Il canto del cigno del V6 “Busso”: l'Alfa Romeo 147 GTA compie 20 anni

Presentata un anno dopo la 156 GTA, aveva 250 CV tutti sulle ruote anteriori. Oggi vale più di 30.000 euro




Gran Turismo Alleggerita, ovvero GTA, è la mitica sigla che Alfa Romeo creò alla fine degli anni Sessanta per definire la versione più sportiva della Giulia Sprint che vinse il titolo europeo turismo per tre stagioni di fila dal 1966 al 1968. La stessa sigla fu recuperata oltre trenta anni dopo per le varianti prestazionali della 156 e della 147. In questi casi non c'era nessun alleggerimento - la Giulia Sprint dimagriva di circa 200kg - bensì un potenziamento degno di nota grazie al V6 posto sotto il cofano. Si tratta del mitico Busso nella sua ultima evoluzione, prima che le norme antinquinamento lo mettessero fuori giogo, con 3.179 cc capaci di generare 250 CV a 6.200 giri e 300 Nm di coppia a 4.800 giri. Un motore vecchia scuola, senza particolari artifici tecnologici, assetato di benzina, con tanto cuore e un sound da pelle d'oca.

Così, pur non brillando per doti aerodinamiche, la 147 GTA raggiungeva i 248 km/h e scattava da 0 a 100 km/h in 6,3 secondi, oltre ad avere una grande elasticità nelle marce alte. A fine 2002, quando venne presentata, questa 147 aveva una sola vera concorrente, ovvero la Volkswagen Golf R32, anch'essa con un motore V6 aspirato ma in più la trazione integrale. Per il resto, le berline compatte più potenti erano ancora lontane dai 200 CV e non avevano ancora impianti frenanti pronto-gara, differenziali autobloccanti e sospensioni elettroniche.



Per questo quando l'Alfa Romeo presentò la 147 GTA tutti rimasero a bocca aperta. Le sospensioni facevano la differenza, con il quadrilatero alto all'anteriore e il McPherson a doppio braccio al posteriore. Questa Alfa era una vera e propria sportiva anche se andava guidata con perizia. Vista la massa del V6, la distribuzione dei pesi era sbilanciata sull'anteriore e la 147 richiedeva una guida pulita.

Il limite principale era l'assenza del differenziale autobloccante anteriore, che venne poi montato anni dopo su alcune altre versioni.

Scaricare la potenza in uscita di curva era una questione di sensibilità e serviva una certa padronanza per governare uno sterzo ultra diretto – solo due giri da un fine corsa all'altro - e molto sensibile alle variazioni del manto stradale. Sui freni, invece, si poteva sempre contare, grazie a un impianto Brembo ben dimensionato.

L'allestimento interno non era molto diverso da quello delle altre 147, però c'erano i sedili in pelle a “cannelloni” tipici delle Alfa del passato. All'esterno, invece, gli stilemi della 147 normale erano portati all'ennesima potenza, con un uso sapiente delle appendici aerodinamiche e di cerchi in lega specifici. Il risultato era una supercar compatta che accendeva i desideri degli appassionati e che se in ottime condizioni oggi vale anche più di 30.000 euro.




Fonte: https://www.lastampa.it/motori

info@alfasport.net | Privacy | copyright club alfa sport 2019 |