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Scudetto Alfa Romeo, com'è cambiato il volto dell’italiana più amata

Dalla 8C 2900 alla Tonale, Più di 80 anni di storia ed evoluzione per la famosa griglia



Avete presente la griglia anteriore triangolare della Alfa Romeo? Per tutti è lo scudetto Alfa Romeo, il simbolo delle sportive italiane che si modifica, si evolve e cambia in continuazione pur rimanendo legato allo schema originario.

Ma da dove viene questa forma a scudo per la griglia anteriore delle auto del Biscione? Si tratta di una storia lunga, nata ufficialmente nel 1937 (quasi come il doppio rene BMW) e che quindi ha superato di slancio gli ottant'anni. Se siete curiosi la vogliamo ripercorrere con voi andando a vedere com'è cambiato il volto delle Alfa Romeo fino ad oggi e fino alla prossima Tonale.



Già fra il 1934 e il 1935 alcuni dei suddetti carrozzieri e designer iniziano a ritoccare il bordo del radiatore, arrotondandolo e dandogli connotati un po' più "liberty". In particolare Castagna e Touring realizzano alcune speciali 6C 2300 con griglia vagamente a scudo (come la "Soffio di Satana"), ma è con la 8C 2900 del 1937 che ufficialmente debutta il primo grande scudetto frontale, anche in questo caso grazie a Touring.



Lo scudetto inizia subito a cambiare

Caratteristico è lo stile di questo primo scudetto Alfa Romeo che verrà replicato, evoluto, stilizzato e arricchito decine e decine di volte negli anni, ma che resta iconico. Forte sviluppo verticale, parte superiore più arrotondata per ospitare il marchio tondo Alfa Romeo e parte inferiore a punta per richiamare appunto la forma di uno scudo.



Questi stilemi restano immutati per pochi anni, in particolare sulla 6C 2500, ma già negli Anni ‘40 del secolo sorso la mascherina di alcune Alfa inizia a diventare ancora più stretta e alta, una lunga fessura che inizia presto a riempirsi di listelli cromati orizzontali.

Arriva anche il "trilobo"

Nell'immediato dopoguerra questa tendenza stilistica si consolida e viene sempre più spesso accompagnata da due prese d'aria orizzontali ai lati che iniziano a formare il "trilobo" che per anni resta un simbolo di Alfa Romeo. Le Alfa 6C 2500 firmate Touring e Pinin Farina sono gli esempi più classici del periodo.





Nel 1950 la stessa Casa milanese codifica questo stile con l'Alfa Romeo 1900 che utilizza lo scudetto cromato e sporgente sul "muso" affiancato dai due elementi orizzontali del trilobo, modificandolo nel tempo e nelle versioni anche per distinguere berlina, coupé. La griglia passa in pochi anni dalle barre orizzontali ad una completa griglia reticolare cromata, mentre i carrozzieri si sbizzarriscono sul frontale, come nel caso della Disco Volante che stilizza il tutto con una croce al centro dello scudetto.

L'iconica prima Giulietta

Questo schema in tre parti, più o meno modificate, continua sull'auto del rilancio Alfa Romeo, quella Giulietta che dal 1954 al 1966 diventa famosa anche per la sua variante sportiva Sprint. Lo scudetto entra nell'immaginario collettivo e diventa il simbolo di un'Italia che vuole rinascere dalle rovine della guerra e vuole anche "correre".



Con la terza serie del 1961 il trilobo si allarga fino ad occupare tutto il frontale, un come sulla 2000, mentre davvero unico è lo scudetto della 1900 M, fuoristrada nota col nomignolo di "Matta": qui il simbolo della Casa è inciso nella lamiera piatta, stampato con feritoie orizzontali di diversa larghezza sul frontale che formano uno scudo. Un vero capolavoro di stile e razionalità!



Lo scudo si allarga e si abbassa

Il trilobo sparisce in pratica con l'Alfa Romeo Giulia del 1962 che inserisce lo scudetto in una larga griglia orizzontale, configurazione che rimarrà fino agli Anni ‘70 e resisterà a numerosi restyling su diversi modelli. Parliamo dell'evoluzione nello scudetto che dalla Giulia arriva alla Spider (il famoso Duetto), ma con alcune modifiche importanti anche sulle 1750 e 2000 berlina, su Giulia GT e anche l'Alfetta.





Il piccolo scudetto appuntito in basso diventa di volta in volta più largo, più arrotondato, più squadrato, con numero variabile di barrette orizzontali, arrivando ad essere solo accennato dalle barrette sporgenti sulla 2000 GT Veloce. Un caso a parte è quello della Montreal che nel 1970 (anticipata nel 1969 dalla Junior Zagato) sfoggia uno scudetto largo e leggermente arrotondato nella parte bassa per inserirsi al meglio nel sottile frontale della coupé milanese.



Le ultime rotondità... per un po'

La lezione della Montreal viene recepita dall'Alfa Romeo Alfetta GT che nel 1974 utilizza una variante leggermente più squadrata e sempre larga.



Alla quadratura dello scudetto contribuiscono anche la Giulietta del 1977 e l'Alfa 6 del 1979, mentre restano sulle rotondità gli scudetti di Alfasud (fino alla terza serie del 1980), Alfasud Sprint e 2000 Berlina. Ancora più stilizzato e semplice è invece lo scudetto spigoloso dell'Alfa 90 che debutta nel 1984.



Triangolo squadrato per gli Anni ‘70 e ‘80
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Piccolo, poligonale e al centro di un frontale piatto è anche lo scudetto dell'Alfa 33 del 1983 e che negli anni si evolve fino a diventare un triangolo con la punta in basso e sempre più largo.



Stessa sorte tocca anche all'Arna, all'Alfa 75 dove si integra nella griglia della mascherina, ma sulla 164 la storia cambia perché Pininfarina fa dello scudetto un nuovo elemento stilistico inglobato nello spiovente cofano motore e che torna quindi a far parte della carrozzeria: un ritorno storico che piace agli Alfisti.



Zagato lo fa a modo suo

Nel frattempo la carrozzeria Zagato ha avviato da tempo una sua libera reinterpretazione dello scudo Alfa Romeo, iniziata con la 1900 SZ e proseguita con Giulietta SZ, con le TZ1 e TZ2 da corsa e la 2600 SZ che vanta forse lo scudetto Alfa più grande della storia. Questo record è conteso solo da un altro modello dell'atelier milanese, la Junior Zagato che ha la tondeggiante calandra ritagliata nel frontale trasparente.





Da allora abbiamo imparato a conoscere anche l'Alfa Romeo SZ del 1989, forse con lo scudetto più piccolo di sempre, la sua versione cabrio RZ e la recentissima TZ3 Stradale che allo stesso modo reinterpreta a modo suo, in maniera minimale e appena accennata, il famoso "naso" dell'Alfa.



Qui sotto trovate poi altri esempi di scudetto Alfa Romeo interpretato da diversi carrozzieri e designer in maniera molto originale.





Griglia rimpicciolita per gli anni Novanta

Tornando alla cronologia della griglietta triangolare Alfa vediamo che continua a rimanere piccola per buona parte degli Anni ‘80 e ‘90, sempre inglobata nella forma del cofano come su 145, 146, GTV e Spider (qui con un accenno di trilobo).



Solo sull'Alfa 155 resta come elemento integrante della calandra, stile che si evolve ulteriormente sulla 156 per diventare più grande e centrale nello stile del frontale.



Sulla 166 lo scudetto è invece l'elemento a punta che fa finire il cofano motore nella calandra, con una grossa cornice a delinearne la forma. Il trilobo Alfa Romeo torna prepotente con la 147 del 2000 dove lo scudetto forma una grande sagoma verticale al centro del frontale, uno stile che sarà ripreso dai restyling successivi di 156, 166, GTV e Spider, oltre che dall'Alfa Romeo GT del 2003 firmata Bertone.



Con l'Alfa 8C Competizione inizia una nuova era

La firma di Giugiaro, quella del grande scudetto sporgente e verticale con angolo acuto in basso più largo torna di prepotenza sul davanti dell'Alfa Romeo 159, ma anche sulla Brera e sull'ultima generazione della GTV.



I tempi sono però maturi per un ulteriore passo avanti dello scudo Alfa Romeo che sulla 8C Competizione del 2003 assume forme morbide e classicheggianti che ricordano le grandi Alfa del passato. Anche qui il trilobo è in bella evidenza, ma con uno scudetto vuoto, cosa che non accade invece sulla MiTo che ha i listelli cromati orizzontali, almeno nei primi anni.



Giulietta e Giulia per il nuovo millennio

A cambiare di nuovo le carte in tavola ci pensa la Giulietta del 2010 che rende perfettamente triangolare il noto scudetto e dà il via all'era contemporanea della casa del Biscione. L'Alfa 4C del 2013 è infatti protagonista di un'ulteriore metamorfosi della griglia, senza più cronice e disegnata come elemento incassato nel paraurti.



Uno stile che con l'aggiunta di una parziale cornice torna sulla Giulia del 2016 e sulla Stelvio nel 2017, i volti più freschi di Alfa Romeo assieme alla ristilizzata Giulietta del 2016.



La Tonale vuole dare una svolta

Al Centro Stile Alfa Romeo i progettisti non stanno certo fermi a godersi il design delle ultime nate, ma sono da tempo impegnati per creare l'Alfa del prossimo futuro, quella Tonale Concept che alimenta tante speranze.



Questa volto il mitico scudetto è ancora evoluto e modificato fino a sfoggiare una larga cornice poligonale inserita tra paraurti, cofano e prese d'aria. Forse il domani dello scudetto Alfa è alle porte!


Fonte:motor1.com

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