Mercato italiano
A giugno immatricolazioni in calo del 23,1%




La pandemia del coronavirus continua a pesare sulla domanda di auto nuove in Italia. A giugno, secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, sono state immatricolate 132.457 vetture, il 23,13% in meno rispetto a un anno fa. Il tasso di decremento percentuale è decisamente migliore rispetto ai mesi scorsi, ma è insufficiente a ridare slancio a un mercato ancora in profonda crisi dopo i tracrolli di aprile (-97,6%) e maggio (-49,6%).

Il consuntivo annuo. L'andamento della domanda di giugno, unito ai risultati dei mesi scorsi, determina una forte contrazione del mercato anche nel consuntivo del primo semestre. Le immatricolazioni, pari a 583.960 unità, risultano in contrazione del 46,09% rispetto al pari periodo del 2019.

FCA. In un contesto di mercato deficitario, il gruppo FCA perde il 25,08%, con 29.185 immatricolazioni. In dettaglio, sono 18.561 le registrazioni per il marchio Fiat (-20,32%), 5.373 per la Jeep (-36,33%), 1.525 per l'Alfa Romeo (-40,41%), 3.508 per la Lancia (-19,36%) e 144 per la Maserati (-45,86%).

PSA. La francese PSA immatricola 18.121 veicoli e flette del 29,08%. Di queste, 5.696 sono le Citroën (-22,65%), 384 le DS (-23,81%), 4.817 le Opel (-46,6%) e 7.224 le Peugeot (-16,6%).

Volkswagen.Le registrazioni del gruppo Volkswagen, pari a 22.133, si contraggono del 20,15%, con il marchio omonimo in discesa del 29,5% (11.431 unità immatricolate), l'Audi del 12,08% (5.847), la Seat dello 0,18% (2.261) e la Skoda dell'1,01% (2.555). La Lamborghini perde il 9,3%, ma con solo 39 vetture commercializzate.

Renault e Ford. Il gruppo Renault registra 16.010 veicoli e perde il 26,24%, con il brand omonimo in contrazione del 27,01% e la Dacia in flessione del 25,07%. In calo anche la Ford, con un -9,84% e 8.866 immatricolazioni.

Daimler e BMW. Il gruppo BMW registra 6.294 vetture e subisce un calo del 15,27%: il marchio dell'Elica flette dell'11,12 e la Mini del 24,98%. La Daimler immatricola 5.305 veicoli e scende del 34,58%, con la Mercedes-Benz in ribasso del 12,48% e la Smart dell'86,85%.

Le asiatiche. Tra i costruttori orientali, il gruppo Toyota, con 7.932 immatricolazioni, subisce un calo del 4,11%, con il marchio omonimo in flessione del 2,52% e la Lexus in discesa del 26,85%. La Nissan perde il 37,89% (2.133 immatricolazioni), la Suzuki l'11,97% (3.301), la Honda il 17,16% (642), la Mitsubishi il 64,04% e la Subaru il 15,33%. In crescita risulta la Mazda, con un +1,19%. La coreana Hyundai scende del 35,1% (2.990) e la consociata Kia del 28,77% (2.989).

Le altre. Nel segmento premium la Volvo immatricola 1.907 veicoli e del 12,64%, mentre il gruppo Jaguar Land Rover, con 1.377 registrazioni, scende del 38,31%. La Tesla perde il 19,24%, con 382 registrazioni, e la Porsche sale dell'8,62% (693 vetture immatricolate) mentre sono cinque le immatricolazioni dell'Aston Martin (-16,67%) e 74 quelle della Ferrari (+54,17%).

Panda sempre in cima. La Panda rimane in testa della classifica dei modelli più popolari, grazie a 9.147 immatricolazioni. Il secondo posto è della Renault Clio, con 3.805 e il terzo della lancia Ypsilon (3.508). Seguono, nell'ordine, la Dacia Sandero (3.302), la Renault Captur (3.154), la Fiat 500X (3.096), la Dacia Duster (3.024), la Toyota Yaris (2.740) e la Fiat 500 (2.739). Chiude la top-ten la Citroën C3 (2.545).

Ancora in crescita le elettriche. Sul fronte delle alimentazioni, sono ancora una volta le vetture elettrificate ed elettriche a registrare le migliori performance. Le auto a batteria crescono del 53,2%, mentre le ibride salgono del'84,4%, con le sole plug-in in miglioramento di ben il 315,4%. In flessione le altre motorizzazioni: -28,6% per le auto a benzina, -34,8% per le diesel, -19,5% per le Gpl, -11,2% per quelle a metano.

Si salvano i privati. Sul fronte dei canali di vendita, i privati flettono del 7,7% mentre il noleggio scende del 39,4%, con la componente di breve termine in flessione del 72,4% e quella di lungo in contrazione del 21,7%. Le società scendono del 44,3%, con le autoimmatricolazioni in discesa del 53,7%.

L'usato. In consistente calo risulta anche il mercato dell'usato. A giugno i trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture, sono stati 247.655, il 23,25% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. Nel primo semestre la flessione è del 40,46%, con 1.296.260 trasferimenti.

Il commento dell'Unrae. "Nonostante la quasi completa riapertura dell’economia, continua a giugno l’emorragia di immatricolazioni per la crisi senza precedenti innescata dal Covid-19, con una perdita che, senza il giorno lavorativo in più, sarebbe stata di quasi il 30%", commenta Michele Crisci, Presidente dell’Unrae. "Come atteso, la mera ripartenza delle attività economiche non basta a riavviare la domanda di autovetture da parte di famiglie e imprese, fiaccate dalla lunga chiusura e dalle fortissime preoccupazioni per un futuro altamente incerto". L’associazione prevede ora che, proiettando i dati di giugno sul secondo semestre, il mercato andrebbe incontro a una perdita di 200 mila immatricolazioni. Pertanto, con il mezzo milione perso nei primi sei mesi dell’anno, il 2020 rischia di chiudersi con 1,2 milioni di immatricolazioni. "D’altra parte – avverte Crisci – il sistema della distribuzione auto è in grandissima sofferenza, stretto tra la debolezza della domanda e la grave crisi di liquidità che l’attanaglia, appesantito da centinaia di migliaia di veicoli in stock e con le risorse messe a disposizione dal decreto Liquidità che faticano a essere erogate". "Mentre negli altri paesi europei i rispettivi governi hanno già dato risposte chiare e forti, prosegue l’assordante silenzio del Governo italiano", aggiunge il numero uno dell’associazione chiedendo ancora una volta "l’adozione di interventi a sostegno del settore auto" per evitare la "chiusura nei prossimi mesi di centinaia di imprese della filiera della distribuzione" e la "conseguente scomparsa di migliaia di posti di lavoro". "Chiediamo quindi al governo un provvedimento 'verticale', con misure specifiche per il settore automotive, con l’obiettivo di accelerare il rinnovo del vetusto parco circolante, pericoloso sia per l’ambiente sia per la sicurezza dei cittadini, e di sostenere il rilancio della domanda, nel rispetto della neutralità tecnologica e senza tetti di prezzo dell’autovettura. Chiediamo inoltre l’allineamento del regime fiscale sulle auto aziendali a quello degli altri Paesi europei, a partire dalla detrazione dell’Iva al 100%. È vieppiù importante, inoltre, l’erogazione alle imprese della filiera distributiva auto delle ingenti risorse messe a disposizione dal decreto Liquidità. Un serio, concreto e immediato piano di sostegno, adeguato nella misura all'estrema gravità della crisi, eviterebbe ulteriori perdite e potrebbe cercare di recuperare parte della domanda svanita, con un impatto positivo anche sull’Erario, che in assenza di tale intervento, perderebbe entrate da Iva per circa 3 miliardi di euro", conclude Crisci.


Fonte: quattroruoe.it




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