L'Alfa Romeo in Sud Africa

L'avventura dell'Alfa Romeo in Sud Africa iniziò nel 1958 con la commercializzazione, da parte di distributori locali e con la supervisione della casa madre, di vetture Giulietta.
Vista la positiva accoglienza di queste vetture, fu deciso di assemblarle in loco appoggiandosi alla società "Car Distribution Assembly") di East London che già si curava dell'assemblaggio di vetture Mercedes. Nessuna casa automobilistica europea aveva propri impianti in loco.
Piano piano la supervisione dell'Alfa crebbe fino ad arrivare ad una gestione completa delle diverse fasi (ad esclusione dell'assemblaggio) che portò quattro anni dopo, alla nascita dell'Alfa Romeo Sud Africa (ARSA). Nel 1964, la Giulia ottenne subito un grande successo di vendite. Quando nel 1967, le linee della CDA toccarono la saturazione, l'assemblaggio fu spostato presso la "Rosslyn Motor Assembly" che già assemblava vetture Renault, Datsun e Nissan.
Constatato il crescente interesse per le vetture del Biscione, la direzione dell'Alfa decise di impiantare una propria fabbrica in Sud Africa e così nel 1971 partì la costruzione dello stabilimento nella zona industiale di Britts che fu completato nel 1973. Nel mese di luglio dello stesso anno uscì dalle linee la prima Alfetta, cui fecereo seguito negli anni, l'Alfasud, l'Alfetta coupé, Alfasud Sprint, la nuova Giulietta e l'Alfa 33.
Nel 1978, in seguito ad un accordo con la Fiat che aveva chiuso il suo stabilimento sudafricano, vennero assemblate a Britts le fineserie delle Fiat 128 e 132 e il pickup 128.
Nel 1983 fu firmato un accordo con la Daihatsu per l'assemblaggio della vettura Charade.
Nel 1984, si registrò una crisi economica in sudafrica causando un forte calo delle vendite che portò la direzione dell'Alfa alla decisione di chiudere lo stabilimento di Britts.


Elvira Ruocco

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