L'Autodelta

La nascita dell'Autodelta.
Nel 1963, Carlo Chiti con l'amico Ludovico Chizzola che aveva conosciuto nel periodo in cui aveva lavorato in Ferrari, fonda l'Autodelta. I due avevano un passato da progettisti, Chiti aveva lavorato anche in Alfa Romeo prima di seguire in Ferrari l'amico Bizzarrini.
In Alfa, in quel periodo, essendosi consolidata con il successo della Giulietta in tutte le versioni, era tornata la voglia di riprendere a correre. I progettisti (Satta e Busso) avevano relizzato la TZ, una vettura con telaio tubolare, con scocca realizzata dalla carrozzeria Zagato e con i gruppi meccanici della Giulia. Il presidente Luraghi pensò di affidare la produzione di una piccola serie di queste vetture ad un azienda esterna e la scelta cadde sull'Autodelta appena costituita a Udine, che si occupò anche della gestione sportiva. Dalla Tz, nacque la più competitiva TZ2 che segnò il prima passo dal Gran Turismo verso la Categoria Sport. Dalla TZ si passò alla GTA per correre nell'Europeo Turismo e, con i loro successi in tutto il mondo, L'Alfa Romeo tornò ad essere grande nelle gare per vetture derivate dalla produzione e pensò a guardare avanti. Per questo motivo si rese necessario l'ingresso del capitale dell'Alfa in Autodelta ed un avvicinamento della società di Udine all'Alfa Romeo di Milano. Dei due, solo Chiti si trasferì a Settimo Milanese, Chizzola rimase ad Udine e con suo fratello Gianni continuò a gestire la concessionaria Alfa Romeo.

Una GTA esce dal portone dell'Autodelta di Settimo Milanese

Concluso il rapporto con Carlo Chiti nel 1984, la gestione delle vetture di F.1 venne affidata ad una piccola scuderia, l'Euroracing. Fu il prologo di un abbandono che si verificherà nel 1985. Poi, alla fin del 1986, arriverà anche la cessione dell'Alfa Romeo che, dopo le trattative interlocutorie con la Ford, entra a far parte del gruppo Fiat il 1o gennaio 1987.
Già il 1985 vide affievolirsi l'interesse dell'Alfa Romeo per il mondiale di F.1. I piloti dell'Euroracing, sponsorizzata da Benetton erano Eddy Cheever e Riccardo Patrese.
Nel 1986 tutto il materiale di F.1 fu ceduto alla Osella e il nuovo e interessante motore di F.1 a 4 cil. turbocompressore realizzato dall'Autodelta che si preannunciava molto competitivo fu ritirato dal campionato quando il contratto già stipulato con la francese Ligier prevedeva la fornitura a quest'ultima di motori per la stagione 1987.
La chiusura dell'Autodelta, che divenne la nuova sede di Alfa Corse fu il frutto di una nuova filosofia che comunque confermò il ruolo dell'Alfa Romeo nelle competizioni sportive, in particolare con la partecipazione ufficiale ai campionati italani e tedeschi riservati alle vetture turismo.
L'Alfa Corse, dall'ottobre del 1986 diede il via allo sviluppo di un nuovo motore aspirato da 3,5 litri destinato alle competizioni nel campionato pro-car. Una scelta coraggiosa e molto impegnativa per le notevoli difficoltà che nessun costruttore era riuscito a superare nel campo dei motori da competizione. Per ovvie ragioni di strategia commerciale e di immagine,la ricerca e lo sviluppo nel campo della Formula 1 non ebbe lo sviluppo che meritava.

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Elvira Ruocco

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