Mercato italiano
Ad aprile immatricolazioni giù del 97,5%




Adesso è confermato: il mercato italiano dell’auto non esiste più, annullato dall'epidemia di coronavirus. In base ai dati day-by-day del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti elaborati da Quattroruote (quelli ufficiali saranno resi noti solo lunedì 4 maggio ma non dovrebbero variare di molto), alle 17.30 del 30 aprile, quindi al netto delle immatricolazioni dell’ultim’ora, risultavano targate appena 4.209 vetture nuove, quasi 171 mila in meno rispetto alle 174.925 di aprile 2019. In percentuale, la diminuzione è del 97,5%. Un dato impressionante, ma atteso: qualche giorno fa l’Unrae, l'associazione delle Case estere, aveva ipotizzato una caduta del 97-98%.

Nel primo quadrimestre -51%. Una situazione senza precedenti, dunque, che porta il consuntivo dei primi quattro mesi in rosso di oltre il 50%. All'appello mancano più di 360 mila esemplari. Ipotizzando, molto ottimisticamente, che nei prossimi otto mesi dell’anno il mercato dell’auto torni ai livelli del 2019, la perdita a fine dicembre sfiorerebbe comunque il 19%, per un totale di poco superiore a 1,56 milioni di unità. In realtà, tutti gli osservatori concordano nell’affermare che in assenza di misure di sostegno della domanda da parte del governo il mercato potrebbe tornare ai livelli del triennio "horribilis" 2012-2014, cioè attorno a 1,3-1,4 milioni.

Una su otto è elettrica. Tornando ai numeri di aprile, da prendere, ovviamente, con le pinze, sono molte le particolarità che emergono. Per esempio, la maggior parte delle nuove macchine, al contrario di quanto sta accadendo da otre un anno, è a gasolio: 1.712, quasi il 41%. Solo 1.481, il 35%, quelle a benzina, mentre ben 500, quasi il 12%, sono elettriche. Per il resto, 219 sono ibride a benzina, 172 a benzina/Gpl, 47 a metano, 45 ibride a gasolio, 30 a benzina/metano, 3 a Gpl.

Una su tre a noleggio. Il sorpasso del gasolio si spiega con il fatto che la domanda di auto nuove è arrivata soprattutto dalle imprese e, in particolare, dalle società di noleggio (36%), ancora orientate, in prevalenza e per meri motivi di minori costi d’esercizio, sui motori diesel. Se si escludono le vetture per uso professionale, infatti, solo 2.692 sono quelle immatricolate a nome di privati o imprese come uso proprio.

Una su sei ad Aosta. A livello territoriale, invece, il peso delle grandi società di noleggio, attive, per motivi fiscali, nelle regioni e province autonome, ha completamente stravolto la geografia delle immatricolazioni. La maggior parte delle vetture, infatti, è stata targata in provincia di Aosta: ben 734 di cui 684 a noleggio. Piazza d’onore per Roma (617, di cui 366 a noleggio) e terzo gradino del podio per Trento (290, di cui 264 a noleggio). Seguono Milano (165, di cui 35 a noleggio), Torino (134, di cui 29 a noleggio) e Bolzano (132, di cui 69 a noleggio).


Fonte: quattroruote.it



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