Alfa Romeo Visconti, l'ammiraglia un po' coupé sognata da Giugiaro
La concept Alfa Romeo Visconti fu proposta nel 2004 da Italdesign come possibile sostituta della 166, che invece non ebbe eredi
I rapporti tra Alfa Romeo e Italdesign andavano a gonfie vele nel 2004: il centro stile di Giorgetto Giugiaro aveva appena firmato il restyling della 156 a cui di lì a poco sarebbero seguite la 159 e poi la Brera, con il senno di poi forse non le Alfa più riuscite dal punto di vista tecnico ma senz'altro apprezzatissime per lo stile.
Fu in questo clima di entusiasmo che l'atelier di Moncalieri provò a giocare l'asso proponendo la sua idea per un'ammiraglia che potesse sostituire una 166 ormai avviata verso la fine della carriera. Lo fece in occasione del Salone di Ginevra, nella primavera di quello stesso anno, presentando la concept Visconti, realizzata internamente ma con il benestare della Casa.
Grande, sportiva e "pronta" La Visconti, battezzata così in omaggio alla famiglia dei Visconti il cui stemma con il celebre "biscione" è da oltre un secolo il marchio della Casa di Arese, sorprese tutti: lunga quasi cinque metri, larga 1,90 e alta quasi 1,50, aveva un abitacolo voluminoso con cofano e soprattutto posteriore molto spiovente, motivo già visto su altri prototipi Italdesign, come la Bugatti EB218, che le dava una fisionomia da berlina-coupé, genere destinato ad affermarsi di lì a poco.
L'idea era coniare una nuova idea di lusso dinamico, con interni spaziosi ma linee muscolose ed eleganti assieme, anche se la comodità fu sempre lasciata all'immaginazione perché questa prima concept non mostrò mai gli interni, che con tutta probabilità non aveva viste le vetrature scure.
In compenso, carrozzeria e frontale erano già progettati in funzione dei test per la sicurezza, dunque sotto quell'aspetto la Visconti prefigurava già molto da vicino una vettura da produrre in serie. Invece, una vera e propria ammiraglia dopo l'uscita di scena della 166 nel 2007 Alfa Romeo non la ebbe più, nonostante ci fosse una base pronta allo scopo.
La Visconti nasceva, infatti, sul Pianale Premium che Alfa Romeo e General Motors, ai tempi alleate, avevano progettato per le berline di classe superiore, ma che si rivelò troppo costoso e pesante, anche se Alfa lo utilizzò ugualmente in versioni accorciate per le già citate 159 e Brera.
Per la concept, in effetti, fu annunciata anche una meccanica che avremmo visto su quei due modelli successivamente: trazione integrale permanente affidata a un differenziale centrale Tosen C (introdotto anch'essa in quel 2004 con la 156 Crosswagon) e un motore V6 3.2 a iniezione diretta di origine GM per l'occasione in versione biturbo, con una potenza di oltre 400 CV, abbinato a un cambio sequenziale a 6 rapporti.