Chi siamo

Soci Onorari
Convenzioni
Gadget
Iscrizione al club
Contatti
Raduni
MiniRaduni
Gallery
Links


Utenti on-line

2016

Utenti iscritti al web

6405

Accessi di oggi

1193

Username:

Password:

Registrati

Alfa Romeo, l’Alfetta 158 e l’inizio vincente in Formula 1 nel quarto episodio di “Storie Alfa Romeo”




Il primo Gran Premio di Formula 1 risale al 1950, disputato in Gran Bretagna sul tracciato di Silverstone. Da allora sono passati praticamente settant’anni, ricordati il 13 maggio 2020. Era un’altra era senza dirette televisive, con il pubblico assiepato ai bordi della pista e vetture completamente diverse per impostazione e potenza. Allora come oggi, dopo il ritorno nel 2018 con Sauber e da questo anno come team Alfa Romeo Racing ORLEN, il marchio Alfa Romeo era presente e lo racconta nella quarta puntata del ciclo “Storie Alfa Romeo”, ricordando la mitica Alfetta 158.

Le 158 nascoste e la Milano occupata

La leggendaria Alfetta 158 può essere considerata l’auto di due periodi a cavallo tra quello che c’è stato e quello che seguirà dopo il Secondo Conflitto Mondiale. Alfa Romeo torna a correre dopo le ostilità con la Tipo 158, nascondendo gli esemplari già realizzati durante i rastrellamenti e i controlli della Wehrmacht nel lontano 1943, come ricordato.
Milano allora era occupata. Al Portello sono presenti alcuni esemplari di Alfetta 158 e il rischio che possano diventare un prezioso “bottino di guerra” è alto. I tecnici e gli specialisti di Alfa Romeo concordano di far sparire le vetture, organizzando prelievo e spostamento nell’anonimato. Alcuni appassionati del marchio offrono la loro disponibilità a ospitare gli esemplari, come il pilota di motonautica Achille Castoldi che nel 1940 aveva stabilito il record mondiale di velocità proprio con un motore Alfa Romeo 158.
Ma capita un intoppo. Una pattuglia della Wehrmacht chiede chiarimenti puntando le armi. Fortunatamente interviene il collaudatore Pietro Bonini, uomo di origini svizzere che ha anche abitato per un lungo periodo a Berlino. Conosce e parla fluentemente il tedesco. Sventolando un lasciapassare, rimedia alla situazione. I camion con le vetture partono verso officine e fattorie. Le auto sono nascoste dietro dei muri, sepolte da cataste di legna. Nascoste fino all’alba di una nuova era.



L’Alfetta 158

Risale al 1938 la protagonista del quarto episodio di “Storie Alfa Romeo”. L’Alfetta 158 appare un progetto all’avanguardia sin dall’inizio, nonostante lo sviluppo interrotto durante il conflitto mondiale. Include soluzioni tecniche sofisticate, valide nel dopoguerra e non solo. Basta considerare lo schema “transaxle”, per un minore ingombro e una distribuzione ottimale dei pesi sugli assi. Un’impostazione introdotta anche sulle vetture di serie. Tra gli aspetti di rilievo anche un motore a 8 cilindri in linea con compressore monostadio e carburatore a triplo corpo, pensato dal capo della progettazione Gioacchino Colombo. Un’unità potente, affidabile e reattiva, con distribuzione a doppio albero a camme in testa. E lo stesso impiego di leghe leggere, ovvero elektron per il monoblocco, acciaio al nichel-cromo per l’albero motore; in modo da contenere il peso del propulsore a soli 165 chilogrammi. Il cambio è localizzato nella parte retrostante, in blocco con il differenziale.



La Formula 1

Nel dopoguerra le 158 sono trasferite di nuovo al Portello, restaurate e rimesse in funzione. Corrono e vincono tra il 1947 e il 1948, sebbene non si parli ancora di un Campionato Mondiale di Formula 1. Ad esempio Nino Farina vince il Gran Premio delle Nazioni a Ginevra, mentre Varzi si impone al Gran Premio del Valentino a Torino e Trossi nel Gran Premio di Milano. Allora il potenziale del Biscione appare ineguagliabile. Quindi con il British Grand Prix di Silverstone del 1950 si dà inizio al primo Campionato mondiale FIA di Formula 1, la prima di sette gare. Un appuntamento storico, perché vede lottare in pista protagonisti appartenenti a nazioni sino a pochi anni prima divise dalla guerra. Alfa Romeo anche allora resta protagonista. Quattro Alfetta 158 occupano le prime quattro caselle della griglia di partenza. Davanti a tutti Giuseppe “Nino” Farina, che firma anche il giro più veloce e il successo del primo storico appuntamento. Alle sue spalle Luigi Fagioli, terzo invece Reg Parnell.



Il dream team dei 3 F

L’alchimia tra affidabilità, leggerezza, costanza e velocità, dunque, proietta l’Alfetta 158 al vertice. Nel 1938 la vettura è dotata di un motore 1.5 litri con compressore che può sviluppare 185 cavalli. Nel dopoguerra il compressore diventa a doppio stadio e il motore può erogare ben 275 cavalli, toccando successivamente anche i 350 cavalli a 8.600 giri/minuto nel 1950. Rilevante anche il rapporto peso/potenza di soli 2 kg/CV. Un dato valido ancora oggi nel caso di una sportiva. Questa formula è vincente dal punto di vista tecnico, ma sui giornali sono protagonisti anche Farina, Fangio e Fagioli, che diventano i leggendari componenti della “squadra dei 3 F”.

I tre alfieri di Alfa Romeo si impongono a vicenda nei diversi Gran Premi a cui predono parte, raggiungendo il podio dodici volte, oltre a porre la firma su cinque giri veloci. Giuseppe Busso, storico progettista Alfa Romeo, ai tempi collaboratore di Colombo, allora sottolinea: “Il problema principale era decidere quale dei nostri tre piloti avrebbe dovuto vincere la gara”, talmente è superiore il loro livello. Alla fine trionfa Farina, laureandosi primo campione nella storia della Formula 1. Al Gran Premio di Monza del 3 settembre del 1950, come ricordato, Alfa Romeo anticipa anche soluzioni adottate poi sulla successiva 159, altra protagonista nella seconda stagione.
L’epopea dei “3 F” e i loro successi trascinano Alfa Romeo anche nel mondo del cinema. Allora due dei maggiori produttori del periodo, Dino De Laurentiis e Carlo Ponti, selezionano Amedeo Nazzari e l’affascinante Alida Valli come interpreti del film “Ultimo incontro”, sulla cui sceneggiatura collabora anche lo scrittore Alberto Moravia. Una storia completamente ambientata sui circuiti della Formula 1 e nelle officine della Squadra Corse Alfa Romeo.
La pellicola approda nelle sale il 24 ottobre 1951. Quattro giorni dopo Juan Manuel Fangio conquista il Gran Premio di Spagna e si laurea nuovo Campione del Mondo proprio sull’Alfetta 159. Un nuovo trionfo per il marchio milanese, diventando anche il primo ad aver conquistato due titoli consecutivi in Formula 1, ritirandosi così da imbattuto per pensare alla produzione di serie.



L’Alfetta 159

Il secondo Campionato del Mondo di Formula 1 è più combattuto, la sfida prosegue sino all’ultimo appuntamento e la squadra contendente è la Ferrari. Sono passati 17 anni e si è giunti al limite del potenziale di sviluppo del propulsore che anima l’Alfetta 159. Nel 1951, comunque, i tecnici di Alfa Romeo cavano altra potenza, sino ai 450 cavalli. Piloti e tecnici firmano ancora un’altra stagione trionfale, conquistando con la 159 i Gran Premi in Svizzera, Belgio, Francia e Spagna, in totale 11 podi e il giro più veloce in tutte e sette gli appuntamenti.




Fonte: motorionline.com

Sezione Storica

Modelli Alfa

 Autobus/Filobus

Interviste
Sport
Modellismo
MiniGuide
Tuning
Mercatino
Stampa/Libri
Forum