Alfa Romeo 75, la storia completa per immagini

Dalle prime, grintose versioni a carburatori alle veloci e potenti V6 a iniezione, passando per le varianti Turbo e con motore diesel: breve rassegna dei modelli stradali e da corsa




Trentacinque anni fa nasceva un’Alfa Romeo destinata a rimanere per sempre nei cuori degli alfisti, l’Alfa 75, erede della Giulietta e battezzata così per festeggiare i primi 75 anni di storia della casa milanese. Un’auto con una meccanica collaudatissima, dai grintosi motori 4 cilindri bialbero e V6 al celebre schema transaxle dell’Alfetta, ma con un design inedito, caratterizzato da spunti di grande originalità che faranno di quest’auto una vera icona degli anni ’80. Ripercorriamo per immagini la storia di un modello rimasto tra i più famosi nella storia dell’Alfa Romeo e ancora oggi apprezzatissimo per prestazioni e piacere di guida.

L’Alfa 75, nata nel maggio del 1985 per sostituire la Giulietta, è l’ultima grande berlina sportiva a trazione posteriore dell’Alfa Romeo prima dell’avvento dell’attuale Giulia. È anche l’ultima, gloriosa erede dello schema transaxle – motore anteriore, frizione, cambio e differenziale al posteriore – apparso per la prima volta nel 1972 con l’Alfetta. Al debutto, i motori disponibili sono quattro, tre quattro cilindri bialbero a carburatori di 1.6, 1.8 e 2 litri, e il V6 a iniezione elettronica di 2,5 litri della sportiva GTV6.



Rispetto alle principali concorrenti, l’Alfa Romeo arriva al turbo con un certo ritardo nella produzione in serie. Dopo le esperienze nelle corse e con le piccole serie di Alfetta e Giulietta, la casa del Biscione dota il bialbero di 1,8 litri di un turbocompressore raffreddato a liquido Garrett T3, lanciando l’arguto slogan “Finalmente il turbo si merita un’Alfa Romeo”. I 155 CV della versione di serie, grazie a un temperamento più aggressivo, la rendono, a parità di potenza, più scattante della V6, che rimane per contro più elastica e morbida nell’erogazione. Ben più estrema e vistosa la versione Evoluzione, prodotta in soli 500 esemplari per ottenere l’omologazione nel Gruppo A.

Dopo i quattro titoli conquistati dalla GTV6 nell’Euroturismo, a difendere i colori della casata del Biscione è chiamata la nuova Alfa 75. La potenza del 1.8 turbo di serie passa da 155 a 280 CV. Il neonato WTCC, il Campionato del mondo turismo, sarà però avaro di soddisfazioni per l’Alfa 75 Gruppo A, che nonostante un team con piloti di altissimo livello (Nannini, Patrese e Andretti, solo per citare i più famosi) otterrà scarsi risultati. Nel Campionato italiano velocità turismo, invece, l’auto sarà molto competitiva, duellando alla pari con la BMW M3.

Dopo il lancio negli Stati Uniti di Spider, GTV e Alfetta, tocca all’Alfa 75 guidare l’avanzata americana della casa del Biscione. In America l’auto – declinata in tre diverse versioni Quadrifoglio con motore 2.5 V6, Silver, Gold e Platinum – si chiamerà Milano. Con il catalizzatore a tre vie, indispensabile per rientrare nelle severe norme inquinamento statunitensi, il motore perde 2 CV di potenza malgrado l’adozione di alberi a camme più spinti.

Rimarrà un sogno nel cassetto l’Alfa 75 SW, realizzata in una manciata di prototipi da Rayton Fissore e mai approdata in catena di montaggio, non senza qualche rimpianto visto il successo della sorella minore Alfa 33 con carrozzeria giardinetta. Per anni alcuni prototipi saranno utilizzati come mezzi di servizio all’interno della fabbrica di Arese: due esemplari sono oggi conservate nei magazzini del Museo Storico Alfa Romeo.



Al Salone di Ginevra del 1987 l’Alfa Romeo presenta la 75 2.0i Twin Spark, dotata di un due litri quattro cilindri in linea a iniezione elettronica di nuova concezione. Sul basamento del “vecchio” motore a carburatori viene montata una testata “stretta” con valvole a 46°. Il vero punto di forza del nuovo cuore Alfa Romeo è l’accensione a due candele per cilindro, che consente una migliore propagazione del fronte di fiamma e, al contempo, l’adozione di valvole più grandi. La potenza è di 148 CV per una velocità massima di oltre 200 km/h.

Accanto alla Twin Spark debutta la nuova versione top di gamma, la 3.0i V6 America. A parte il catalizzatore, i side markers, gli interni, il design dei cerchi e il vano targa di maggiori dimensioni, è identica alla Milano Quadrifoglio Verde che verrà introdotta sul mercato nordamericano nel settembre 1987. Il 6 cilindri a V progettato da Giuseppe Busso aumenta per la prima volta di cilindrata, raggiungendo i tre litri. La potenza massima sale a 185 CV,per una velocità massima di 220 km/h.



Tra il 1988 e il 1990 la gamma dell’Alfa 75 viene rinnovata con versioni più moderne e mature che accompagneranno il modello fino a fine carriera. I bialbero di 1,6 e 1,8 litri adottano l’iniezione elettronica, mentre le versioni Turbo e V6 subiscono un incremento di potenza di 10 CV che varrà loro il soprannome di “potenziate”. L’ottima 2.0 TD con motore a gasolio viene affiancata da una più potente versione con motore 2.4.




Fonte: https://www.formulapassion.it/

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