Alfa Romeo Giulia
Cosa sappiamo del restyling




A Torino ci sarebbe una Giulia silenziosa, una Giulia che non fa nessun rumore. Ma che un motore termico ce l'ha. È un'Alfa Romeo Giulia ibrida plug-in, un unicorno per il Biscione. Tanto chiacchierata negli scorsi anni, alla fine potrebbe non vedere mai le luci delle concessionarie, nemmeno con il prossimo restyling. Ma non è detta l'ultima parola. Perché i muletti a Mirafiori ci sarebbero, ma sono in attesa di un via libera dall'alto che non è detto che arrivi. Nemmeno il prossimo anno, quando dovrebbe arrivare un corposo facelift della berlina che coinvolgerà anche la sorella a ruote alte Stelvio. Che non si limiterà a cambiare l'estetica delle due vetture - senza stravolgerla, sia chiaro - ma interverrà anche su alcuni dettagli degli interni e, cosa più importante, pure sulla gamma motori, che sarà anche elettrificata.

Nuovo sguardo e Tonale family feeling. Ogni restyling degno di tale nome deve differenziarsi a livello estetico col modello che va a sostituire. E qui ci sono le maggiori incertezze. Partiamo da un assunto: i lamierati non cambieranno. Sarebbe troppo costoso rifare gli stampi di un'auto che ormai è al giro di boa della sua esistenza. Quindi la carrozzeria rimarrà invariata e a cambiare saranno - presumibilmente - i paraurti e i gruppi ottici. I fascioni paracolpi (soprattutto quello anteriore) riprenderanno un'impostazione che si richiamerà a quella della Tonale, così da creare un family feeling pensato per accomunare tutti i modelli di Arese. Trilobo più grande e meno "morbido", dunque, ma anche nuove prese d'aria e scarichi rivisti. Queste modifiche potrebbero anche consentire l'introduzione di fari più sottili e affilati, ma il condizionale è d'obbligo: creare dei gruppi ottici da zero richiederebbe grandi investimenti e per un maquillage come quello della Giulia potrebbe essere fuori budget. Di certo la grafica interna verrà aggiornata, probabilmente con delle nuovi luci diurne a Led pensate per richiamare l'estetica dei proiettori della futura Tonale. Quindi una firma luminosa che sottolineerà abbaglianti e anabbaglianti seprandoli visivamente. Un'operazione simile potrebbe avvenire anche al posteriore, dove i gruppi ottici dovrebbero mantenere la forma attuale, proponendo però una nuova configurazione dei Led e finiture specifiche.

Nuovo schermo? Forse no. Passiamo agli interni, altro punto cruciale del restyling. Per la Giulia ci sono diverse opzioni sul tavolo: dovrebbero arrivare un volante aggiornato e un nuovo selettore della trasmissione, mentre un cambio di stile dell'intera plancia sarebbe da escludere, anche se novità a livello dell'infotainment sono più che sicure. Quello che ancora non è certo è se Stellantis darà il disco verde a un nuovo schermo touch per il sistema multimediale. Lo spazio ci sarebbe anche per mettere un display da una decina di pollici (ora è da 8,8"), ma bisogna capire diverse cose. Prima di tutto se la crisi dei chip possa consentire di avere delle forniture adeguate, magari anche per un eventuale quadro strumenti digitale. E poi se qualche centimetro extra di diagonale possa valere un (comunque costoso) intervento di reingegnerizzazione delle plastiche della plancia. Di certo c'è che la Giulia 2022 proporrà un infotainment aggiornato nella grafica e, probabilmente, anche nella logica di funzionamento. Voci parlano di una parentela con il sistema operativo che andrà sulla Maserati Grecale, ma è ancora presto per parlare di questo.

Arrivano gli elettroni. Concludiamo con il nodo principale di questo articolo: i powertrain. Con tutta probabilità sulla Giulia debutterà una variante ibrida, necessaria per ridurre le emissioni in fase omologativa. Ma con altrettanta probabilità non si tratterà di un sistema plug-in, né - ovviamente - di un full: la Giulia Hybrid dovrebbe sfruttare una tecnologia a 48 volt simile a quella già vista nella gamma Maserati, con un generatore elettrico incaricato di svolgere funzioni quali il recupero dell'energia e l'avviamento del propulsore termico, ma potrebbe supportare con qualche cavallo extra il funzionamento delle unità quattro cilindri 2.0 turbobenzina e 2.2 diesel (se il gasolio verrà effettivamente confermato). Supportare, perché trattandosi di uno schema mild hybrid il piccolo motore elettrico non sarà direttamente collegato alla trasmissione, ma all'albero motore, e non potrà così fornire trazione diretta, nemmeno per pochi metri. Ma, come dicevamo all'inizio, a Torino più di una persona ha sentito delle Giulia muoversi senza emettere alcun suono: suggestione? Probabilmente no. I reparti di ricerca e sviluppo del Lingotto si sono sempre prodigati per offrire nuove tecnologie, che spesso non sono mai arrivate alla produzione, ma che comunque sono state testate. E proprio l'ibrido plug-in sarebbe una di queste: lo spazio sulla vettura ci sarebbe - come dimostrerà la futura Maserati Grecale, sempre basata sul pianale Giorgio - ma l'unico, grande, problema potrebbe essere quello dei costi. Proporre un'ibrido ricaricabile sulla Giulia significherebbe alzare il prezzo di listino di svariate migliaia di euro, assottigliando la fetta di papabili clienti e facendo diventare la Giulia plug-in un modello di nicchia. E il gioco potrebbe non valere la candela.


Fonte: https://www.quattroruote.it/


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