SPECIALE COME INDY
UNICA COME A.S.N.

PENSATE PER PROLUNGARNE LA CARRIERA O PER RENDERLE
ANCORA PIÙ ESCLUSIVE, LE SERIE SPECIALI DELLA ALFA 75
SONO OGGI, INSIEME ALLE VERSIONI CON LE MOTORIZZAZIONI
PIÙ POTENTI, LE PIÙ RICERCATE DAI COLLEZIONISTI.
ABBIAMO TROVATO UNA INDY “COME MAMMA L’HA FATTA”
E L’ABBIAMO PARAGONATA ALLA A.S.N. DEL MUSEO DI ARESE.




N egli anni ’80, a partire dalla Francia ma poi anche in Inghilterra,
Germania e Italia, si diffondono alcuni modelli di automobili realizzati nelle cosiddette “edizioni speciali”, che traggono
spunto dai temi più disparati: accordi commerciali di reciproca pubblicità, soprattutto fra case di moda (chi non ricorda le mitiche Autobianchi Y10 Fila e Missoni?), oppure richiami allo sport e al tempo
libero (come le Fiat Panda 4x4 Country Club o la Volkswagen Golf
Syncro, sempre Country Club, famosa per il suo assetto molto rialzato,
quasi da fuoristrada) infne molti omaggi alle competizioni (come le
leggendarie Lancia Delta Integrale “Martini”). Proprio in questo flone - nonostante, nella sua storia, esista anche un modello ispirato a
un marchio di abbigliamento, l’Alfasud Valentino - si inseriscono le
versioni speciali proposte da Alfa Romeo, prevalentemente per i modelli 33 e 75. L’operazione, all’epoca, ha prima di tutto una valenza
commerciale, cioè puramente concepita dal “marketing” di Arese per
allungare la carriera di due modelli fra i più apprezzati e venduti del
marchio ma ormai superati sul piano tecnico, che è però necessario
tenere in pista ancora qualche anno, prima dell’avvento dei modelli
progettati con Fiat. Ecco che quindi, per la 33, presentata nel 1983 ma
strettamente derivata nella sua architettura generale dall’Alfasud del
1971, abbiamo allestimenti come Silver, Blue Line, Red, Italia ’90 ma soprattutto Imola, in onore di uno dei templi del motorsport italiano.
Per lo stesso motivo nascono omologhe versioni per la più prestigiosa 75, compianta berlina sportiva considerata dagli appassionati
“l’ultima vera Alfa”, sicuramente l’ultima alla vecchia maniera, ossia
con quel raffnatissimo schema Transaxle inaugurato dall’Alfetta del
1972: tralasciando la particolarissima Evoluzione - costruita in 500
esemplari per permettere l’iscrizione ai campionati Superturismo
e DTM, con numerosi particolari estetici e soprattutto affnamenti
tecnici specifci, quindi non un’operazione di marNeting - troviamo i
modelli “Veloce”, per il Regno Unito, per 1.8 a carburatori, 2.0 Twin
Spark a iniezione, 3.0i e 2.5 V6 automatica, con allestimento estetico
Lester tipo Evoluzione; “Uomo”, per il Belgio, per 1.8 a carburatori, con
assetto ribassato, cerchi Speedline da 14” e inserti in fnto legno sulla
plancia; “Scuderia” e “Diva” per la Francia, il primo per 1.6 e 1.8 a carburatori con kit aerodinamico, cerchi in lega, fendinebbia gialli, interni
specifci, realizzata in 450 esemplari, il secondo in 200 esemplari, per
1.8 a iniezione elettronica, con appendici aerodinamiche, fasce adesive sulle fancate, spoiler posteriore e interni in fnto legno “Trofeo”
per i mercati greco e spagnolo, per 1.6 IE e 1.8 IE, con carrozzeria
della più accessoriata Twin Spark e paraurti in tinta vettura ma le
versioni più particolari sono sicuramente la “Indy” e la “A.S.N.”

INDY/LE MANS/IMOLA (1991)

Quando viene lanciata la versione speciale Indy, la 75 è già in commercio da più di 6 anni (1985) e le cose, per il Marchio del Biscione,
sono molto cambiate, se non altro perché questo, come tutti sappiamo, è stato ceduto dall’IRI al Gruppo Fiat. La 75 è comunque un
modello solido, che si vende bene e che continua a piacere, non
solo in Italia, per le sue doti sportive e la meccanica raffnata. Se infatti già dal 1987 la sfortunata serie di ammiraglia Alfa, dalla 2000
alla 90 passando per 2600 e “Alfa 6” è stata rimpiazzata dalla nuova
164, a trazione anteriore e motore trasversale (nasce su un pianale
condiviso da Fiat Croma, Lancia Thema e Saab 9000) ma con intatte
tutte le caratteristiche di piacere e feeling di guida proverbiali Alfa,
i tempi per una nuova media che, per inderogabili esigenze di mercato, nascerà sul pianale Tipo 2 condiviso con una larghissima serie
di vetture Fiat e Lancia - e quindi con architetture ben più convenzionali del Transaxle - che sarà poi la 155, non sono ancora maturi.
Intanto nel 1988, un buon restyling estetico - calandra più moderna in
tinta vettura, con due sole feritoie e scudetto con bordi cromati, gruppi
ottici e fascia catarifrangente posteriori totalmente rossi, cofano motore in rilievo (prima era appannaggio delle versioni più potenti), interni
rivisti con sedili di nuovo disegno in velluto, grafca della strumentazione rinnovata con retroilluminazione verde - ma soprattutto meccanico,
con l’adozione prima di tutto della variante a iniezione elettronica del
1779 cmu bialbero fno a quel momento a carburatori, dotato quindi di
sistema Bosch Motronic ML 3.3 con variatore di fase, capace di 122 CV
a 5500 giri/min, per una velocità massima di 190 km/h. La 1.8 IE - che
nel 1989 sarà affancata dalla 1.6 IE (il 1570 cmu bialbero a carburatori
sostituiti da iniezione elettronica Bosch Motronic ML 4.1 per 105 CV
A 6000 giri/min) e dal 1990 dalle versioni catalizzate sia di 1.8 IE sia
di 1.6 IE, entrambe con due CV in meno - si riconosce per lo spoiler in gomma posteriore (la 1.6 IE ne è priva) e per i paraurti e gli specchietti
grigio antracite. Partendo dalla base meccanica della 1.8 IE ma dall’allestimento della 2.0 Twin SparN, nel maggio del 1991 nasce la Indy (che
in Spagna sarà proposta col nome “Le Mans”, anche in bianco freddo
e in altri mercati, come i Paesi Bassi, “Imola”, solo in tinta nero metallizzato), in omaggio al più celebre campionato statunitense per ruote
scoperte nel quale Alfa Romeo schiera le proprie monoposto tramite
il “Programma CART” (Championship Auto Racing Teams). Š disponibile
solo nei colori rosso Alfa AR130, nero metallizzato AR602 e argento
metallizzato AR676, presenta codolini passaruota, minigonne, spoiler
in gomma nera, paraurti in tinta carrozzeria con inserti neri, specchietti
in tinta, fendinebbia di serie ma si distingue da qualsiasi altra 75 per i
bellissimi cerchi in lega, prodotti dalla Speedline, da 14” con canale da
6” (elemento che costringe l’adizione dei codolini), con disegno “a stella”
e razze spesse e per la scritta identifcativa sul parafango sinistro e
sul coperchio baule. Meccanicamente troviamo una coppia conica del
differenziale di 10/41 mentre il 1.8 IE è disponibile unicamente senza catalizzatore, con potenza di 122 CV. Internamente viene replicato
l’intero allestimento della Twin SparN, con sedili in velluto spigato. Non
essendo una serie numerata o in tiratura limitata, non è dato sapere
esattamente quante Indy (o Le Mans/Imola) siano state allestite.



A.S.N. (1991)

“Allestimento Sportivo Numerato”. 4uesto il signifcato della sigla della
più speciale delle 75 speciali (che in alcuni mercati è defnita Limited
Edition) presentata poco dopo la Indy, a giugno 1991, oggi un vero e
proprio oggetto di culto al pari delle 3.0 America e delle 1.8 Turbo 4uadrifoglio Verde o Turbo America. Anch’essa si differenzia da tutte le altre
75 per i cerchi in lega, gli Speedline da 14” con canale da 6,5” e disegno
“fnto scomponibili” a 10 fori, simili a quelli montati sulle sportive S=,
fuoriserie proprio su base 75. Meccanicamente le A.S.N. sono disponibili con il 1962 cmu a due candele per cilindro “Twin SparN” a iniezione
elettronica Motronic ML 4.1 in grado di erogare 148 CV a 4700 giri/min
oppure nel più nobile dei propulsori delle 75 - insieme ai V6 “Busso” - il
bialbero di 1779 cm³, a iniezione elettronica LE2-Jetronic, sovralimentato con turbocompressore Garrett T3 e intercooler per 165 CV a 5800
giri/min. Per il resto troviamo sempre l’allestimento della 2.0 Twin SparN
(codolini ai passaruota, minigonne e specchi in colore vettura), anche se
l’interno ha numerose migliorie, prima fra tutte i sedili Recaro in tessuto
nero e grigio chiaro (in due nuance) con scritta al centro dello schienale, poi volante e pomello cambio rivestiti in pelle con impunture a
contrasto (anche se alcune sono state consegnate con il solito pomello
in plastica). “Ciliegina sulla torta”, la targhetta numerata, in alluminio satinato con serigrafa nera, riportante lo scudetto Alfa e le diciture maiuscole “T.SparN” per 2.0 TS e “Turbo” per 1.8 4V, collocata in un apposito
incasso affanco al posacenere, a centro plancia, sopra le bocchette per
l’aereazione. Fra gli accessori, non disponibili per l’Italia, tettuccio apribile metallico e lavafari. Le A.S.N. 2.0 TS sono disponibili nei colori rosso
Alfa AR130, bianco freddo AR024, grigio chiaro metallizzato AR676,
nero metallizzato AR160 e nero pastello AR601. Le 1.8 Turbo 4uadrifoglio Verde sono disponibili solo rosso Alfa e nero metallizzato. Delle
A.S.N./L.E. conosciamo i numeri e il Centro di Documentazione Storica
del Museo Alfa Romeo “La Macchina del Tempo” di Arese, incrociando
i dati del numero di telaio e della targhetta progressiva, è in grado
di stabilire se quella della quale vogliamo informazioni, è realmente
una A.S.N.; complessivamente ne sono state prodotte 4500, 3500 con
motore 2.0 TS e appena 1000 con motore 1.8 Turbo.


Fonte:http://www.asifed.it/LaManovella

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