Alfa Romeo 1750 berlina 1968 - Starline models ref. 510929
Recensione di Gianluca66



Un'immagine della vettura reale




Se dovessi scrivere un libro sulla 1750 berlina, probabilmente lo intitolerei "il complesso della figlia di mezzo", sì perchè è struggente nascere con una sorella maggiore come la Giulia e quando la tua adolescenza comincia a farti sentire importante ti arriva una sorellina, brava e carina, di nome Alfetta che ti fa diventare vecchia anzitempo ed il tuo tentativo di cambiare nome e cilindrata è tempo perso. Dura troppo poco ed è troppo poco, di fronte a chi ti ha preceduto ed è già un mito e chi, appena nata dopo di te, lo diventerà a breve.
Questa è la triste storia di questa splendida Alfa Romeo, dal nome glorioso ma destinata a vivere con troppe antagoniste in casa propria.

E'il 1968, la concorrenza tedesca (Audi e Bmw) comincia ad affilare le armi puntando a cilindrate di due litri, la linea della Giulia comincia a dimostrare qualche rughetta di troppo, l'Alfetta è ancora un embrione, e così l'Alfa Romeo decide di affidare il difficile compito di mantenersi al passo, alla matita di Bertone.
Difficile compito perchè il "cahier de charges" non dà molto spazio alla creatività dello stilista torinese: guai a toccare quel parabrezza che tanti studi aerodinamici avevano voluto così, guai a toccare quella coda tronca e incavata per lo stesso motivo, e poi la meccanica dev'essere quella della Giulia però con quell'updating di meccanica vicino ai 1.8 litri di cilindrata.

Il risultato è comunque positivo, una bella linea pulita e filante, ma soprattutto maledettamente Alfa Romeo e quell'ago del tachimetro che abbatterà (stiamo parlando di una berlina da famiglia) la soglia psicologica dei 180 km/h.
In quasi 5 anni di vita la 1750 fu tuttavia prodotta in circa 100.000 esemplari e, opportunamente dotata di iniezione Spica, sbarcò anche negli "States".
Si studiò anche una versione denominata "1750 Giardinetta Veloce" (carrozzeria Pavesi 1969) che purtroppo, complici i tempi non maturi, o forse per una sorta di reticenza che la Casa di Arese ha sempre dimostrato in passato verso queste carrozzerie, non ebbe seguito.

A livello modellistico, le vicende della 1750 non differiscono molto: snobbata per anni da tutti i produttori è comparsa, solo qualche anno fa, come speciale grazie alla romana Gamma e poi a sorpresa, inserita in una raccolta di Hachette, ne arriva un die-cast di disceta fattura; da li a poco una versione corsaiola arriva anche con Fabbri.
Come è attuale costume queste chicche da edicola si ripropongono, rivedute e corrette, con altri marchi e queste 1750 se le aggiudicano la tedesca Starline models ma anche l'italiana M4, quest'ultima specialmente con qualche livrea sportiva.

Va subito riconosciuto alla Starline, il merito di aver proposto il modellino con delle belle tinte, classiche per la 1750 (blu, rosso, grigio metallizzato e azzurro), peccato manchi quel verde oliva metallizzato che tanto caratterizzava la vettura, almeno qui in Italia. E' recentemente apparsa un'ulteriore referenza color blu pervinca che sconsiglio, in quanto si tratta di una colorazione apparsa con la presentazione della 2000.
La verniciatura comunque è posata in modo uniforme ed appare piuttosto lucida.

La vista di lato presenta una buona riproduzione della linea di Bertone, compresa la caratteristica linea a cuneo dovuta al ponte rigido posteriore, il tutto appare così ben proporzionato.


Vista laterale




Come nella maggior parte di questi modelli, di produzione cinese, molto (in questo caso tutto) è affidato alla tecnica della tampografia. Complice il colore blu scuro, maniglie porte, cornici giro porta, bocchetta di sfogo sul montante posteriore e modanatura sottoporta appaiono ben risaltate da questa tecnica in un bell'argento lucido.


Vista tre quarti anteriore




L'aspetto del frontale, non trascura nulla delle caratteristiche della 1750 vera: la particolare calandra con scudetto centrale e doppia coppia di fari con abbaglianti più piccoli, il tipico paraurti sormontato dalle luci di posizione e dagli indicatori di direzione.


Vista frontale




Il tentativo di riuscire a definire tutti i sette listelli cromati della calandra, ha però reso un po' pesante il frontale e così lo scudetto (con decal del logo Alfa) perde un po' di risalto, tanto che, se non fosse per la sua presenza, il modellino potrebbe essere scambiato per una 124 Special.
Apprezzabile la riproduzione dei fari, le cui parabole non presentano il classico piolo scuro centrale tipico di questa classe di modellini. Correttamente realizzati i paraurti con rostri di gomma e corretti i tergicristalli riprodotti in plastica argento.


Vista di tre quarti posteriore




Anche posteriormente la vettura merita il buon giudizio del frontale, in particolare ottimi i fari e la scritta 1750 (preceduta lal logo Alfa stilizzato).


Vista posteriore




Questi due dettagli, uniti alla cornice della targa sormontata dal pulsante apertura cofano, al paraurti con le due luci illuminazione targa ed al classico terminale di scarico correttamente posizionato, rendono questa vista molto appagante, molto più di quella frontale.


Dettaglio del cerchio ruota




Difficile apprezzare i cerchi ruota, dopo aver giudicato quelle della 1750 GTV di Autoart, tuttavia Starline si è sforzata di dare lustro anche a questo particolare che tutto sommato è più gradevole nella vista di insieme, piuttosto che da quella ravvicinata. Mi spiego meglio: a livello microscopico, il timido tentativo di tampografare i triangolini sulla ghiera nera della borchia è riuscito al 50% e forse era meglio ricorrere ad una bella decalcomania o lasciare perdere del tutto.


Dettaglio dell'interno




La vetratura, affidata a plexiglass di discreto spessore tranne per la porta lato guida, ci permette di apprezzare una buona dote di particolari interni.
La plancia, sormontata dai due strumenti separati è decorata in color legno così come la consolle centrale sulla quale svetta la classica leva del cambio. Il tipico volante a calice ha (giustamente) la corona nera e le razze metallizzate.
Molto gradevoli alla vista la selleria e la pannellatura laterale sulla quale, con un pizzico di sforzo in più, si sarebbero potute tampografare anche le maniglie alzavetro e apertura porta.
Sul divano posteriore è presente il grande bracciolo centrale.

Tenendo conto del prezzo di listino sopportabile (20-25 euro), il giudizio complessivo di questo modellino è decisamente positivo.
Tutto il lavoro di miglioramento sul modello operato da Starline, rende a mio avviso sconsigliabile sia cimentarsi nel migliorare la versione edicolosa di Hachette (€ 9,99 ma decisamente più povera di dettagli e unicamente rossa) quanto il ricorso allo speciale di Gamma (€ 44 in kit/€ 180 montato) anche se, quest'ultima scelta dipende esclusivamente dalle ambizioni del collezionista.
Anche la confezione, basetta in plastica nera e teca in plexiglass, va a pesare sul giudizio finale, grazie a questo la vostra 1750 sarà al riparo da polvere e graffi per lungo tempo.


Gianluca 66

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