Alfa Romeo JTS, i primi benzina a iniezione diretta del BiscioneLa tecnologia di iniezione a due fasi è stata introdotta nel 2002 con il 2.0 JTS della 156, poi evoluto nei 1.9, 2.2 e 3.2 V6
Ci sono molti ottimi motivi per ricordare l'Alfa Romeo 156: Auto dell'Anno 1998, è tra le migliori opere di Walter de Silva, oltre ad essere il modello che ha tenuto a battesimo più novità tecnologiche per quanto riguarda il marchio del Biscione. Come il cambio robotizzato Selespeed, o i turbodiesel common rail e più tardi anche il primo benzina a iniezione diretta, il 2.0 JTS.
Va detto che se sul common rail il Gruppo Fiat nel 1997 è stato pioniere in senso assoluto, nel campo dei benzina si è dovuto accodare a diversi costruttori tedeschi e anche giapponesi, ma ha comunque posato una vera pietra miliare per quanto riguarda l'industria italiana.
La storia
L'iniezione diretta di benzina arriva poco dopo il principale concorrente, il Gruppo Volkswagen, che ha fatto debuttare il primo 1.6 FSI da 115 CV sulla Golf nel 2001 e che introdurrà i primi 1.8 e 2.0 (anche turbo) sulla Audi A3, a partire dal 2003.
A metà fra questi propulsori, nel 2002, Alfa Romeo lancia sulla 156 la grande novità del motore 2.0 JTS (Jet Thrust Stoichiometric), che sostituisce il precedente 2.0 Twin Spark a doppia candela. Di questo conserva l'architettura e la cilindrata di 1.970 cc, ma se ne distingue appunto per il sistema di iniezione diretta a due fasi. Viene inoltre offerto sulla Alfa Romeo GT (derivata dalla 156), e sulle sportive Alfa Romeo GTV e Alfa Romeo Spider ormai quasi a fine carriera.

Come funziona
La particolarità del JTS sta nella capacità di realizzare - grazie al lavoro degli iniettori - due differenti modalità di funzionamento: da 1.400 giri/min in su, infatti, il motore funziona secondo il normale rapporto stechiometrico aria/benzina di 14,7:1, ossia 14,7 parti di aria per 1 di benzina. Sfrutta però i vantaggi dell'iniezione in camera di scoppio per avere una miglior distribuzione del carburante e per ottimizzare la combustione e il consumo.
Al di sotto dei 1.400 giri/min si realizza invece un funzionamento ad alimentazione "magra", con una minore quantità di benzina (il rapporto passa a 25:1) che consente di ridurre ancora i consumi medi complessivi.

In condizioni normali, una miscelazione così povera non permetterebbe al motore di funzionare correttamente perché le particelle di carburante nel cilindro sarebbero troppo rarefatte, ma l'iniettore è in grado di realizzare diversi tipi di getto e, in questo caso, frazionarlo in una serie di iniezioni successive (carica stratificata) e concentrarlo nella zona della candela, dove genera forza sufficiente per condizioni di basso carico.
Il 2.0 JTS ha un rapporto di compressione che sale da 10:1 a 11,25:1 e sviluppa circa 165 CV, 10-15 CV più dei TS a 6.400 giri/min, e una coppia massima di 206 Nm (+25 Nm) a un regime di soli 3.250 giri/min contro 3.800 giri/min. Oltre a rendere la 156 più veloce (con 220 km/h contro 216 km/h e 0-100 km/h in 8,2 secondi invece di 8,6 secondi), mantiene i consumi pressoché allineati al motore precedente, nonostante le prestazioni superiori.

L'evoluzione
Il primo JTS soffre, nella fase inziale della sua carriera, di qualche difetto di erogazione, soprattutto nel momento cruciale del passaggio da una all'altra modalità di funzionamento, risultando per molti meno piacevole da guidare del vecchio Twin Spark.
La situazione viene risolta con l'introduzione della seconda generazione, che arriva nel 2006 con la Alfa Romeo 159 - sostituta naturale della 156 - e sulle sue derivate Alfa Romeo Brera e Alfa Romeo Spider che sostituiscono le GTV e Spider precedenti. Più grandi e pesanti, le nuove auto richiedono però motori più potenti: questi vengono realizzati sulla base di due unità interamente in alluminio di General Motors con cui il Gruppo Fiat ha stretto un'alleanza a inizio decennio.
Il principale ha una cilindrata di 2,2 litri (2.198 cc) e una potenza di 185 CV a 6.500 giri/min per una coppia di 230 Nm a 4.500 giri/min. Da questo viene derivata una variante con cilindrata ridotta a 1,9 litri, 160 CV di potenza e 190 Nm raggiunti a 4.500 giri/min anche se già a 2.000 giri/min ne è disponibile quasi il 90%. Questo motore è offerto dal 2005 al 2007 unicamente sulla 159 berlina e Sportwagon.

Al vertice della gamma troviamo invece un V6 3.2 V6 dotato della stessa tecnologia, con 260 CV di potenza a 6.200 giri/min e coppia che raggiunge i 322 Nm nell'arco compreso tra 1.800 e 6.200 giri/min. Quest'ultimo non è l'evoluzione del precedente motore V6 Busso montato anche sulla Alfa Romeo 156 GTA, ma di nuovo si basa su un'unità General Motors modificata nelle teste.
La seconda generazione dei motori JTS chiude il suo ciclo nel 2010 con l'uscita di scena dei modelli che lo montano. Poco prima Alfa Romeo introduce un nuovo quattro cilindri turbo battezzato 1.750 TBi della famiglia sviluppata e prodotta a Pratola Serra, dotato di iniezione diretta ma con una tecnologia differente. Da qui si svilupperanno i motori delle future Alfa Romeo Giulia e Stelvio.
Sigla motore Cilindrata Potenza Coppia Produzione Modelli 2.0 JTS 1.970 cc 165 CV 203 Nm 2002-2005
AlfaRomeo 156 e 156 Sportwagon, GT, GTV e Spider
1.9 JTS 1.859 cc 160 CV 190 Nm 2005-2007 Alfa Romeo 159 e 159 Sportwagon
2.2 JTS 2.198 cc 185 CV 230 Nm 2005-2010 Alfa Romeo 159 e 159 Sportwagon, Brera e Spider
3.2 V6 JTS 3.195 cc 260 CV 322 Nm 2005-2010 Alfa Romeo 159 e 159 Sportwagon, Brera e Spider
Fonte:
https://it.motor1.com/