Mercato italiano
Di nuovo in calo le immatricolazioni: -1,19% a maggio




A maggio il mercato italiano dell'auto torna in territorio negativo dopo il timido segnale di ripresa lanciato ad aprile con una crescita delle immatricolazioni dell'1,47%. Secondo i dati diffusi dal ministero dei Trasporti, lo scorso mese le immatricolazioni sono state 197.307, l'1,19% in meno rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Aprile rappresenta, dunque, un'eccezione in un quadro di sostanziale negatività come dimostrato dal consuntivo dei primi cinque mesi dell'anno, in contrazione del 3,83% con 910.093 registrazioni.

FCA, continua a crescere la Lancia. Con 52.036 immatricolazioni, la Fiat Chrysler Automobiles perde il 6,12%. Tra i vari marchi del gruppo italo-americano, continua a crescere solo la Lancia (+20,12% e 6.090 registrazioni) mentre scendono la Fiat (34.900 veicoli, -1,42%), l'Alfa Romeo (2.348, -50,97%), la Jeep (8.460, -14,54%) e la Maserati (196, -11,71%).

PSA meglio del mercato. Alle spalle del gruppo italo-statunitense si conferma il gruppo PSA, con 29.959 registrazioni e una crescita del 3,5%. Nel dettaglio, la Citroën guadagna il 5,58% (8.610 immatricolazioni), la Opel il 5,6% (10.288) e la DS il 62,55% (408) mentre la Peugeot, con 10.253 unità, perde l'1,58%.

Wolfsburg in ascesa. Come i francesi anche il gruppo Volkswagen registra una performance migliore del mercato: sono 31.429 le immatricolazioni, con un miglioramento del 7,95%. Tra i marchi, la Volkswagen sale del 5,05% (18.880 immatricolazioni), l'Audi del 3,71% (6.738), la Skoda del 17,19% (2.898) e la Seat del 33,01% (2.865). Ancora in spolvero la Lamborghini con un +182,35% anche se le immatricolazioni sono solo 48.

Bene gruppo Renault, male Ford. Ai piedi del podio si piazza il gruppo Renault con 21.956 immatricolazioni e una crescita del 2,22%. In deciso miglioramento risulta la Dacia, con un +42,07%, mentre il marchio della Losanga assiste a un peggioramento del 14,34%. Andamento negativo per la Ford, con 11.908 registrazioni e un -6,95%.

Daimler e BMW su strade divergenti. Ancora una volta, i gruppi Daimler e BMW mostrano un andamento divergente. Il produttore di Stoccarda, con 8.412 immatricolazioni, subisce un calo del 9,03% per effetto del -4,07% registrato dalla Mercedes e del -19,40% della Smart. I concorrenti bavaresi, dal canto loro, risultano in crescita del 5% con 7.630 registrazioni, di cui 5.544 riconducibili al marchio BMW (+5,44%) e 2.086 alla Mini (+3,83%).

Asiatiche in chiaroscuro. Tra i costruttori orientali, trend ancora positivo per il gruppo Toyota: con 9.713 immatricolazioni, guadagna il 7,8% grazie al +5,14% del marchio omonimo e al +52,47% della Lexus. La Nissan flette, invece, del 23,85% e la Subaru del 29,45%, mentre la Suzuki guadagna l'8,16%, la Mazda il 13,84% e la Mitsubishi il 102,42%. Per le coreane Hyundai e Kia, i dati di maggio mostrano una contrazione, rispettivamente, dell'11,88% e del 16,36%. In crescita, seppur con volumi contenuti, risultano invece la SsangYong (+1,9%) e la proprietaria indiana Mahindra (+55,56%).

Bene la Volvo, giù la Jaguar Land Rover. Nel segmento premium, anche i gruppi Volvo e Jaguar Land Rover registrano risultati contrastanti. Il marchio svedese vede le immatricolazioni crescere del 5% (1.764 unità), mentre i britannici riscontrano un peggioramento del 31% con 1.765 unità, di cui 593 Jaguar (-34,26%) e 1.177 Land Rover (-29,23%). La Tesla, con 160 vetture immatricolate, balza del 492,59%.

Panda sempre prima. La Panda si conferma in cima alla classifica dei modelli più popolari, grazie a 13.736 immatricolazioni. Al secondo posto, ben distanziata, si piazza la Renault Clio con 6.421, mentre al terzo figura la Fiat 500 con 6.361. Seguono la Lancia Ypsilon (6.090), la Fiat 500X (5.503), la Jeep Renegade (5.268), la Dacia Duster (4.442), la Fiat 500L (4.416) e la Citroën C3 (4.083). Chiude la top ten, con 4.021 registrazioni, la Volkswagen T-Roc.

Non si ferma la flessione del diesel. Sul fronte delle alimentazioni, prosegue il trend fortemente negativo del diesel. Le motorizzazioni a gasolio subiscono una flessione del 20,2% e scendono dal 51,7% al 41,8% del mercato. Fa da contraltare la crescita delle auto a benzina con un +22,5% e il 43,7% della domanda (era il 35,2% un anno fa). Perde terreno il metano (-31,3%), mentre risale il Gpl (+5,1%). Le auto ibride, con un aumento del 34,7%, passano dal 3,9% al 5,4% del mercato, mentre le elettriche mettono a segno una crescita a doppia cifra (+91,6%), salendo dallo 0,3% di un anno fa allo 0,6%.

Privati di nuovo in calo. In termini di canali di vendita, i privati rivedono il segno meno per la seconda volta da inizio anno e perdono il 7,6%. Il noleggio cresce a doppia cifra con un +22,1% con le componenti di breve e lungo termine in miglioramento, rispettivamente, del 35,6% e del 18,1%. In calo del 15,4% le società con le autoimmatricolazioni, in flessione del 19%.

In negativo anche l'usato. Il mercato delle auto usate torna a flettere dopo la crescita moderata messa a segno ad aprile (+0,5%). A maggio, i trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture (i passaggi temporanei a nome dei concessionari, in attesa della rivendita ai clienti), sono stati pari a 373.676 unità, il 7,5% in meno rispetto al corrispondente mese del 2018. Il consuntivo dei primi cinque mesi dell'anno mostra un calo del 4,8%, con 1.854.525 trasferimenti.

Il commento dell’UNRAE. “Nello scenario attuale del mercato, l’Unrae ha accolto con grande interesse le recenti dichiarazioni del Vice Presidente del Consiglio dei Ministri e Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sull’impegno del Governo ad operare già nella manovra finanziaria del prossimo autunno per portare al 100% la detraibilità dell’Iva sulle auto aziendali”, commenta Michele Crisci, presidente dell’associazione delle Case estere. “Ci auguriamo che il Governo possa finalmente porre l’attenzione dovuta a un settore nevralgico per il sistema economico del nostro Paese, attivandosi con interventi sulla fiscalità delle auto aziendali, tema sul quale la nostra Associazione si batte da molti anni. Riteniamo che la revisione della fiscalità sia una delle leve strategiche per lo sviluppo e il rilancio delle imprese italiane, aumentandone la competitività anche nei confronti di quelle straniere che, non solo beneficiano di una detraibilità totale dell’Iva sulle auto aziendali, ma anche di maggiori deducibilità. Misure del genere potrebbero rappresentare un volano per incentivare le imprese ad aumentare gli investimenti e di conseguenza anche uno strumento per accelerare il rinnovo del parco circolante, che al momento presenta tassi di sostituzione assolutamente insufficienti”. “Una manovra in tal senso", conclude Crisci, "potrebbe portare volumi incrementali stimati nell’ordine delle 100.000 unità, con ritorni benefici per l’Erario in termini di maggior gettito Iva e Ipt, da noi calcolati in circa 450 milioni di euro l’anno, rendendo non necessaria una copertura finanziaria, per non parlare degli effetti positivi su ambiente e sicurezza della circolazione”.


Fonte: quattroruote.it



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