Alfa Romeo Sportut, il primo SUV del Biscione

Prima di Stelvio e di Tonale e addirittura prima di Kamal, la casa automobilistica di Arese aveva presentato un primo concept di Sport Utility




Oggi, nella gamma Alfa Romeo, le Sport Utility occupano uno spazio sempre più importante, dopo la Stelvio è arrivata la Tonale e presto sarà la volta di un nuovo modello più compatto. La strada percorsa è stata però molto lunga per la casa del Biscione, in notevole ritardo rispetto alla concorrenza e di fatto in campo nella categoria soltanto a partire dal 2016. La bella concept Kamal del 2003 viene spesso considerata un primo tentativo, ma in realtà c’è un’antenata precedente, la interessante proposta firmata Bertone del 1997.

Debutto a Ginevra
L’atelier piemontese presenta al Salone di Ginevra, proprio a pochi giorni dalla scomparsa del celebre fondatore, quella che diventerà l’ultima testimonianza di un grande genio creativo. Nuccio, sempre attento alle tendenze emergenti sul mercato e intuendo le potenzialità di espansione di un settore dove da poco tempo aveva fatto ingresso un’auto dal travolgente avvenire, la Toyota Rav 4, decide di accettare la sfida. E’ l’atto di nascita dell’Alfa Romeo battezzata Sportut, sintesi dialettale per dare nome ad un mezzo “tutto sport”, fuori del comune e in sintonia con l’immagine del marchio.

Un progetto unico per stile
L’originalità estetica, anzitutto, non manca certo a questo esemplare unico a due volumi e cinque porte dalle dimensioni non eccessive (lunghezza 4,11 metri) e sviluppato in altezza (1,64 metri), che utilizza componenti di base della berlina 145. A caratterizzarlo, gli ampi fascioni paraurti dal colore a contrasto con il resto della carrozzeria, i quattro fari rotondi, il lunotto che si estende anche ad una parte del tetto, la protuberanza posteriore, simil fuoristrada, dell’alloggiamento della ruota di scorta e i cerchi in lega dal disegno sportivo. L’interno, dall’impostazione più classica, offre una buona abitabilità e le componenti di allestimento sono riprese dalla produzione di serie Alfa Romeo.

Meccanica all’avanguardia
Nella meccanica, in evidenza il sistema di trazione integrale e gli elementi, dalle sospensioni all’impianto frenante, direttamente derivati dalla 145. La scelta del motore, tanto per confermare il carattere della vettura nel segno della tradizione, cade sul raffinato quattro cilindri bialbero due litri, Twin Spark (due candele per cilindro) e 16 valvole in abbinamento con un cambio a 5 marce, al vertice della gamma della berlina e che equipaggia la versione più dinamica Quadrifoglio. La elevata potenza di 150 cavalli garantisce prestazioni di rilievo, per una Sport Utility che non avrebbe mancato di dire la sua in un ambito commerciale che si andava estendendo a vista d’occhio. Non la pensa così la dirigenza dell’allora Gruppo Fiat e la Sportut resta comunque un valido esercizio, senza le conseguenze di quella che sarebbe stata, molto probabilmente, una fruttuosa scelta positiva anche rispetto alla concorrenza nella fascia di riferimento. Una mancanza di “coraggio” che l’Alfa Romeo, buona ultima ad entrare in gioco nel settore, ha senza dubbio pagato.


Fonte:https://www.formulapassion.it/

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