in pista tutta per noi, in cui poter dar sfogo in circuito i bollenti spiriti di ogni Alfista che si rispetti, guidando alle nostre Alfa Romeo in tutta sicurezza.

Abbiamo potuto ammirare alcune delle più belle e vincenti Alfa Romeo di tutti i tempi, quali la Giulia GTA e le 155 V6 TI. Il fatto di poter vedere in un numero ristretto di eventi questi gioielli della meccanica, per le difficoltà di mantenimento e di costi che comportano, dovrebbero far seriamente riflettere chi di dovere se sia il caso di lasciare che questo patrimonio inestimabile, fatto di sudore, successi, e anche momenti difficili, debba essere abbandonato a se stesso.
Altra cosa, i commenti entusiastici ascoltati con le nostre orecchie nei riguardi di queste due leggende dell' Automobilismo da corsa dovrebbero far pensare se sia così saggio trascurare il mondo delle corse, specie per un Marchio che ne ha fatto il suo vanto per tutta la sua quasi centenaria Storia.

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Ringraziamenti


Il nostro primo ringraziamento va a Gianluigi Picchi, che grazie alla sua segnalazione ci ha permesso di vivere una giornata memorabile. Un vero Signore, che ricordiamo ha contribuito non poco a creare il mito della Storia Sportiva Alfa Romeo.

Ringraziamo l’organizzatore dell’evento, sig. Luigi Cari, e tutto lo Staff della “Motorame Vazia” e del Kartodromo delle Mole di Rieti, che ci hanno ospitato con la massima cordialità e la massima disponibilità.

Ringraziamo poi il sig. Enrico Manucci, il sig. Claudio Giobbi e il sig. Fabrizio Pandolfi per aver risposto a tutte le nostre curiosità e sempre con il sorriso sulle labbra, nonostante stessimo spesso “intralciando” le loro manovre attorno alle vetture.

Ringraziamo il sig. Mauro Cavallaro della concessionaria “Central Motor Automobili” S.p.A per l'attenzione dimostrataci e per aver fatto ammirare ai presenti la stupenda Alfa Brera.

Desideriamo ringraziare infine Roberto Di Giuseppe per lo spettacolo che ci ha regalato in pista!

Commento a cura di
Alessandro Mascia (ssj1985)
Coordinatore Regionale Club Alfa Sport
per Lazio, Umbria e Sardegna

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Considerazioni di un appassionato...


Non c’è molto da aggiungere a quanto descritto da Alessandro Mascia, se non l’emozione di vedere i pista tanti campioni e tante gloriose vetture da corsa.
In particolare la 156 WTCC, la GTA, la 155 GTA Martini e le 155 DTM erano sconvolgenti, oltre che perfette. Vedere poi tre 155 DTM appaiate non è cosa di tutti giorni, poterle toccare e vederle in azione lo è ancor di più.
Abbiamo praticamente passato ore ad ammirarle, come il resto del pubblico d’altronde. La forza che esprimono dal vivo è indescrivibile, facevano gruppo a se e soprattutto sembrano non avere età, anche se dalla più vecchia alla più giovane ci passano oltre quarant’anni, non tre o quattro.
Tutte sono state auto molto vittoriose nelle loro categorie e ognuna esprime il massimo della tecnologia del suo tempo. Le 155 DTM sono però qualcosa che va oltre la “normale” vettura di serie, trasformata in un auto da competizione, sono delle vere e proprie Formula 1 vestite. Anche i bulloni e le viti non sono normali e la collocazione, struttura e materiale di ogni pezzo sono frutto di studi ingegneristici sofisticati, nulla è casuale o eccessivo.
I fieri proprietari poi, che ci hanno gentilmente concesso molto del loro tempo, ne hanno cura come di un figlio, consapevoli del loro valore, soprattutto sportivo e culturale e questo per degli appassionati Alfisti come noi, conta molto.
Ma tutta questa gioia lascia inevitabilmente spazio all’amarezza di sapere che proprio nello stesso giorno l’Alfa Romeo abbandona totalmente le corse a livello ufficiale (ad eccezione del 147CUP).
Quasi cento anni di corse "traditi", anche se in passato più volte la Casa del Biscione si è ritirata dalle competizioni per poi ritornarci più forte di prima.
Inevitabili i ricordi corrono e la mente riproduce le tante immagini di questi mostri che tagliano vincitori tanti traguardi, in tempi a volte di crisi, ma che mai hanno scalfito il desiderio degli uomini di Arese di battersi su ogni terreno con gli avversari.
Ma aldilà delle attuali scelte aziendali che, a quanto proclamato dai Dirigenti di Torino, dovrebbero riportare le Alfa sui campi di gara tra qualche anno, rimane lo sconcerto nel vedere il più assoluto disinteresse per queste vetture e per gli uomini che ne salvaguardano l’integrità e l’originalità, i quali stoicamente ancora si battono, con le sole loro forze (anche economiche) sulle piste e sulle strade per difendere il nostro amato marchio e le mostrano fieri, anche in queste bellissime manifestazioni.
Spero che qualcuno lassù ci ripensi, decidendo di non cancellare una storia sportiva che non ha eguali al mondo (compresa quella della Ferrari, che non è altro che la figlia dell’Alfa Romeo).

Ringrazio tutti coloro che ci hanno bene accolto a questa manifestazione e in particolare Gianluigi Picchi.


Carlo Alberto Monti
Presidente Club Alfa Sport


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