ALFA SPORT SUL MIGLIO LANCIATO

Intervento di Paolo Smoglica, autore "il Circuito di Pescara"

Montesilvano (PE), 29/03/2008





Il "Circuito di Pescara" raccontato dai quotidiani sportivi dell'epoca



Nel mio intervento farò un piccolo excursus della corsa, avvalendomi di un archivio che ha pubblicato su internet il CONI; in quest’archivio sono presenti alcune edizioni de “Il Littoriale”, quotidiano sportivo del tempo. Questo per farvi capire quanto fosse importante, all’epoca, questo Evento. Purtroppo su internet non c’è l’archivio della parte che ci interessa direttamente, cioè dal 1924 al 1939, ma quello che abbiamo ci da comunque l’idea dell’importanza della corsa.
In un edizione del 1931 c’è la presentazione della Coppa, ed è in apertura di pagina del giornale; sempre nel ’31, un edizione successiva titola a tutta pagina (sempre la prima) la vittoria di Campari a Pescara, mentre all’interno del giornale è presente la cronaca della gara.
L’anno successivo, nel 1932, la Coppa Acerbo non ha la copertina perché c’era un altro grande appuntamento sportivo che scalzava l’automobilismo dalla prima pagina (a titolo esemplificativo, vi dico che in quegli anni il calcio, su un giornale di 6 pagine, si trovava in quarta pagina); in questa edizione si parla della vittoria di Nuvolari su Alfa Romeo P3 (il pezzo apre così: “Non è proprio possibile vincere oggi contro le Alfa Romeo” N.d.R.).

Ancora articolo di presentazione per l’edizione del 1933 del Circuito di Pescara, seguito poi, in un edizione seguente del quotidiano, dalla cronaca della corsa. Qui è presente un piccolo giallo: Nuvolari, che fino al maggio del 1933 corse con l’Alfa Romeo della Scuderia Ferrari, misteriosamente si presentò a Pescara con una Maserati; addirittura, un ragazzino di Pescara (ma di origine mantovana; il padre era un meccanico e faceva l’assistenza alle vetture da corsa alla Coppa) gli scrive la lettera invitandolo a pranzo a casa sua. Nuvolari non corre a Pescara con l’Alfa perché in precedenza c’era stato il Gran Premio di Tripoli in cui si è verificata una situazione un po’ incresciosa.
La racconto perché è anche una storia un po’abruzzese: c’è una foto in cui sono ritratti Nuvolari e Alberto Donati, signore della provincia di Teramo possessore del biglietto della lotteria di Tripoli del 1933, abbinata alla gara omonima. Quell’anno la corsa rischiò di non essere disputata (come accadde nel 1931 e 1932) per i postumi del crollo economico del 1929; e per evitare di farla scomparire definitivamente fu inventata questa lotteria da abbinare alla corsa: furono venduti 1.500.000 biglietti. Gli estratti abbinati ai primi 3 classificati della gara prendevano i premi più grossi, e poi a scalare (con un montepremi era di 6 milioni di lire, 3 milioni circa andavano al primo classificato, al secondo circa 1,5 milioni e al terzo 1 milione) abbinando i 33 estratti ai 33 piloti in gara. Ma l’errore fu quello di estrarre il biglietto vincente una settimana prima della gara.
E’ successo che il 1 maggio del 1933 Tazio Nuvolari raggiunse Cellino Attanasio (paese in provincia di Teramo N.d.R.) per incontrare la persona, Alberto Donati appunto, che aveva il biglietto della lotteria abbinato al suo nome (stessa cosa fecero Varzi e Borzacchini con i possessori dei biglietti a loro abbinati); nel Littoriale di questa cosa si parlò liberamente: c’era un articolo in cui si diceva “Che ci faresti con la vincita?”
Il giorno seguente si incontrarono in un albergo di Roma Nuvolari, Varzi, Borzacchini (i 3 piloti favoriti della gara), i tre possessori abbinati a loro e il giornalista Giovanni Canestrini, che ebbe l’idea della Lotteria. Praticamente, organizzarono la combine: indipendentemente dall’ordine di arrivo dei 3 piloti (in modo da evitare possibili ritiri o incidenti dovuti a contatti di gara), i sei personaggi si sarebbero spartiti equamente il montepremi della corsa, prendendo quindi 1 milione a testa.
Sappiamo poi come andò a finire, vinse Varzi di pochissimo su Nuvolari dopo una lotta serratissima nei giri finali, in barba ad ogni “combine” (pare che i 2 piloti si misero d’accordo su questo ordine di arrivo facendo a testa o croce, ma poi in gara Nuvolari pare ruppe il patto che vedeva vincitore Varzi).

Tornando alle pagine del Littoriale, si parla della cronaca dell’edizione del ’33 della corsa, quella in cui la Maserati di Tazio Nuvolari, che era in testa fino a Montesilvano, all’ultimo curvone prima della stazione si ruppe, impedendogli la vittoria in favore di Fagioli, su Alfa Romeo. Tale impresa venne messa in risalto sia in prima pagina, sia in un ampio articolo all’interno del giornale.
Nel ’34 sul quotidiano viene presentata la decima edizione della Coppa Acerbo (non in prima pagina), anno in cui si svolge per la prima volta in Italia una 24 ore: è la Targa Abruzzo. Quella manifestazione sarà vinta da un’Alfa Romeo 2300 (altre 2 Alfa andarono ad occupare gli altri gradini del podio), che verrà chiamata da lì in avanti “modello Pescara”. Nel 1935 la prima pagina del Littoriale è occupata dalle 2 ruote, a motore e non, con la presentazione del G.P Motoclistico Acerbo (sul tracciato della corsa automobilistica) dove i centauri battagliavano sulla “Rondine” e sulla “Guzzi”, e con la “Settimana Ciclistica” che vede grandi titoli per uno dei più grandi ciclisti di tutti i tempi, Gino Bartali (che vinse la prima tappa e successivamente conquistò la prima maglia rosa a L’Aquila). All’interno di quel giornale ampio spazio alla Coppa Acerbo, con la speranza di tutti i tifosi italiani in una affermazione di Nuvolari dopo la leggendaria impresa compiuta al Nurburgring qualche settimana prima; vincerà invece Achille Varzi, su Auto Union, sotto una pioggia battente.

Passiamo al 1937, con un ampia presentazione della XIII edizione della Coppa che vedrà battagliare Mercedes e Auto Union contro la nuova Alfa 12 cilindri di Tazio Nuvolari (a fianco compare invece l’affermazione di Franco Cortese alla 6 Ore di Pescara): quell’edizione della corsa sarà vinta da Bernard Rosemeyer su Auto Union, battendo le italiane Alfa Romeo e Maserati. Si spera per l’edizione dell’anno successivo, nel 1938, ma non sarà così: vinse Rudolph Caracciola su Mercedes, davanti alle Alfa Romeo di Farina e Belmondo, con miglior tempo sul giro di Luigi Villoresi su Maserati.
All’interno del giornale una pagina intera è riservata alle vicende della Corsa e della 6 Ore di Pescara. Nel 1939 succede una cosa “strana”, perché in quest’anno il Littoriale, nonostante la coppa Acerbo, dedica interamente la prima pagina al ciclismo, mentre all’interno del quotidiano si parla prima della VII edizione della Targa Abruzzo e poi della XV Coppa Acerbo, con l’affermazione di Clemente Biondetti su Alfa 158 e, per le sport, di Rigetti-Rangoni con l’Alfa Romeo 2500. Concludo parlando dell’ aero-autodromo che doveva essere costruito nei pressi di Pescara: al termine dell’epopea del circuito di 25 km, ci furono svariati tentativi di costruire un aero-autodromo, e si era arrivati a buon punto perché c’era già una delibera della Provincia e si misero dei soldi da parte attraverso la Cassa di Risparmio, ma purtroppo non se ne fece più nulla.

PAOLO SMOGLICA