Alfa Romeo 8C 2300, l'incredibile storia del telaio 001

Lopresto ha avviato un importante progetto di restauro e valorizzazione di questo esemplare con cui Enzo Ferrari concluse la sua carriera sportiva




La spettacolare collezione di auto d’epoca messa insieme negli anni da Corrado Lopresto, imprenditore e architetto milanese, è famosa in tutto il mondo. Basti pensare che le vetture che compongono questo autentico patrimonio storico, artistico e culturale, hanno conquistato fino a oggi 260 premi, 84 titoli “best in class” e ben 56 trofei come “best of show”.

Negli ultimi anni la sconfinata passione per il collezionismo e il restauro dei veicoli d’epoca ha portato Lopresto a interessarsi in modo particolare alla ricerca dei telai “numero uno”, elementi che spesso permettono di scoprire l’affascinante storia che li ha accompagnati nel corso della loro vita.

L’ultimo “atto d’amore” del collezionista meneghino è rivolto al progetto di restauro dell’Alfa Romeo 8C 2300 telaio 001, di cui ripercorriamo la storia pazientemente ricostruita anno dopo anno da Lopresto. Tutto parte nel 1930, anno in cui la casa del biscione avvia lo sviluppo di un nuovo modello, la 8C 2300, da affiancare alla 6C 1750, i cui primi esemplari saranno pronti per la fine dell’anno, anche se inizialmente furono concepiti esclusivamente per un utilizzo soltanto sportivo. Così, nell’aprile 1931 due esemplari della nuova vettura vengono schierati al via della Mille Miglia guidati da Nuvolari e Arcangeli che poi il mese successivo correranno anche la Targa Florio.

E arriviamo così al debutto pubblico che avviene alla fine del 1931 con la 8C 2300 esposta ai saloni di Parigi e Londra, mentre la produzione proseguirà poi fino al 1934, totalizzando circa 190 esemplari, in tre serie, allestiti principalmente dai carrozzieri Touring e Zagato.

La prima curiosità della 8C 2300 relativa al primo esemplare costruito con carrozzeria Spider realizzata da Zagato (probabilmente l’esemplare guidato da Nuvolari alla Mille Miglia nell’aprile 1931, fermato da un incidente) è legata alla Bobbio-Penice che si svolse nel mese di giugno del 1931.

Per l’occasione al volante dell’auto c’è Enzo Ferrari, che con quella 8C2300 conquisterà la sua ultima vittoria nelle competizioni automobilistiche.
Da segnalare che in quella circostanza la vettura era già immatricolata con targa MO 5111, e intestata alla Scuderia Ferrari.

Il percorso sportivo prosegue a pieno ritmo e due settimane dopo l’auto corre alla Pontedecimo-Giovi con Borzacchini, terzo assoluto e poi ancora è al via della Susa-Moncenisio con Marinoni, le Tre Provincie con Borzacchini, la Targa Puglia e la Coppa Pierazzi con Siena. Alla fine del 1931, nel mese di novembre, la 8C 2300 telaio 001 viene venduta a Enrico Antomazzi di Milano, con targa MI 2852, uno dei primissimi clienti privati di una 8C Alfa Romeo che la utilizzerà per puro piacere senza partecipare mai a competizioni. Successivamente l’auto è sottoposta a una modifica con la sostituzione dei parafanghi. La storia prosegue con il passaggio nel 1937 a Maria Antomazzi, che la vende a un commerciante torinese, Edoardo Teagno.

Nella città della Mole la carrozzeria originale Zagato viene sostituita con una moderna livrea spider attribuita a Bertone e quasi certamente disegnata da Mario Revelli di Beaumont.

La storia della 8C 2300 telaio 001 continua e al termine della Seconda guerra mondiale viene venduta in Svizzera, dove passa di mano diverse volte prima di essere acquistata negli anni ‘60 da Charly Jaques di L’Auberson, nel cantone di Vaud. Successivamente l’appassionato svizzero regalò l’auto al Museo dei Trasporti di Lucerna dove, una volta liberata della carrozzeria, fu esposta come telaio nudo. Alla fine degli anni ‘80 il telaio riceve un accurato restauro di tipo estetico e attualmente è così in mostra, mentre la carrozzeria è conservata nei magazzini del museo svizzero.

Grazie ai suoi spiccati contenuti storici la Collezione Lopresto in collaborazione con il Museo dei Trasporti di Lucerna, ha realizzato un progetto di valorizzazione dell’importantissimo primo telaio 8C 2300, da attuare con la ricostruzione della carrozzeria Zagato originaria e riportando l’auto alla configurazione con cui corse nel 1931. Contemporaneamente il progetto prevede lo studio e il restauro della carrozzeria spider di fine anni ’30, attribuita a Bertone, che andrà a fare compagnia all’esposizione dell’auto sottolineando così l’affascinate storia di questo esemplare.


Fonte: repubblica.it/motori

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