In pista con l’Alfa Romeo Alfetta GT, 50 anni dopo
Era il 1974 quando dai cancelli della fabbrica Alfa Romeo di Arese uscì l’Alfetta GT e, diciamocelo, all’epoca forse solo un veggente sarebbe riuscito a immaginare che quell’affascinante coupé disegnata da Giorgetto Giugiaro sarebbe stata l’ultima granturismo a quattro posti della casa milanese con la trazione posteriore.
TENTAZIONE NOSTALGIA Da allora sono trascorsi cinquant’anni esatti e l’auto, con tutto il mondo che le ruota attorno, è cambiata radicalmente, con l’ovvio risultato che, per chi nelle vene ha la passione per i motori di una volta, farsi assalire dalla nostalgia è una tentazione a cui è difficile resistere quando ci si trova a raccontare un’auto d’epoca – e, a maggior ragione, un’Alfa Romeo.
GUIDARE COME UNA VOLTA. Noi di Veloce ci abbiamo provato, con le migliori intenzioni. Non fosse altro che per cercare un punto di vista diverso dal solito, provando a cucire il tempo nel modo che amiamo di più: guidare. Così, mezzo secolo dopo, dell’Alfetta GT abbiamo deciso di parlare da dietro il volante di una prima serie restaurata dal primo all’ultimo bullone. “Versi” scritti non con la penna, né con la tastiera di un computer, ma con le mani aggrappate al volante come artigli, tra i cordoli del “pistino” del Museo Storico Alfa Romeo, a due passi dall’ex stabilimento in cui la coupé rosso fiammante protagonista del nostro test è stata prodotta nel 1975.
EMOZIONI D’ALTRI TEMPI. Com’è stato guidarla? Un’esperienza unica, in cui il sincronismo tra il pensiero e l’azione è una condizione necessaria non solo per gestire le esuberanze di un’auto “tutta motore e zero elettronica”, per dirla con parole che infiammano i fan della guida “vecchia scuola”, ma anche e soprattutto per esplorare lo spettro delle emozioni a tutto campo, cogliendone ogni sfumatura. E assaporando, curva dopo curva, suoni, immagini, vibrazioni, odori che, mescolandosi, restituiscono quella magica alchimia che fa riscoprire cosa significa guidare davvero.
ARTE E TECNICA. Ma c’è dell’altro, ed è un qualcosa di estremamente romantico e tangibile, perché in macchine come l’Alfetta GT, arte e tecnica diventano due concetti indivisibili, sinonimi di quel “modo tutto particolare di concepire un veicolo a motore” che rende l’Alfa Romeo un marchio diverso da tutti gli altri. A questo punto, non vi resta che salire in macchina con noi.