Mercato italiano
Crescita a doppia cifra anche a novembre: +16,2%




La crescita a doppia cifra del mercato dell’auto italiano non si arresta neanche a novembre. Stando ai dati diffusi dal ministero dei Trasporti, le immatricolazioni mensili si sono attestate su 139.278 unità, il 16,2% in più rispetto al pari mese dell’anno scorso. Il miglioramento è sempre legato alla maggiore disponibilità di prodotto presso le reti di vendita e alla corsa dei costruttori a smaltire il forte arretrato di ordini, anche se non mancano segnali negativi a partire dal continuo balzo delle autoimmatricolazioni. In ogni caso, con i dati di novembre e la crescita di settembre (+23%) e ottobre (+20%), l’Italia riesce a ridurre di parecchio il divario con i livelli pre-pandemia del 2019: secondo le elaborazioni Unrae, il gap mensile è del 7,1%, a fronte del 20% medio dei mesi precedenti. Se, però, si guarda il consuntivo annuale, manca ancora all’appello circa un quinto dei volumi: nei primi undici mesi del 2023 le immatricolazioni sono state 1.455.271, il 18,1% in più sul pari periodo del 2022, ma il 18,1% in meno sul 2019. Alla fine di settembre, però, il gap era ancora superiore al 20%.

Stellantis. A novembre, il gruppo guidato da Carlos Tavares conta 41.092 immatricolazioni, il 10,1% in più rispetto a un anno fa. Tra i vari brand spicca la performance di Alfa Romeo con un +71,7% (2.728 immatricolazioni). Citroën, invece, guadagna il 13,1% (4.300), Fiat il 7,1% (15.092), Jeep il 27% (5.837), Lancia l’11,1% (3.998) e Opel il 20,3% (3.025). In territorio negativo gli altri marchi: DS perde il 25,9% (456), Maserati il 33,9% (273) e Peugeot l’11,6% (5.383).

Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le targhe totali sono 20.870, per un incremento del 5%. Negative Audi con un -6,4% (5.664), Lamborghini con un -3,9% (25) e Volkswagen con un -6,4% (9.099). Al contrario, Cupra sale dell’82,8% (1.369), Seat del 39,2% (1.459) e Skoda del 42% (3.254).

Renault e Ford. Il gruppo guidato da Luca de Meo segna una crescita del 31,6% grazie a 16.332 immatricolazioni, di cui 7.355 sono del marchio della Losanga (+41,4%) e 8.977 della Dacia (+24,5%). Performance positive pure per la Ford: le 6.360 registrazioni implicano un miglioramento del 10,4%.

BMW e Daimler. Le immatricolazioni del costruttore bavarese sono pari a 7.822, il 14,2% in più rispetto a un anno fa: il marchio BMW cresce del 40,3% (6.184 targhe), mentre la Mini è in calo del 32,8% (1.638). In territorio positivo la Mercedes-Benz, con un +21% e 5.547 vetture registrate: il brand della Stella a tre punte sale del 20,3% (4.947 immatricolazioni) e la Smart del 27,1% (600).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota registra 10.415 veicoli e guadagna il 10,4%, con il marchio delle Tre ellissi in salita del 10,4% (10.081 immatricolazioni) e la Lexus dell'11% (334). In spolvero la Nissan (+134,7%, 4.367 targhe), la Suzuki (+35,5%, 2.954), la Mazda (+49%, 1.290), la Honda (+61,5%, 872) e la Subaru (+26,1%, 251). Ancora in territorio negativo la Mitsubishi (-40,3%, 40). Contrastate le Case coreane: la Kia, con 3.844 immatricolazioni, perde il 15,1%, mentre la Hyundai cresce del 12,7% (4.646 vetture).

Premium e sportive. Tra gli altri marchi del segmento premium, le immatricolazioni della Volvo sono 1.225 unità, il 19,7% in meno rispetto a un anno fa. Il gruppo Jaguar Land Rover ne registra 1.055 (+38,5%), di cui 113 per il marchio del Giaguaro (+0,9%) e 942 per il brand delle fuoristrada (+44,9%). Per la Tesla le targhe sono 2.710 (+144,6%). Nel segmento delle sportive di lusso la Porsche perde il 24% (616 immatricolazioni), mentre la Ferrari passa da 75 a 32 targhe e l’Aston Martin da 6 a 12. Infine, per la Polestar le immatricolazioni sono 28, contro le 20 di un anno fa.

Gli altri brand. Tra i costruttori che si sono fatti notare negli ultimi mesi per il loro tasso di crescita spiccano ancora la MG, con un +185,7% e 3.080 targhe. Dopo due mesi negativi, torna alla crescita il gruppo DR, con un +3,8% e 3.317 immatricolazioni, mentre la Lynk & Co subisce un calo del 73,4% (180 registrazioni).

La top 10. Nella classifica dei modelli più popolari, svetta sempre la Panda con 11.237 immatricolazioni. Seconda rimane la Dacia Sandero, con 4.865 e terza la Lancia Ypsilon, con 4.002. Seguono, nell’ordine, la Jeep Avenger (3.289), la Toyota Yaris Cross (3.182), la Dacia Duster (3.117), la Ford Puma (2.970), la Citroën C3 (2.931), la Nissan Qashqai (2.902) e la Toyota Aygo X (2.584).

L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita, i privati crescono del 17,7%, mentre il noleggio vede la componente del lungo termine salire del 4,6% e la breve flettere del 27,2%. Bene società ed enti, in crescita del 21,1%. Ancora una volta, volano le autoimmatricolazioni: dopo il +92,6% di settembre e il +70,4% di ottobre, salgono del 60,7%, con l’uso privato in rialzo del 63,4% e il noleggio del 23,4%. A tal proposito, Laura Gobbini, Project Manager & Data Analyst di Dataforce Italia, sottolinea che le “147.935 autoimmatricolazioni dall’inizio dell’anno fanno ragionevolmente pensare che sfonderemo quota 160 mila a fine dicembre, tornando ad avvicinarci pericolosamente ai volumi di km zero pre-pandemia. Pericolosamente, perché troppe autoimmatricolazioni portano a un effetto negativo sui valori residui che, combinato con la frenata sugli sconti da parte degli OEM, innescherebbe una spirale involutiva sui canoni di noleggio e a un rallentamento della crescita dei volumi. Ma gli effetti negativi non finirebbero qui: se i quantitativi sempre più ingenti di autoimmatricolazioni fossero costituiti in larga parte da auto elettriche che trovassero rapidamente un acquirente finale privato o aziendale, il fenomeno costituirebbe una buona notizia. Ma non è questa la realtà: le informazioni in possesso di Dataforce dimostrano inequivocabilmente che su 8.481 elettriche immatricolate senza avere ancora un cliente finale, soltanto 750 hanno trovato un nuovo proprietario, 152 sono passate da un dealer all’altro e ben 7.213 sono ancora in stock. Infine, 631 sono state esportate proprio verso quei Paesi (Belgio, Germania, Svizzera, Danimarca e Francia) che hanno fatto da traino alla transizione elettrica ma che adesso, finiti gli incentivi anche da loro, cercano le offerte di fine stagione proprio da noi”.

Ritorno alla crescita per le Bev. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione conferma il trend positivo delle elettriche: le Bev guadagnano il 54,2% e salgono dal 4,2% al 5,6% del mercato. Ancora in calo le ibride plug-in: le immatricolazioni scendono del 13,9% e la quota dal 5,5% al 4,1%. Le ibride, invece, segnano un +31,3% (+45,3% per le full e +26% per le mild) e passano dal 33,7% al 37,9%. Tra le alimentazioni tradizionali prosegue l’andamento positivo del Gpl: +1,1%, ma la penetrazione passa dall’11,2% al 9,7%. Crisi sempre più nera il metano, con un crollo del 46,3% e una quota in contrazione dallo 0,3% allo 0,2%. Le auto a benzina, grazie a un +20,5%, salgono dal 26,9% al 27,8% del mercato. Infine, le diesel segnano un -5,7% e scendono dal 18,1% al 14,7%.

La classifica delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, il primo posto è occupato dalla Tesla Model 3 con 1.956 immatricolazioni; la seconda posizione è appannaggio della Tesla Model Y (703) e la terza della Dacia Spring (509). Alle loro spalle Fiat Nuova 500 (422), Smart Fortwo (422), Jeep Avenger (246), MG 4 (216), Audi Q4 (202), Smart #1 (177) e BMW iX1 (167).

Emissioni. Ovviamente, l’andamento delle varie alimentazioni influisce sui dati di emissione: la CO2 media è pari a 117,2 g/km, lo 0,8% in meno rispetto ai 118,2 dello stesso mese dell'anno scorso (il dato dei primi 11 mesi dell’anno cresce, però, dello 0,8% a 119,7). A novembre sono state immatricolate 8.831 auto (6,2% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.826 vetture (3,4% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 91.616 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 64,7% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 30.471 auto (21,5% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 3.005 (2,1%).

Il commento dell'Unrae. Nella sua consueta analisi dei dati, l'Unrae pone l’accento sulle misure finora attivate per la transizione. “Visto il perdurare del ritardo in tema di transizione energetica, l’Unrae ribadisce l’urgenza di intervenire sull’attuale schema incentivi, attraverso un provvedimento che interrompa le indiscrezioni di stampa e l’attendismo che si è creato sul mercato, che non si riflette ancora nei dati delle immatricolazioni”, afferma il presidente Michele Crisci. “Tale revisione dovrebbe prevedere modifiche delle regole attuali, accogliendo le richieste dell’Unrae di innalzamento del price cap e di estensione dell’incentivo a tutte le imprese con bonus a importo pieno, per rendere le stesse regole più fruibili, maggiormente indirizzate ai target europei e utili a un accelerato rinnovo del parco”. Tuttavia, per l’associazione, la sola revisione degli incentivi non è sufficiente: “Richiamiamo ancora una volta la necessità di una revisione del regime fiscale delle auto aziendali in uso promiscuo, che potrebbe essere velocemente attuata attraverso i decreti attuativi della Delega Fiscale, in modo da favorire la competitività delle imprese italiane, oltre a rilanciare un settore che, con il veloce ricambio dei veicoli aziendali, è in grado di accelerare il rinnovo del parco complessivo circolante”, conclude Crisci.


Fonte: https://www.quattroruote.it/

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