Alfa Romeo, l’epopea GTA in un mini-documentario

Issimi ha condensato in un breve filmato 55 anni di storia sospesi tra cronaca e leggenda, ripercorrendo il filo che tiene unite le generazioni del mito




Il video, tra immagini in pista e filmati d’archivio, ripercorre il filo invisibile che tiene unite la prima e l’ultima generazione del mito. Per chi non lo sapesse, la sigla GTA sta per Gran Turismo Alleggerita. Ed è proprio la leggerezza della carrozzeria, realizzata in Peraluman 25, a fare della Giulia Sprint GTA del 1966 una macchina così difficile da battere. Delle vittorie nella categoria Turismo in giro per il mondo – dall’Europa all’America, dall’Africa all’Australia -si perde il conto. La piccola coupé elaborata dall’Autodelta riusciva ad annichilire anche le concorrenti più potenti. Portò in alto il nome del Biscione e consacrò il leggendario bialbero, un motore quattro cilindri grintoso ed esuberante, con un sound da brividi.

Tramontata l’era delle GTA e GTAm, per rivedere quelle tre lettere magiche – se si esclude l’Alfasud GTA cinque porte, allestita nel 1981 dalla filiale sudafricana dell’Alfa con il motore 1.5 ad alimentazione singola della TI Quadrifoglio Verde – bisogna attendere gli anni 2000. A fregiarsene, pur prendendo chili anziché perderne, furono la 156 e la 147. Macchine bellissime, ma con la trazione anteriore e, per di più, senza un differenziale autobloccante che aiutasse a scaricare con efficacia i 250 CV sprigionati dal motore 3.2 V6.

Quel potente sei cilindri fu l’ultima ode al leggendario sei cilindri progettato da Giuseppe Busso, lo stesso tecnico che, ormai più di settant’anni fa, diede vita al quattro cilindri bialbero rimasto sotto il cofano delle Alfa Romeo fino agli anni ’90. Pagine di storia che si riallacciano alle Giulia GTA e GTAm dei giorni nostri. Potenti, leggerissime e con la trazione posteriore. Proprio come le antenate che continuano a far sognare gli appassionati.






Fonte: /www.formulapassion.it/


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