Mercato italiano
Ancora profondo rosso per le immatricolazioni: -35,7% a ottobre




Il mercato italiano dell’auto non arresta la sua caduta neanche a ottobre. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, lo scorso mese le immatricolazioni si sono attestate su 101.015 unità, con un calo del 35,7% rispetto allo stesso mese dell'anno scorso e ai livelli pre-Covid del 2019. In valori assoluti, si tratta, ancora una volta, della perdita di oltre 50 mila registrazioni e la causa è sempre la stessa da diversi mesi, ossia la scarsa disponibilità di prodotto causata dalla crisi dei chip. Inoltre, sulla domanda pesa anche la continua incertezza sul fronte degli incentivi: le prenotazioni sono ripartite solo da pochi giorni grazie a un nuovo rifinanziamento ma il plafond si è rapidamente esaurito, in particolare per i veicoli nella fascia di emissioni fino a 60 g/km di CO2.

Sempre peggio. L'andamento dello scorso mese implica un nuovo peggioramento per i dati del cumulato annuo: infatti, tra gennaio e ottobre, l’immatricolato si attesta su 1.266.629 unità, con una perdita di oltre 350 mila veicoli sui primi dieci mesi del 2019 e un calo percentuale del 21,7%. Si tratta di una contrazione superiore al -20,6% registrato nei primi nove mesi dell'anno, al -20% dei primi otto e al -19,5% dei primi sette. In ogni caso, anche grazie al positivo trend della prima parte del 2021 e al confronto favorevole con il 2020, i primi 10 mesi mostrano una crescita tendenziale del 12,7%.

Stellantis. Il gruppo Stellantis ha immatricolato 35.790 auto, il 41,7% in meno rispetto a un anno fa, quando FCA e PSA non erano ancora confluite nel nuovo gruppo euro-americano. Tutti i nove marchi chiudono il mese con segno meno: -52,7% per l'Alfa Romeo (757 immatricolazioni), -52,9% per la Citroën (3.739), -18,7% per la DS (401), -32,6% per la Fiat (17.116), -40,9% per la Jeep (3.705), -36,2% per la Lancia (3.012), -58,4% per la Opel (2.496), -48,7% per la Peugeot (4.438) e -16,6% per la Maserati (126).

Gruppo Volkswagen. Andamento negativo pure per il gruppo Volkswagen: le 13.109 immatricolazioni di ottobre implicano una flessione del 44,3%. L'Audi perde il 46,9% (2.986 registrazioni), la Seat il 58,4% (975), la Skoda il 68,3% (868) e la Volkswagen il 40,1% (7.641). Inoltre, la Lamborghini scende del 12,5%, passando, però, solo da 24 a 21 immatricolazioni, mentre il marchio Cupra, al settimo mese di presenza nel conteggio delle immatricolazioni, conta 618 registrazione, contro le 465 di settembre.

Renault e Ford. Il gruppo Renault fa poco meglio del mercato, ma risulta comunque in calo: il costruttore transalpino ha targato 10.924 auto, il 25,7% in meno rispetto a ottobre 2020. Di queste, 5.736 sono del marchio della Losanga (-37,2%) e 5.188 della Dacia (-6,7%). Forte calo anche per la Ford, che con 4.500 immatricolazioni chiude il mese con un -56,3%.

BMW e Daimler. Per il gruppo BMW le registrazioni sono 5.118, il 28,7% in meno per effetto del -27,5% fatto segnare dal marchio omonimo (3.838 registrazioni) e del -32% della Mini (1.280). Segno meno pure per la Daimler: le 4.346 vetture targate si traducono in un calo del 32,3%, con la Mercedes in contrazione del 36,1% (3.664) e la Smart stabile a 682.

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota vede le immatricolazioni - pari a 6.194 unità - contrarsi del 29,2%: il marchio omonimo, con 5.793 auto targate, cala del 30,3% e la Lexus, con 401, scende del 9,1%. Male anche la Suzuki con un -31,5% (3.393 unità), la Nissan con un -38,6% (2.132), la Honda con un -29,8% (704), la Mitsubishi con un -17,8% (329), la Mazda con un -7% (1.217) e la Subaru con un -20,6% (223). Risultano contrastanti, invece, i dati delle coreane: grazie a 4.362 immatricolazioni, la Hyundai sale del 7,2%, mentre la consociata Kia, con 4.009 unità, peggiora del 6,1%.

Tesla in crescita. Tra gli altri marchi del segmento premium, la Volvo ha immatricolato 1.398 vetture perdendo il 26,3% anno su anno, mentre il gruppo Jaguar Land Rover registra un -39,4% e 1.053 immatricolazioni, di cui 190 per il marchio del Giaguaro (-47,1%) e 863 per il brand delle fuoristrada (-37,4%). Bene la Tesla, anche se su numeri comunque bassi: 89 immatricolazioni, ma un +39,1%. Limita le perdite la Porsche (-5,9%, con 595 auto), mentre la Ferrari sale da 44 a 55 vetture (+25%).

La top-ten. Nella classifica dei modelli più popolari svetta sempre la Fiat Panda, con 11.130 unità, mentre la seconda posizione è occupata dalla Fiat 500, con 3.310, e la terza dalla Lancia Ypsilon, con 3.015 esemplari. Seguono, nell’ordine, la Citroën C3 (2.401), la Renault Captur (2.176), la Jeep Compass (1.895), la Jeep Renegade (1.878), la Dacia Sandero (1.872), la Peugeot 2008 (1.843) e la Volkswagen T-Cross (1.798).

Stop alla crescita delle ibride. Sul fronte delle alimentazioni, i dati forniti dall'Unrae mostrano ancora una volta la costante crescita delle vetture elettrificate e la continua contrazione delle motorizzazioni endotermiche. Nel complesso, l’aggregato delle auto ibride plug-in ed elettriche cresce dell'86,8% rispetto a ottobre 2020 e vede la propria penetrazione migliorare dal 4,1% all'11,9%. In particolare, le elettriche pure (7.134) registrano un incremento del 146% e salgono dall'1,8% al 7% del mercato, mentre le ibride plug-in, grazie a un incremento del 39,9% (5.123), passano dal 2,3% al 5%. Al contrario, le ibride non ricaricabili segnano una battuta d'arresto per la prima volta dopo mesi di crescita: sono 36.069, il 7,8% in meno, ma la loro quota sale comunque dal 24,7% al 35,2%. All'interno di tale segmento, le full hybrid sono 8.426 (-3,7% con una quota dal 5,5% all'8,2%), mentre le mild hybrid sono 27.643 (-9% e penetrazione in crescita dal 19,2% al 26,9%). Tra le motorizzazioni tradizionali, le diesel perdono il 62,4% (18.449) e scendono dal 30,9% al 18%. Le auto a benzina, con un -47% e 26.455 immatricolazioni, passano dal 31,4% al 25,8%.

Dacia Spring al vertice delle Ev. All’interno dell’aggregato delle sole elettriche, la Dacia Spring si piazza ancora un volta in cima alla top 10 con 1.777 registrazioni. Seguono la Fiat Nuova 500 (1.060), la Smart fortwo (621), la Renault Twingo (532), la Renault Zoe (341), la Peugeot 2008 (301), la Volkswagen ID.3 (266), la Volkswagen Up! (222), la Peugeot 208 (173) e la Opel Corsa (165). Rispetto a settembre, escono fuori dal conteggio le Tesla Model 3 e Y.

L'andamento dei canali commerciali. Quanto ai canali di vendita, quello dei privati si contrae del 37%, il noleggio a lungo termine del 17,5% e quello relativo alle società del 20,7%. Pesanti i cali del noleggio a breve termine (-61,3%) e delle autoimmatricolazioni (-48,9%).

Ancora giù la CO2. Le emissioni medie di CO2 proseguono lungo il trend decrescente e scendono a 114,9 g/km dai 131 di ottobre 2020. Nei primi nove mesi dell'anno, la media si è attestata su 121,3 g/km, contro i 135 di un anno fa. Lo scorso mese sono state immatricolate 7.134 auto (7% del mercato) con emissioni inferiori ai 20 g/km e 4.815 vetture (4,7% del totale) nella fascia 21-60 g/km. Sono state invece 64.293 le registrazioni di modelli con CO2 compresa tra i 61 e i 135 g/km, il 62,7% del totale. Oltre a queste tre fasce, le cui vetture rientrano negli incentivi, sono state registrate anche 21.746 auto (21,2% del mercato) con emissioni comprese tra i 136 e i 190 g/km, mentre i modelli con valori superiori ai 190 g/km sono stati 1.832, pari all’1,8% del mercato.

Il commento dell'Unrae. L’Unrae, nel commentare i dati di ottobre, attribuisce il calo soprattutto alla "persistente carenza dei componenti elettronici, che continua a rallentare pesantemente il flusso delle consegne" e "non fa intravedere possibili miglioramenti a breve". Inoltre, l’associazione mette sotto accusa "i provvedimenti estemporanei varati a più riprese dal Governo, secondo una logica tipicamente emergenziale e con fondi sempre largamente insufficienti". "Non ci stancheremo di ripetere che gli incentivi per l’Ecobonus debbono essere rifinanziati seguendo una strategia di lungo periodo", ribadisce il presidente Michele Crisci. "Ciò che deve guidare le scelte è una logica basata sulla transizione, sul percorso di decarbonizzazione e sullo svecchiamento del parco circolante. Dobbiamo imparare dai fatti e dall’esperienza, non servono interventi ‘stop & go’". L’Unrae fornisce quindi una stima sul 2022: in assenza di interventi, l’anno si chiuderà con circa 1,6 milioni di immatricolazioni, poco sopra i livelli del 2021.


Fonte: https://www.quattroruote.it/

















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