Mercato italiano
Forte accelerazione a marzo: +40,8%




Il mercato italiano dell'auto assiste a un'accelerazione del trend di ripresa, innescato da diversi mesi. A marzo, secondo i dati del ministero dei Trasporti, sono state immatricolate 168.294 vetture, con una crescita anno su anno del 40,8% e circa 40 mila unità in più rispetto ai livelli dei due mesi precedenti. Inoltre, il consuntivo dei 12 mesi vede 427.019 registrazioni, il 26,2% in più rispetto al primo trimestre del 2022. Il deciso miglioramento della domanda è legato, soprattutto, alla maggior disponibilità di prodotto presso le reti di vendita e alla corsa dei costruttori a smaltire gli ordini arretrati; tuttavia, non bisogna dimenticare l’effetto statistico legato alla bassa base di confronto con lo scorso inverno, particolarmente penalizzato dalle conseguenze della crisi dei semiconduttori sulle attività produttive dell’intero settore. Nella realtà dei fatti, il mercato è ancora lontano dai livelli pre-pandemia anche se il divario è in via di riduzione. A tal proposito, il reale termometro della domanda lo fornisce il confronto con i dati del 2019 elaborato dall’Unrae: le registrazioni risultano in calo del 13% circa a marzo e del 20% nel trimestre.

Stellantis. A marzo, il gruppo Stellantis conta 59.505 immatricolazioni, il 36,9% in più rispetto a un anno fa grazie al contributo di tutti i marchi: +267,1% per Alfa Romeo (2.992 targhe), 3,4% per Citroën (7.280), +26% per DS (828), +11,4% per Fiat (17.379), +81% per Jeep (7.998), +40,3% per Lancia (5.059), +252,6% per Maserati (469), +50,7% per Opel (6.911) e +60,4% per Peugeot (10.589).

Gruppo Volkswagen. Per Wolfsburg, le targhe totali sono 25.174, per un incremento del 35,7%. L'Audi cresce del 23,7% (6.868 registrazioni), la Cupra del 125,5% (1.840), la Seat del 7,2% (1.514), la Skoda del 73,9% (3.214) e la Volkswagen del 31,7% (11.710). Stabile la Lamborghini, con 28 immatricolazioni.

Renault e Ford. Il gruppo francese guidato da Luca de Meo chiude il mese di marzo con una crescita del 26,4% e 15.405 immatricolazioni. Di queste, 7.323 sono del marchio della Losanga (+40,2%) e 8.082 della Dacia (+16,1%). Performance positive anche per la Ford: le 9.798 targhe implicano un miglioramento del 28,1%.

BMW e Daimler. Per il costruttore di Monaco le registrazioni sono 8.197, il 55,3% in più rispetto a un anno fa: il marchio BMW cresce del 49,5% a 6.128 immatricolazioni e la Mini del 75,8% a 2.069. Bene anche la Mercedes-Benz, con un +15,9% e 5.729 vetture registrate. Il brand della Stella a tre punte sale del 13,3% (5.175 immatricolazioni) e la Smart del 48,5% (554).

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota immatricola 10.152 veicoli e guadagna il 29,7%: il marchio delle Tre ellissi, con 9.861 targhe, sale del 32,7%, mentre la Lexus, con 291 auto, perde il 26%. Andamento positivo pure per la Suzuki (+65,9%, 3.509 unità registrate), la Mazda (+67,3%, 1.616), la Nissan (+106%, 5.226), la Subaru (+153,2%, 395), la Honda (+3,8% e 632 targhe) e la Mitsubishi (+43,8% e 292 unità immatricolate). Bene le Case coreane: con 4.951 immatricolazioni, la Hyundai guadagna il 70,5%, mentre la consociata Kia cresce del 16,2% (4.768 vetture).

Premium e sportive. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo immatricola 1.578 vetture, il 28,7% in più rispetto a un anno fa. Il gruppo Jaguar Land Rover ne registra 873 (+18,9%), di cui 130 per il marchio del Giaguaro (-54,4%) e 743 per il brand delle fuoristrada (+65,5%). In forte crescita la Tesla, con un +175,7% (2.911 elettriche immatricolate). Nel segmento delle sportive di lusso la Porsche guadagna il 6,5% (787 targhe), mentre la Ferrari scende del 9,6% (85).

Gli altri brand. Tra gli altri costruttori ormai su un costante percorso di crescita, spiccano ancora il gruppo DR (3.441 vetture, +128,6%), la Lynk & Co (535 auto, +1.625,8%) e la MG (2.378, +339,6%).

La top ten delle auto più gettonate. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda con 9.922 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Lancia Ypsilon (5.059) e la terza dalla Toyota Yaris Cross (4.686). Seguono, nell’ordine, la Opel Corsa (4.278), la Jeep Renegade (4.148), la Dacia Sandero (4.096), la Citroën C3 (3.887), la Peugeot 3008 (3.310), la Dacia Duster (3.278) e la Fiat 500X (3.147).

L'andamento dei canali commerciali. Per quanto riguarda i canali di vendita è il noleggio a sostenere la domanda. I privati, infatti, crescono del 16,7%, ma il noleggio a lungo termine vola a +90,2% e quello a breve a +178,2%. Bene anche le società, con un +34,5%, mentre le autoimmatricolazioni, dopo diversi mesi in territorio negativo, invertono la rotta e salgono del 31%.

Nuovo boom per le elettriche. La suddivisione delle immatricolazioni per tipologia di alimentazione conferma la forte ripresa delle elettriche: +81,5% e una quota in risalita dal 3,7% al 4,8% del mercato. Positive anche le motorizzazioni tradizionali: le auto a benzina, grazie a un aumento del 45,9%, vedono la loro penetrazione migliorare dal 27,3% al 28,4%, mentre le diesel, nonostante un +35,1%, scendono dal 21% a 20,3%. Bene anche le Gpl, con un +15%, anche se la loro penetrazione passa dal 9,3% al 7,6%. Le vetture a metano subiscono un crollo dell’85,8% e scendono dall’1,1% allo 0,1%. Crescita continua per le ibride, che mettono a segno un +48,2% e passano dal 32,6% al 34,5%. Sul fronte delle vetture alla spina, le ibride plug-in guadagnano il 19,6%, perdendo però quote di mercato (dal 5,1% al 4,3%).

La classifica delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, il primo posto è occupato dalla Tesla Model Y, con 1.697 immatricolazioni, mentre il secondo è appannaggio della sorella Model 3, con 1.123 targhe. In terza posizione troviamo la Smart fortwo, con 554; seguono la Fiat Nuova 500 (452), la Dacia Spring (366), la MG4 (284), la Renault Mégane (279), la Peugeot e-208 (269), la Volkswagen ID.3 (220) e la Renault Twingo (215).

Emissioni. L’andamento delle varie alimentazioni influisce ancora sulle emissioni: la CO2 media è pari a 120,3 g/km, in aumento dell’1,5% rispetto ai 118,5 dello stesso mese dell'anno scorso. A marzo sono state immatricolate 8.393 auto (4,9% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 5.235 vetture (3,1% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 105.634 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, pari al 62,1% del totale. Oltre a queste tre fasce, sono state registrate anche 43.867 auto (25,8% del mercato) con emissioni di anidride carbonica tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono 2.951 (1,7%).

Il commento dell'Unrae. Nell'analizzare l’andamento del mercato, l’associazione dei costruttori esteri che operano in Italia pone l’accento sulla ratifica del divieto di vendita di nuove auto endotermiche dal 2035, auspicando che si concluda "il clima di confusione che ha accompagnato il dibattito. Sulla transizione energetica del settore", afferma il presidente Michele Crisci, "pensiamo che ci sia bisogno di chiarezza e che ritardi, indecisioni e messaggi allarmistici non aiutino gli investimenti delle imprese e i consumatori a fare le loro scelte nel percorso avviato. La riduzione delle emissioni è una precisa indicazione europea e la transizione energetica è un dovere sociale, oltre che una imperdibile opportunità economica verso un grande progresso tecnologico sostenibile. Ora c’è bisogno di lavorare in modo coordinato, con una strategia pragmatica, per raggiungere gli obiettivi di un processo che è già in atto e va governato: l’industria automobilistica è pronta a fare la sua parte e a supportare le istituzioni per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni al 2035, ma nel frattempo continua a diventare sempre più ampio il gap che ci separa dagli altri mercati principali in termini di diffusione di auto con la spina. Se non ci impegniamo a recuperare velocemente", conclude Crisci, "la nostra industria rischia moltissimo e il nostro mercato il declassamento". L’Unrae invita, dunque, a supportare gli acquirenti, sia privati che aziende, anche con interventi che prevedano, per esempio, la revisione della fiscalità per le auto aziendali, oppure una riformulazione degli incentivi all’acquisto di vetture a zero o basse emissioni.


Fonte: https://www.quattroruote.it/


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