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Alfa Romeo 33/2 Daytona, l’inizio di una leggenda

Nel 1964 il Biscione inizio a lavorare su una vettura da corsa che darà ad una stagione di successi nelle grandi competizioni endurance




Quando si ripercorre la storia del motorsport è inevitabile non imbattersi in un’Alfa Romeo. Il Biscione e le competizioni sono legate a doppio filo, così come alcuni modelli della casa di Arese che sono nati nel solco della tradizione corsaiola del brand. Per questa storia vogliamo tornare indietro fino al 1964, quando in casa Alfa Romeo si iniziò a lavorare sul progetto di una vettura sportiva.

Ad occuparsi del progetto fu fin da subito Autodelta, la divisione corse del Biscione, che cominciò a lavorare su un prototipo che sfruttava il motore della Giulia TZ2. L’estro dell’Ingegner Chiti, il numero uno in casa Autodelta, portò subito il progetto ad orientarsi verso una vettura con un propulsore V8 che fu subito posizionato in posizione centrale, alle spalle del pilota. In questo modo la vettura assunse fin dagli albori una fisionomia propria, con un peso contenuto di soli 580 kg, grazie anche ad un telaio in tubi di alluminio a cui sono fissati dei tralicci in fusione di magnesio. Il nome scelto fu Alfa Romeo 33/2, denominazione derivata dall’unione della sigla di progetto e del numero di litri di cilindrata.

La bontà del progetto è chiara a tutti fin da subito, tanto che già dal 1967 arrivano i primi successe: alla guida c’è il capo collaudatore Teodoro Zeccoli che trionfa il 12 marzo nella corsa in salita di Fléron, con la prima versione della 33/2 Sport Prototipo denominata “Periscopica” proprio per la sua caratteristica presa d’aria posta alle spalle del pilota. Questa vettura è capace di erogare 270 CV a 9.600 giri e di raggiungere una velocità massima di 298 km/h. In casa alfa Romeo però si continua a cercare la perfezione e così c’è subito un aggiornamento estetico per migliorare ulteriormente l’aerodinamica, assottigliando il muso e allargando il parafanghi posteriore che in questo modo può ospitare prese d’aria più ampie.

La leggenda inizia ad essere scritta a partire dal 1968, quando il Biscione decide di partecipare al Mondiale Sport Prototipi, per cimentarsi con alcune delle competizioni endurance più importanti del mondo del motorsport, come la 24 ore di Daytona e quella di Le Mans, la 12 ore di Sebring, la 1000 km di Monza, la 500 km del Nürburgring e la Targa Florio. Proprio i successi di classe a Daytona permettono ad Alfa Romeo 33/2 di forgiarsi del nome di Daytona: rimane nella storia la tripletta degli equipaggi Vaccarella-Shütz, Andretti-Bianchi, Casoni-Biscardi-Zeccoli che con la numero 22, 23 e 20 tagliarono per prime il traguardo.




Fonte: formulapassion.it

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