Alfa Romeo Giulia GTAm | Ecco cosa si prova ad incontrarla dal vivo




La verità è che vedendo e toccando dal vivo Giulia GTAm ho reagito in modo desueto: mi sono rifugiato in me stesso, ho osservato, pensato, mi sono emozionato e anche arrabbiato, arrivando a fine giornata con un po’ di malinconia. Perché succede questo, dopo essere “cresciuto a pane ed Alfa”, quando si vede in tempi odierni un’Alfa Romeo così speciale. Immaginate poi incontrare lady GTAm all’interno di un teatro che di Alfa Romeo ne ospita una collezione numerosa, meravigliosa e prestigiosa. Ma ora Contestualizziamo.

Siamo in quel di Felonica, ospiti dell’ing. Ruggero Pulga, una persona umanamente squisita, indiscusso professionista di meritato livello e Alfista con la “A” maiuscola. A Ruggero la passione per questo marchio così speciale è nata da una scintilla, la stessa che accomuna tutti noi: un momento passato legato all’emozione vissuta su un’auto diversa da tutte le altre, un’Alfa Romeo appunto, che crescendo non è mai stata dimenticata.

Per alcuni era la macchina del papà, dello zio o del nonno, la vettura con la quale sono stati affrontati viaggi e avventure in famiglia; per altri era la più veloce e per altri ancora la più speciale e desiderata tra il grigiore generale, perché diciamolo, non c'era storia. Per me, classe novantasei, è stato sin da piccolo il duetto di mio padre e tutti quei raduni del club affrontati insieme, oltre che le auto di famiglia (quanto tempo con la 156!) e tutte quelle che sono passate sotto mano nella sua carriera, toh che strano, da venditore Alfa.

Poi il tempo passa e magari si continua la tradizione, si segue l’imprinting motoristico che diventa una fede o si cambia strada. E come il sottoscritto ha iniziato a prendersi cura delle Alfa in garage e si è apprestato a comprare altre due 159 nere, l’Ing. Pulga ha creato, nel tempo, una collezione incredibile di vetture storiche e contemporanee del biscione, perfettamente conservate, meccanicamente in funzione e pronte per la strada. SZ, 8C, 2000, 75, GTV, Montreal.. (credetemi, sono solo il contorno di tante altre grandi perle su ruote viste in loco) e ovviamente LE Giulia, tra cui le contemporanee versioni “normali” ma anche le Quadrifoglio NRING ed “Alfa Romeo Racing”.

Ma ora è arrivata la protagonista della giornata, la Giulia GTAm, ovviamente trasportata in loco per l’occasione. Si apre il rimorchio e si intravede il carbonio applicato sui passaruota, lo spoiler, i cerchi monodado.. c’è tanta curiosità, l’ho ammirata solo in foto fino ad ora. E’ bella, cavoli, fa paura. Sembra aver appena finito delle sessioni di gara, manca solo l’odore di stress meccanico e lo sporco dei detriti della mescola sulla carrozzeria. Ma ora deve scendere dal rimorchio, va messa in moto.

Ok, gli scarichi sono aperti, il graffiante ruggito di Giulia è davvero bello così. Penso “che bestia”, ma neanche il tempo di realizzare e lei è già in posa per le prime foto. Meglio iniziare a scattare, altrimenti rimango fermo imbambolato. Cavolo se è bella, guardate le foto, non serve ricalcare i dettagli estetici.

A questo punto dovrei rispondere alla domanda “ma cos’è Giulia GTAm?”; nella realtà se state leggendo già lo sapete, però.. Giulia GTAm nasce, insieme a GTA, come un’edizione limitata “estrema” di Giulia Quadrifoglio, realizzata in 500 esemplari ed estremizzata non solo nel concetto, ma anche nella meccanica e nelle soluzioni aerodinamiche. In soldoni, pesa di meno, è più potente, ha un assetto specifico e non bada ad “accessori” per raggiungere il suo scopo, come maniglie o.. sedili che siano.

Per capirla, però, bisogna partire da Giulia, perché il progetto 952 non ha rivali dal punto di vista dinamico nel suo segmento di appartenenza. Tralasciando l’incompresa follia che ha visto concretizzare una vettura dal nulla in due anni, impresa inconcepibile oggigiorno, la piattaforma è valida, validissima. Il pianale Giorgio rasenta la perfezione in termini di resistenze torsionali, rigidità e supporto a sistemi sospensivi evoluti, addirittura brevettati per Giulia (AlfaLink). Il layout a motore longitudinale e trazione posteriore è quello corretto per la massima espressione delle prestazioni su strada e al volante non ci sono pari nel segmento. Talvolta anche oltre ad essere onesti.

Prendiamo ora per esempio la normale Quadrifoglio, ricordando e considerando che il progetto è nato da lei e cambiano solo step di potenza e tarature di sorte con le motorizzazioni più “umane”. Solo chi ha guidato una Giulia può capire, il resto sono chiacchere. Il gruppo sterzo è più affilato di una katana, disarmante, con angoli da auto da corsa, direttissimo e con la capacità di puntare il muso della vettura dove richiesto ancor prima di aver realizzato che non ci sono ritardi nella risposta. L’avantreno è inchiodato al suolo grazie a movimenti perfetti delle sospensioni anteriori che fanno lavorare al 110% le gomme.

Se si richiamano con violenza rapidi cambi di direzione, la vettura sembra spostare i limiti fisici di tenuta laterale, traslando orizzontalmente in modo altrettanto violento senza cedere a rollio. Sembra pesare la metà dei suoi 1620Kg. L’appoggio in curva non ha limiti, più si va veloci più si può andare veloci (anche grazie al crescente carico aerodinamico, che all’avantreno viene gestito in modo attivo dallo splitter mobile). Il motore da 2.9 litri V6 è pieno e corposo, i 510CV generati da 600Nm di coppia sembrano anche trattenuti.

Il cambio rasenta la perfezione, con una taratura dell’unità ZF ad 8 rapporti inedita che garantisce logiche perfette e cambiate simili a fucilate. Lo 0-100 viene risolto in 3.9 secondi. Ma non importa, non vuol dire niente, la trazione è posteriore e non ci sono giochi elettronici per il lancio della macchina. In percorrenza la vettura guadagna velocità a ritmi impressionanti, fino a toccare la velocità massima di 307km/h.

Nel misto è indescrivibile la sua agilità e la stabilità ad alte velocità è commovente. Ogni volta che guido la Quadrifoglio vado in brodo di giuggiole e continuo a pensare “che cosa hanno fatto, che cosa non è, ne devo adottarne una, non importa nient’altro di questa macchina oltre alla sua guida”. Ed è solo avendo ben chiaro in mente il suo modo di guidare, come base di partenza, che posso prepararmi ad ammirare e capire lei, la GTAm, che è pure omologata per uso stradale. Follia.

Immagino il suo modo ancora più estremo di affrontare la strada e i cambi di direzione con le carreggiate allargate, immagino l’assetto ed il setup delle sospensioni e delle molle, che se su Quadrifoglio (liscia) riesce ad essere così efficace pur essendo molto permissivo.. chissà qua. Immagino di sentire quei 30 cavalli di potenza in più, mi sembra quasi di poter interpretare la diversa curva di erogazione del motore e sentirla “dal vivo” con una differenza tangibile.

Immagino il suo modo di muoversi con 100Kg in meno, che sono davvero tanti, penso e sorrido al fatto che si siano dovuti spingere fino alla rimozione dei sedili posteriori e delle maniglie porta per raggiungere l’obbiettivo. Del resto su Giulia tutti i pesi erano già limati tra l’albero di trasmissione, il cofano ed il tetto in carbonio.

Penso che questo progetto abbia ancora tanto da dire e non capisco se sta urlando al mondo “non mi arrendo, posso fare sempre meglio, ho tantissimo potenziale” oppure “è stato bello e questo è un regalo per te, amico alfista, che non vedrai quelle auto sportive promesse e forse neanche più una mia evoluzione”. Mi sto facendo un po’ di paranoie da tristezza, ma mi chiedo come abbia fatto una vettura con così tanto potenziale a rimanere congelata. Colpa dei LED, o forse di un mercato che ha ridotto esponenzialmente quella nicchia di clienti che vogliono guidare bene ed emozionarsi ad ogni spostamento. Ma fermi, attenzione è di nuovo accesa e si sta spostando.. all’interno del teatro!

La location, di proprietà di Ruggero Pulga è unica perché grazie a questo teatro completamente ristrutturato è possibile rendere protagoniste le vetture della collezione e per oggi sono tutte lì, a dare il benvenuto alla GTAm, che si concede qualche altro scatto.






Fonte: https://www.automoto.it/

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