Mercato europeo
Brusca frenata a marzo: -5,2%




Il mercato automobilistico europeo subisce una decisa frenata a marzo dopo i segnali di rallentamento lanciati nel mese precedente. Con 1.836.960 vetture, le immatricolazioni nell'area Ue+Efta sono calate del 5,2% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando comunque la domanda aveva raggiunto il massimo storico per il terzo mese dell'anno. La maggior parte dei principali mercati del Vecchio Continente ha registrato andamenti negativi. Il Regno Unito, per esempio, al dodicesimo mese di fila in contrazione, ha subito un crollo del 15,7%, mentre l'Italia e la Germania hanno fatto segnare una flessione, rispettivamente, del 5,8% e del 3,4%. Bene, invece, la Francia con un +2,2% e la Spagna con +2,1%. Nonostante il declino di marzo, il consuntivo dei primi tre mesi dell'anno rimane in territorio positivo con immatricolazioni pari a 4.256.637 unità e una crescita dello 0,6%, in crescita del 5,5% grazie, soprattutto, al +10,5% della Spagna, al +4% della Germania e al +2,9% della Francia, che hanno compensato il calo dell'1,5% dell'Italia e del 12,4% del Regno Unito.

Flessione per FCA. Il gruppo FCA, dopo il rallentamento di gennaio e il calo di febbraio, è di nuovo in territorio negativo. Sono 120.591 le immatricolazioni nell'area Ue+Efta, l'8% in meno rispetto allo stesso mese dell'anno scorso, a causa innanzitutto della flessioni del 12,5% del marchio Fiat (87.774 unità) e del 37,5% della Lancia (5.270). Performance decisamente brillanti sono state invece conseguite dalla Jeep, con 16.601 veicoli immatricolati e un balzo del 42,3%. Andamento positivo, anche se non a doppia cifra come nei mesi precedenti, per l'Alfa Romeo con 9.996 registrazioni e una crescita dell'8,6%. Male anche Dodge e Maserati, con un calo del 31,9%.

In calo i tedeschi. Andamento sostanzialmente negativo anche per Volkswagen, BMW e Daimler. Il gruppo di Wolfsburg ha registrato una performance comunque stabile con un calo di appena lo 0,04% e 415.291 immatricolazioni grazie al +1,8% del marchio principale (191.862 unità), al +9,3% della Seat (49.140 unità) e al +3,6% della Skoda (76.263 unità). In flessione, invece, l'Audi con un -9,3% (89.084 unità) e la Porsche (-11,2%) . Andamento negativo, anche per il gruppo BMW con un calo del 5,6% (122.566 unità), frutto della flessione del 6,6% per il brand principale e dell'1,6% per la Mini. Il gruppo Daimler ha invece subito un declino del 2,7% (112.344 unità) per effetto del -1,8% subito dalla Mercedes e del -11,8 della Smart (-3,1%).

Contrastate le francesi. Nella classifica dei grandi produttori, alle spalle del leader di mercato Volkswagen si piazzano sempre i francesi. Al secondo posto con 289.274 immatricolazioni figura PSA, che ha visto un aumento del 59,8%, un tasso non confrontabile con l’anno scorso a causa del consolidamento della Opel solo a partire da agosto. Cresce la Peugeot con un +1,4% (107.092 registrazioni), scende la Citroën con un -3,7% (66.539), mentre la Casa di Rüsselsheim contribuisce con 109.733 vetture. Male il gruppo Renault con 177.401 unità registrate e una flessione del 3,4%, con la Dacia in espansione del 10,5% a compensare il calo della Renault (-7,5%) e della Lada (-9%).

Male Ford, Volvo, Jaguar e Land Rover. Tra le altre Case occidentali, la Ford ha immatricolato 134.770 veicoli, il 14,6% in meno rispetto a marzo 2017, mentre la Volvo ha subito un calo del 2,8% con 35.873 registrazioni. Andamento negativo anche per il gruppo Jaguar Land Rover: con 35.986 immatricolazioni, ha subito una flessione del 21,8% con la Land Rover in discesa del 25,6% e la Jaguar in contrazione del 14,2%.

Gruppi asiatici sull'ottovolante. Quanto ai costruttori asiatici, sono risultate in contrazione le immatricolazioni del gruppo Toyota (-5,5%) con il -6,3% per il marchio omonimo ad annullare il +5,9% della Lexus. Andamento decisamente negativo per la Nissan con una flessione del 16,3%, mentre la Honda è risultata in crescita dell'11,9%. Le coreane Hyundai e Kia, infine, hanno registrato una crescita rispettivamente del 3,3% e del 4,5%.

Il commento dell'Unrae. "Il rallentamento del mercato, in particolare quello italiano, si traduce in un calo del rinnovo del parco circolante", commenta Romano Valente, direttore generale dell’Unrae (l’associazione delle case automobilistiche estere). "In Italia circa il 48% delle vendite fa ruotare vetture con meno di tre anni di anzianità (canali società e noleggio): è come se vendessimo le auto sempre alle stesse persone. il restante 52% va in sostituzione di vetture più vecchie comunque con una velocità di smaltimento del parco ante Euro 3 (oltre i 17 anni) troppo lenta". "Pertanto ci attendiamo che il nuovo esecutivo ascolti le voci della filiera per intraprendere un percorso virtuoso che, attraverso lo smaltimento del parco anziano, consenta di immettere sul mercato vetture tecnologicamente avanzate e accelerare il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Europa”, conclude Valente.


Fonte: quattroruote.it

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