Mercato italiano
Il 2020 parte in frenata: immatricolazioni in calo del 5,9%




Inizio d'anno negativo per il mercato italiano dell'auto. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, a gennaio sono state 155.528 le immatricolazioni, il 5,9% in meno rispetto allo stesso mese del 2019. La brusca frenata del mercato segue la crescita a doppia cifra (+12,5%) dello scorso dicembre, quando le Case, per anticipare l'entrata in vigore delle nuove normative sulle emissioni, hanno spinto con forza sui canali del noleggio e delle auto-immatricolazioni.

FCA fa meglio del mercato. Il gruppo FCA chiude il primo mese dell'anno con un andamento migliore del trend di mercato: sono 40.090 immatricolazioni, lo 0,14% in più rispetto a gennaio 2019. Tra i vari marchi solo la Fiat è positiva, con 25.842 registrazioni e un +5,59%. Male tutti gli altri brand: -4,25% per la Jeep (5.987 unità immatricolate), -5,4% per la Lancia (6.251), -27,35% per l'Alfa Romeo (1.798) e -20,35% per la Maserati (137).

In deciso calo PSA. Alle spalle del gruppo italo-statunitense si conferma il gruppo PSA con 27.147 immatricolazioni. Il costruttore transalpino, prossimo alle nozze con la Fiat Chrysler Automobiles, subisce, però, una flessione del 10,14%. L'unica marca a crescere è la DS con un +192,86% e 615 vetture immatricolate. Perdono terreno la Citroën (-1,87% e 8.805 immatricolazioni) e ancor di più la Peugeot e la Opel. Sono 9.858 le registrazioni del brand del Leone, in calo del 13,28%, e 7.869 quelle della Casa tedesca, il 18,53% in meno del gennaio dello scorso anno.

Wolfsburg in spolvero. Il gruppo Volkswagen continua, invece, a mostrare un andamento positivo: le immatricolazioni, pari a 24.777 unità, crescono del 9,19% grazie al contributo positivo di tutti i marchi. Il brand omonimo sale dello 0,57% (15.003 unità), l'Audi del 22,05% (5.004), la Seat del 31,08% (2.113) e la Skoda del 28,74% (2.625). Bene anche la Lamborghini: +39,13% ma con solo 32 immatricolazioni.

In forte calo Renault e Ford. Ai piedi del podio si piazza il gruppo Renault con 13.068 immatricolazioni e un calo di ben il 18,19, frutto di una contrazione del 27,09% per la Dacia e del 9,8% per la marca omonima (-13,78%). In forte flessione anche la Ford, con 9.106 registrazioni e un -18,44%.

Daimler e BMW in controtendenza. Andamento nettamente divergente per la Daimler e la BMW. Il gruppo di Stoccarda, con 4.441 auto immatricolate, crolla del 33,51% con la Mercedes-Benz (4.140 unità) in calo del 15,29% e la Smart (301) dell'83,2%. Il produttore bavarese cresce, invece, del 7,48% arrivando a 6.943 registrazioni: il brand dell'Elica guadagna il 9,03% (5.347 registrazioni) e la Mini il 2,57% (1.596 unità).

Asiatiche in chiaroscuro. Tra i costruttori orientali spiccano i dati negativi del gruppo Toyota: con 7.554 immatricolazioni arretra del 10,17%, con il marchio omonimo in contrazione dell'11,9% (7.183 auto) e la Lexus in ascesa del 44,92% (371 registrazioni). La Nissan perde il 19,93% (3.331 immatricolazioni), la Honda il 2,14% (733 unità), la Suzuki il 15,97% (2.852 auto), la Mitsubishi il 4,19% (686 vetture) e la Subaru il 36,24% (146). Tra le giapponesi cresce solo la Mazda con un +16,73% (1.228). Sempre in Asia, la coreana Hyundai guadagna il 3,31% (3.679 unità) e la consociata Kia perde lo 0,52% (4.435 auto).

Scende la Volvo, boom per la Tesla. Tornando nel segmento premium, la Volvo, con 1.469 immatricolazioni, subisce un calo del 13,84%. Male anche il gruppo Jaguar Land Rover: le immatricolazioni pari a 2.415 (-11,89%), di cui 592 per il marchio del Giaguaro (-38,08%) e 1.823 per il brand dei fuoristrada (+2,13%). Prosegue il boom della Tesla, con una crescita del 438,89% anche se le immatricolazioni sono appena 97.

Panda sempre regina. La Panda inizia l'anno sempre in testa alla classifica dei modelli più popolari, grazie a 14.454 immatricolazioni. Al secondo posto, ben distanziata, si piazza la Lancia Ypsilon con 6.252 unità, mentre al terzo figura la Volkswagen Polo (3.585). Seguono, nell'ordine, la Renault Clio (3.583), la Fiat 500X (3.580), la Citroën C3 (3.437), la Opel Corsa (3.343), la Jeep Renegade (3.273) e la Volkswagen T-Cross (3.147). Chiude la top ten, con 2.909 registrazioni, la Peugeot 3008.

Nuovo boom per le elettriche. Sul fronte delle alimentazioni, i dati mostrano ancora una volta un vero e proprio boom per le elettriche, mentre prosegue inesorabile il crollo del diesel. Le auto a batteria assistono, infatti, a una crescita di ben il 586,6% e superano, per la prima volta, la soglia dell'1% del mercato arrivando all'1,2% (0,2% nel gennaio 2019). Bene anche le ibride con un +82% e una pentrazione salita dal 5,2% al 10%. Le motorizzazioni a gasolio perdono, invece, il 23,4% e scendono dal 41,2% al 33,5%. Male anche il benzina, con un calo a gennaio del 3%, anche se la quota sale dal 45,1% al 46,5%. In calo risultano le Gpl (-21%), mentre guadagna terreno il metano con un +136,4%.

Male i privati, bene il noleggio. In termini di canali di vendita sono ancora una volta i privati a lanciare segnali negativi con una contrazione del 13,9%. Le società perdono, invece, il 4,3% con le immatricolazioni in flessione del 3,6%. Al contrario, il noleggio mette a segno una crescita del 18,4% grazie al +28,3% della componente del breve termine e al +18% di quella di lungo termine.

Ancora in contrazione l'usato. Infine risulta ancora in contrazione il mercato delle auto usate. I trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture, pari a 338.754, calano del 10% rispetto a un anno fa.

Il commento dell'Unrae. L'Associazione italiana delle Case estere, nel commentare l'andamento del mercato, sottolinea soprattutto il crollo della domanda dei privati e lancia l'ennesimo allarme sull'approccio della politica al tema dell'inquinamento. “In un quadro economico e geopolitico globale di grande incertezza, con ripercussioni negative sul nostro paese, come evidenziato dalla brutta partenza del mercato auto – afferma il presidente Michele Crisci – l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un insieme scoordinato di provvedimenti a livello comunale e regionale come quelli a cui abbiamo assistito e stiamo assistendo. Iniziative prive di logica e senza alcun beneficio sulla qualità dell’aria, che hanno invece impattato e stanno impattando in termini gravemente negativi sui consumatori e sul mercato con cancellazioni di ordini e ripensamenti da parte di acquirenti di auto diesel Euro 6, nuove e in linea con le più recenti normative in termini di emissioni”. “Alla luce di quanto accaduto – continua Crisci – è sempre più evidente l’esigenza di un’azione di coordinamento e armonizzazione nazionale delle misure sulla mobilità e sulla circolazione delle auto. Viepiù urgenti appaiono inoltre misure di sostegno alla domanda con l’obiettivo di svecchiare l’attuale parco circolante, con effetti positivi in termini di maggiore sicurezza e minore impatto ambientale”.


Fonte: quattroruote.it




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