Majorette
Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio: performance per ogni dimensione


Negli ultimi anni il panorama delle berline ad alte prestazioni è stato un monopolio quasi esclusivo delle tedesche. Fino a quando, nel 2016, è arrivata sul mercato l’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio. Per lei un pedigree da sportiva vera: trazione posteriore e un sei cilindri da 510 cavalli e 610 Nm di coppia. E sui passaruota è ritornato quel quadrifoglio verde che contraddistingue fin dai tempi della Targa Florio le vetture con spiccate caratteristiche sportive del marchio di Arese. Una rievocazione di un trademark, che non solo ricorda l’heritage dell’Alfa Romeo (fatto da piacere di guida e ricerca del limite), ma anche del Made in Italy. Una tradizione che nel caso della Giulia Quadrifoglio si mischia con l’eccellenza tecnologica e innovativa della Motor Valley: dentro il cofano troviamo infatti un V6 biturbo di derivazione Ferrari. La potenza è tanta e si sposa con un elevato carico emozionale, perché la Giulia stupisce per la facilità con cui si fa portare al limite. Come confermato dalla nostra prova su strada: “La seduta racing scavata, il sound nell'abitacolo, l’assetto molto rigido, lo sterzo rapido, sono sensazioni da auto da corsa”.

Assetto ed estetica da prima classificata. Il modellino dell’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio riprende fedelmente le caratteristiche della “sorella maggiore” e lo conferma la conquista del primo gradino sul podio; infatti, il tempo medio su tre test è di 4,25 secondi (proprio come la McLaren Senna), ma grazie al best lap assoluto, pari a 4,08 secondi, l’italiana si aggiudica la vittoria. Oltre alle performance, ad accrescere il tasso di desiderabilità troviamo delle similitudini con la livrea Alfa Romeo Racing, ossia la colorazione che sfoggiavano le Stelvio e Giulia esposte a Ginevra 2019, e che celebravano la presentazione dell’omonima squadra di Formula 1. Le ruote di plastica hanno un bel design: i cerchi sono in nero lucido con cornice verde accesa, che si lega in modo appropriato alla ricercatezza della tinta della carrozzeria. Dunque, sotto il profilo delle performance e dell’estetica, la riproduzione della sportivissima berlina italiana convince. Così come la cura nella realizzazione degli interni della berlina: le portiere mobili permettono di dare un’occhiata all’abitacolo e ai sedili avvolgenti. Manca solo l’apertura del bagaglio o del cofano, caratteristiche che le avrebbero garantito le cinque stelle alla voce “parti mobili”. La “piccolissima” del Biscione ha un peso di 37 grammi, in linea quindi con le altre concorrenti, mentre la lunghezza è di 78,35 mm, la larghezza di 31,56 mm e l’altezza di 23,98 mm. Sui canali social di Quattroruote prosegue invece la nostra sfida a suon di sondaggi nelle stories, per decretare insieme alla voce dei fan il migliore modellino Majorette della sfida.







Fonte: https://www.quattroruote.it/


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