Alfa Romeo 2000 1971 - Conquest Models ref. 105
Recensione di Gianluca66



Un esemplare della vettura reale



Versione evoluta della 1750 del 1968, l'Alfa 2000 ha avuto il non facile compito di rappresentare la marca del biscione nel settore 2 litri. Compito non facile per due motivi.
Il primo motivo dovuto ai vincoli meccanici e di stile con cui la carrozzeria Bertone ha portato avanti il progetto (mai Alfa Romeo avrebbe rinunciato al padiglione Giulia, frutto di un minuzioso lavoro di aerodinamica). Il secondo è perchè quando si nasce sapendo di avere vita breve (l'Alfetta sarebbe nata tra poco più di un anno) si invecchia inosorabilmente, ancora prima di crescere.
Eppure la 2000 ha avuto i suoi proseliti, e come darle torto... meccanica ipercollaudata, lo sfizio di qualche ricco accesorio (condizionatore, vetri elettrici, poggiatesta posteriori) e tanta, tanta potenza come nessuna "due litri" in quel periodo poteva vantare. Le quotazioni degli esemplari sopravvissuti sono strameritate.

Tra la realizzazione die-cast di Politoys negli anni '70 ed il buon esempio in resina di Gamma Model, ce n'é una (o forse ce n'é stata una) poco conosciuta la parte di un'azienda britannica: la Conquest Models.

Vista laterale


Già scovare questo modello nei cataloghi dei negozi di modellismo speciale era un'impresa (unica referenza Alfa da parte del costruttore tra una dozzina di modelli in tutto), averlo lo era ancora di più, anche perchè mica era regalato... il sottoscritto, a metà degli anni '90, per metterselo in vetrina, staccò un assegno di ben 285.000 Lire.

Materiale del modello,venduto esclusivamente factory-built, il metallo bianco... come era tradizione a quei tempi tra i produttori anglosassoni, SMTS per citare un esempio.

Unico colore: rosso alfa, in pratica l'unico che non esisteva nella cartella colori Alfa per le 2000 vendute in Italia, tuttavia era probabilmente disponibile per l'estero... anche se il modellino ha, fortunatamente, la guida a sinistra.
La linea generale risulta tuttavia abbastanza azzeccata, forse un po' troppo assettata, così da perdere parte della linea a cuneo dovuta al ponte rigido posteriore.
Ben proporzionato anche il padiglione e le ruote che ripropongono il disegno di quelle di serie. Non mancano le scritte "disegno di Bertone", riprodotte con delle decal e le maniglie in metallo bianco cromato.

La verniciatura appare lucida e ben posata anche se le decorazioni argento dei gocciolatoi e delle cornici vetri mostrano i limiti, ma anche il fascino, del fatto a mano... sconosciute ai tempi le benvenute tampografie.

Vista tre quarti anteriore


La vista tre quarti anteriore fa risaltare buona parte delle peculiarità che contraddistinguono la 2000 dalla 1750: calandra in plastica nera, scudetto più largo, paraurti e fari di uguale diametro, il tutto é correttamente riprodotto con buone fotoincisioni.

Vista frontale


Vista tre quarti posteriore


Come per l'anteriore, anche la coda ci ripresenta i tratti caratteristici di questa vettura: fari di maggiori dimensioni e la scritta 2000 senza il marchio Alfa Romeo che però é realizzata in maniera un po' pressapochistica con una decal che sparisce dietro il portatarga. Ben realizzata anche l'incassatura della coda, tipica del disegno di Bertone.

Vista posteriore


Per quanto riguarda l'interno, questo modello offre pochino: corretto il volante a calice e la palpebra unica che sovrasta gli strumenti (non più divisa come sulla 1750).

Dettaglio dell'interno


Balza subito all'occhio l'agghiacciante riproduzione della leva del cambio, dritta ed in mezzo ai due sedili, che in realtà sarebbe dovuta essere molto inclinata e spuntare dalla plancia.
Invece i sedili sono ben riprodotti, tuttavia un po' sproporzionati in altezza, tanto che sfiorano il tetto.

In definitiva un buon modello ma con un rapporto qualità/prezzo che va giudicato più per l'esclusività della realizzazione e per la tiratura limitata, che per il risultato finale... a quei tempi ed a quei costi, si vedeva in giro di meglio.

Gianluca 66

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