Ugo Gobbato, il grande patron dell’Alfa Romeo




Nella lunga e gloriosa storia dell’Alfa Romeo un posto speciale lo occupa Ugo Gobbato. Tra gli imprenditori più brillanti nella storia del novecento italiano, Gobbato è stato prima di tutto un grande innovatore, di un settore automobilistico che era ancora agli albori. E il suo ricordo è legato a quello di un’altra grande figura, quella di Enzo Ferrari.

Nato da una famiglia molto umile, Gobbato iniziò subito a sviluppare il suo interesse per la meccanica, lavorando nella manutenzione degli aerei. In questo settore stringe una proficua amicizia con Francesco Baracca, asso dell’aviazione italiana durante la prima guerra mondiale. E sarà proprio Baracca a regalargli un piccolo cavallino rampante in ferro battuto, che divenne poi il simbolo della Ferrari.

I SUCCESSI IN FIAT E ALFA ROMEO

Terminata la prima guerra mondiale, arriva la svolta. Gobbato viene assunto dalla FIAT e viene subito spedito negli Stati Uniti per studiare la storica catena di montaggio della Ford. Quando torna in Italia, Gobbato ha nel suo bagaglio culturale gli strumenti che faranno di lui un autentico innovatore, perché la casa di Torino da quel momento inizia una lunga e inarrestabile ascesa, che la fa diventare il punto di riferimento per il capitalismo italiano.

Durante la sua esperienza alla FIAT avviene un aneddoto curioso quanto determinante. Quando era a capo dell’azienda Gobbato decise di allontanare, per incompatibilità progettuale, un giovane ed ambizioso meccanico. Il nome di quel meccanico era Enzo Ferrari che, nonostante tutto, parla di lui come un “grande maestro” in uno dei suoi numerosi scritti.

Gli ultimi anni hanno un sapore agrodolce, perché sono contraddistinti da un successo meraviglioso e da una fine veramente angosciante. Quando riceve l’incarico dall’IRI l’incarico di passare all’Alfa Romeo Gobbato, grazie alle sue capacità imprenditoriali, riesce a rimettere in piedi un’azienda che era sull’orlo della bancarotta. In questi anni riesce inoltre a trasmettere la sua esperienza al figlio Pierugo, capace di seguirne le orme, fino ad ideare la Lancia Stratos, destinata a dominare il mondo dei rally negli anni 70.

La sua fine è però tristemente emblematica di un paese che, al termine della Seconda Guerra Mondiale, viveva di enormi contraddizioni. Gobbato venne accusato di collaborazionismo con il regime fascista e, nonostante le voci di diversi operai che si levarono in sua difesa, fu ucciso la mattina del 28 Aprile 1945. Un clima di vendette che sarebbe terminato soltanto con l’amnistia del 1959. Troppo tardi, perché l’Italia aveva già perso una figura che si sarebbe sicuramente rivelata decisiva in una fase di ricostruzione così importante.


Fonte: https://www.f1world.it/

info@alfasport.net | Privacy | copyright club alfa sport 2019 |