Tasse auto
Primo sì alla delega fiscale: ecco cosa potrebbe accadere




Tutti ne hanno parlato per la temutissima riforma del catasto, ma il disegno di legge delega fiscale, approvato ieri alla Camera e da oggi all’esame del Senato, contiene anche alcuni principi che nei prossimi mesi, quando il governo dovrà tradurli in decreti attuativi, potrebbero interessare anche la vita degli automobilisti.

Nel mirino l’accisa sul gasolio. Uno dei primi provvedimenti potrebbe riguardare le accise sui carburanti, attualmente pari a 0,487 euro/litro per la benzina e a 0,367 per il gasolio. Da tempo questo vantaggio è nel mirino del governo. Infatti, nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi del ministero della Transizione ecologica si legge che “il gasolio non merita un trattamento fiscale preferenziale” e che “l’aliquota di accisa del gasolio dovrebbe essere innalzata al livello di quella della benzina”. Insomma, su questo fronte la scure del governo pare proprio destinata a calare. Tra l’altro, in questo momento il livello delle accise in Italia è sensibilmente inferiore alla media europea, pari, rispettivamente, a 0,546 euro/litro e a 0,429 euro/litro. Tutto ciò non lascia presagire nulla di buono, soprattutto se si considera che il ddl delega approvato dalla Camera prevede “un adeguamento (…) in coerenza con l’European Green Deal e con la disciplina europea armonizzata dell’accisa, in modo tale da tener conto dell’impatto ambientale dei diversi prodotti nonché con l’obiettivo di contribuire alla riduzione progressiva delle emissioni di gas climalteranti (l’anidride carbonica, ndr) e alla promozione dell’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili ed ecocompatibili e alla promozione di uno sviluppo sostenibile”.

Potrebbe scomparire il superbollo. Un secondo provvedimento potrebbe riguardare la sovrattassa sulle auto “potenti”, ossia quelle con più di 185 kW. La cosiddetta addizionale erariale, infatti, rientra a tutti gli effetti tra i micro-tributi, ricavandone lo Stato, in media, circa 120 milioni di euro l’anno. Il disegno di legge parla esplicitamente di “eliminazione di micro-tributi per i quali i costi di adempimento dei contribuenti risultino elevati, a fronte di un gettito trascurabile per lo Stato”. Spetterà al governo decidere se il superbollo rientra oppure no tra questi tributi, ma il Parlamento, lo scorso anno, in un’indagine conoscitiva propedeutica alla delega fiscale appena approvata, aveva inserito esplicitamente la sovrattassa di 20 €/kW per le potenze superiori alla soglia di 185 kW tra quelle da cancellare.

Nessuna novità sul bollo. Il testo del disegno di legge delega non fa, comunque, alcun riferimento, nemmeno indiretto, alla tassa automobilistica, il cosiddetto bollo, che invece avrebbe bisogno di una profonda riforma, sia sulla parametrizzazione in base alla classe di emissioni, ferma all’Euro 4, sia sulle scadenze (sono tuttora previsti scadenze e periodi d’imposta differenziati sulla base della potenza dell’auto, cosa che comporta inutili complessità nel calcolo del primo pagamento). Per non parlare della parametrizzazione sulla potenza, inammissibilmente sganciata sia dalle emissioni climalteranti, sia dal reale utilizzo della vettura.

Riforma dell’Iva sulle auto aziendali. C’è, infine, la questione della fiscalità sulle auto aziendali, che invece dovrebbe essere oggetto di riforma. In particolare, l’intervento del Governo dovrebbe riguardare la detraibilità dell’Iva, ferma al 40% in Italia, in deroga alle disposizioni europee. Alla razionalizzazione dell’imposta sul valore aggiunto è dedicato un intero articolo della legge delega. L’obiettivo è quello di rivedere il numero e i livelli delle aliquote e la distribuzione delle basi imponibili tra le diverse aliquote. Anche in questo caso il governo dovrà tenere conto dell’European green deal. Dunque, potrebbe trovare terreno favorevole la proposta dell’Aniasa, l’Associazione delle società di noleggio, che prevede una detraibilità agganciata al valore delle emissioni di CO2 delle auto, crescente al diminuire dell’anidride carbonica, e una detrazione totale per le auto elettriche.

Ora l’esame del Senato. Come detto, il disegno di legge, che dev’essere confermato dal Senato, introduce soltanto i principi della nuova fiscalità, da cui, comunque, non dovrà derivare un incremento della pressione tributaria. Spetterà al governo, poi, intervenire con singoli e specifici decreti legislativi “entro 18 mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge”.


Fonte: quattroruote.it




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