V6 “Busso”: questo motore Alfa Romeo compie 40 anni

Risale al 1979 la prima applicazione del propulsore Alfa 6 cilindri a V di 60°, ribattezzato dagli appassionati con il nome V6 “Busso” come il suo celebre progettista.




Un motore con grande potenziale, in grado di anticipare i tempi, mandato in archivio troppo presto. Questa, riassunta in poche parole, la storia del propulsore V6 di Alfa Romeo, l’ultima unità interamente progettata e costruita dal Biscione che si era guadagnata il soprannome di “Busso”, dal cognome dell’ingegnere che l’ha progettato.

Sì perché se il V6 che ora equipaggia Giulia e Stelvio Quadrifoglio porta in dote diverse soluzioni di derivazione Ferrari, l’unità nata ad Arese quarant’anni fa era nata ed era stata sviluppata nel segno della casa milanese. Una storia cominciata nel 1968, con i primi studi e il primo prototipo a girare sul banco. Nel 1979 il primo impiego, con la versione 2.5 che è stata utilizzata per equipaggiare Alfa, la tanto attesa ammiraglia del Biscione. Sotto il cofano, il V6 Busso si faceva sentire eccome, tanto che ogni marcia andava estremizzata solo per il piacere di udire il suo inconfondibile rombo. Passano gli anni e nel 1980 questa performante unità arriva sull’Alfetta GTV6, con 160 CV che permettono uno scatto da fermo fino a 100 km/h in soli 8” e una velocità massima di addirittura 220 km/h (contro i soli 205 km/h dichiarati da Alfa). Negli anni l’evoluzione di questo propulsore lo porta ad affermarsi a livello mondiale grazie ai successi nelle competizioni, con uno sviluppo che continua parallelamente anche nella produzione di serie fino all’apice, nel 2001, con l’impiego del 3.2 che equipaggerà 156 e 147 GTA.

Proprio quando il V6 Busso sembra aver raggiunto la piena maturità, nonostante la sua continua crescita ed evoluzione, arriva la doccia fredda: è il 2005 e a Torino la Fiat comincia a rivedere la struttura di produzione, tanto da decidere di chiudere il centro di Arese, mandando di fatto in pensione anche tutti i progetti legati a questa unità che portava con sé ancora un grande potenziale inespresso, sia dal punto di vista tecnologico che da quello delle emissioni.






Fonte: formulapassion.it

info@alfasport.net | Privacy | copyright club alfa sport 2019 |