Febbraio ancora in rosso per le immatricolazioni: -7,2%




Il mercato europeo dell'auto continua a mostrare numeri decisamente negativi anche a febbraio. Secondo i dati diffusi dall'Acea (l'Associazione europea dei costruttori), lo scorso mese le immatricolazioni nell'area Ue+Efta (compreso il Regno Unito) si sono attestate a 1.066.794, il 7,2% in meno rispetto a un anno fa. Sull'andamento della domanda pesa, secondo l'associazione, "una combinazione di fattori, tra cui modifiche alle tasse sui veicoli in vari Paesi dell'Ue (che hanno fatto anticipare le immatricolazioni a dicembre), l'indebolimento delle condizioni economiche globali e l'incertezza tra i consumatori".

Il primo bimestre. In sostanza, febbraio ha mostrato gli stessi problemi già emersi nel primo mese dell'anno, ma, come è ovvio, non ha subito gli effetti negativi dell'epidemia del coronavirus. Sarà marzo a presentare il conto, visto che la maggior parte delle aziende automobilistiche sta chiudendo gli impianti per le interruzioni delle forniture e un "improvviso calo della domanda", causato anche dalla serrata delle concessionarie europee. Per ora non ci sono stime puntuali sull'attuale mese, ma recentemente l'Unrae ha lanciato un allarme su un possibile calo di almeno il 15%, per il mercato italiano, nel 2020. Sarebbe un tasso doppio rispetto a quanto finora registrato dalla domanda europea nel solo primo bimestre: le immatricolazioni, pari a 2.202.010 unità, sono scese del 7,3%.

Mercati principali tutti in calo. Tra l'altro, i cinque maggiori mercati europei, dove si conta oltre il 70% delle vendite del Vecchio Continente, sono risultati tutti in calo, sia nel mese sia nel bimestre. A febbraio è la Germania, con un -10,8%, a segnare la peggior performance, seguita, nell'ordine, dall'Italia (-8,8%), dalla Spagna (-6%), dal Regno Unito (-2,9%) e dalla Francia (-2,7%). Nei primi due mesi dell'anno è sempre il mercato tedesco a mostrare il declino maggiore con un -9%. La Francia flette del 7,8%, l'Italia del 7,3%, il Regno Unito del 5,8% e la Spagna del 6,8%.

FCA in flessione. Il gruppo Fiat Chrysler subisce ancora una volta un calo delle immatricolazioni, ma riesce comunque a fare meglio del mercato generale. Le immatricolazioni, pari a 74.852, scendono del 6,9%. Tra i vari marchi risultano in crescita Fiat (+1,6% e 54.229 unità registrate) e Lancia (+1,8% e 5.950), mentre la Jeep perde il 32,6% (10.990), l'Alfa Romeo il 21,5% (3.405) e la Maserati il 50,4% (278).

Tedeschi contrastati. Il gruppo Volkswagen ha immatricolato 269.242 veicoli, il 4,4% in meno rispetto a un anno fa. Il brand omonimo subisce una contrazione del 9,7%, la Skoda del 3,6% e l'Audi del 4,6%. In crescita sono la Seat (+8,4%), la Porsche (+69,6%) e i marchi di extra lusso Bentley, Lamborghini e Bugatti (+18,5%). Per il gruppo BMW, le registrazioni ammontano a 67.218, con una crescita del 2,1%: il marchio dell'Elica sale del 4,1%, mentre la Mini perde il 5,8%. La Daimler, con 60.265 immatricolazioni, registra, invece, l'11,9% in meno: la Mercedes è scesa del 3,8%, la Smart addirittura del 50,5%.

Pesante flessione per i francesi. I costruttori d'oltralpe subiscono ancora una volta una pesante contrazione delle immatricolazioni. PSA, con 181.439 unità, flette dell'8,5% per colpa soprattutto della Opel (-20,9%). Più contenute risultano le perdite della Peugeot (-4,9%) e della Citroën (-5,1%), mentre la DS è cresciuta del 106,5%. Il gruppo Renault registra 104.259 veicoli e perde il 14,3% con il marchio della Losanga in discesa del 7,1%, la Dacia del 26,9%, la Lada del 60,4% e l'Alpine dell'82,7%.

Bene Volvo, male Ford e le inglesi. Tra le altre Case occidentali, la Ford, con 55.497 immatricolazioni, scende del 20%. La Jaguar Land Rover piazza, invece, 11.478 veicoli e cala del 13,5%, con il marchio del Giaguaro e il brand dei fuoristrada in contrazione, rispettivamente, del 31% e del 2,2%. La Volvo, invece, vede le registrazioni salire dello 0,5% a 23.135 unità.

Asiatici in ordine sparso. Sul fronte dei costruttori asiatici, il gruppo Hyundai, con 75.195 immatricolazioni, cala dello 0,3% per effetto del -0,5% della marca omonima e del +1,2% della Kia. Il gruppo Toyota (60.045 registrazioni) sale del 12,7%, mentre la Nissan perde il 5,2%, la Mazda il 30,7%, la Mitsubishi il 7,6% e la Honda il 25,7%.

Il commento dell’Unrae. “I dati di Febbraio, non ancora influenzati dall’emergenza da coronavirus, confermano, se ce ne fosse bisogno, la crisi ormai strutturale del mercato auto Europeo, sorretto dai grandi sforzi economici di case automobilistiche e reti di distribuzione”, commenta Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae. "L’outlook per il 2020, già negativo prima dell’inizio del dramma sanitario che il mondo intero sta vivendo, rischia di diventare insostenibile per la situazione economica e sociale che ne scaturisce, gravissima, e senza precedenti”. Il dirigente dell’Associazione delle case automobilistiche estere rivela, inoltre, "un vero e proprio tracollo” per il mercato italiano dall’avvio delle misure di contenimento dell’epidemia, sottolinea l’impossibilità di "elaborare previsioni” sull’andamento della domanda e avverte del "fortissimo rischio” per l’industria automobilistica di non rispettare gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2. “L'Unrae – conclude Cardinali – ritiene quindi urgente la predisposizione da parte delle istituzioni europee e nazionali, durante e dopo l’emergenza, di misure integrate e coordinate, sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta, a supporto della filiera automotive continentale”.


Fonte: quattroruote.it






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