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Immatricolazioni stabili a luglio: -0,1%




Il mercato italiano dell'auto lancia segnali di debolezza anche a luglio seppur con una flessione decisamente contenuta. A luglio, secondo i dati diffusi dal Ministero dei Trasporti, le immatricolazioni sono risultate pari a 152.800 unità, lo 0,1% in meno rispetto al corrispondente mese dell'anno scorso. Nei primi sette mesi del 2019 solo aprile si è rivelato positivo (+1,47%) e pertanto il consuntivo dei primi sette mesi dell'anno mostra un declino del 3,05%, con 1.235.698 registrazioni.

In FCA crescono solo Lancia e Jeep. Con 34.337 immatricolazioni, la Fiat Chrysler Automobiles perde il 19,30%. Tra i vari marchi del gruppo italoamericano continuano a crescere la Lancia (+24,78% e 4.315 registrazioni) e la Jeep (+3,1% e 7.446 immatricolazioni), mentre risultano in perdita la Maserati (-18,45% e 252 unità), la Fiat (-24,47% e 20.088 veicoli) e l'Alfa Romeo (-55,82% e 2.171).

In spolvero PSA. Andamento decisamente migliore del mercato per il gruppo PSA: con 24.216 registrazioni, cresce del 13,36%. Nel dettaglio, la Citroën guadagna il 7,28% (6.323 immatricolazioni), la Peugeot il 13,44% (9.101), la Opel il 17,19% (8.494) e la DS il 49,75% (298).

Anche Wolfsburg sale a doppia cifra.Pure il gruppo Volkswagen registra una performance brillante: sono 25.370 le immatricolazioni, il 19,74% in più rispetto a un anno fa. Tra i vari marchi, la Volkswagen cresce dell'11,15% (14.395 veicoli registrati), l'Audi del 15,85% (6.096), la Skoda del 60,47% (2.452) e la Seat del 68,91% (2.380). Bene anche la Lamborghini con un +23,68% anche se le immatricolazioni sono solo 47.

Bene Renault, male Ford. Ai piedi del podio si piazza il gruppo Renault con 16.895 immatricolazioni e una crescita del 4,68%. Ancora in forte crescita risulta la Dacia, con un +53,01%, mentre il marchio della Losanga subisce un calo del 16,95%. Andamento negativo pure per la Ford, con 9.511 registrazioni e un -2,91%.

Daimler sale, BMW scende. Su strade opposte si trovano i due grandi produttori tedeschi del segmento premium. La Daimler, con 6.848 immatricolazioni, mette a segno una crescita del 5,29% per effetto del +11,09% registrato dalla Mercedes e del -5,79% della Smart. I concorrenti bavaresi della BMW perdono, invece, il 4,26%: sono 5.254 le immatricolazioni, di cui 3.715 per il marchio omonimo (-9,68%) e 1.539 per la Mini (+11,93%).

Asiatiche sempre in chiaroscuro. Tra i costruttori asiatici, trend negativo per il gruppo Toyota: con 7.029 registrazioni, perde il 4,87% per effetto del -6,4% del marchio omonimo e del +31,86% della Lexus. La Nissan flette, invece, del 23,93% e la Subaru del 16,27%, mentre la Suzuki guadagna il 49,46%, la Mazda il 15,25% e la Mitsubishi il 22,49%. Per le coreane Hyundai e Kia, i dati di luglio mostrano una contrazione, rispettivamente, dello 0,14% e dell'11,91%. In calo risulta anche la SsangYong (-2,49%) e la proprietaria indiana Mahindra (-34,09%).

Giù Volvo, su Jaguar Land Rover, boom Tesla. Tornando al segmento premium, anche Volvo e il gruppo Jaguar Land Rover registrano risultati contrastanti. Il marchio svedese vede le immatricolazioni flettere dell'1,59% (1.613 unità), mentre i britannici riscontrano un miglioramento del 29,22% con 2.136 unità, di cui 730 Jaguar (+17,36%) e 1.406 Land Rover (+36,37%). Infine la Tesla, con 167 vetture immatricolate, balza di ben il 943,75%.

Panda sempre in testa. In cima alla classifica dei modelli popolari si piazza sempre la Panda con 10.779 immatricolazioni. Al secondo posto, ben distanziata, si posiziona la Lancia Ypsilon, con 4.315 unità, e al terzo la Jeep Renegade, con 4.258. Seguono, nell'ordine, la Dacia Sandero (3.907), la Fiat 500X (3.276), la Citroën C3 (3.271), la Dacia Duster (3.161), la Renault Clio (3.139) e la Volkswagen T-Roc (3.067). Chiude la classifica dei primi dieci modelli più popolari, con 2.959 registrazioni, la Jeep Compass.

Sempre a doppia cifra il calo del diesel. Sul fronte delle alimentazioni, il diesel continua a mostrare tassi di contrazione a doppia cifra. Le motorizzazioni a gasolio subiscono una flessione del 27,5% (-32,9% al netto del noleggio) e scendono dal 51,1% al 37,2% del mercato. A far da contraltare è la crescita delle auto a benzina con un +35,1% e il 44,8% della domanda (era il 33,1% un anno fa). In ripresa risulta il metano (+17,9%), mentre prosegue la risalita del Gpl (+12,6%). Le auto ibride, con un aumento dell'8,8%, passano dal 5,2% al 5,7% del mercato, mentre le elettriche mettono a segno una crescita di ben il 45,7%, salendo dallo 0,4% di un anno fa allo 0,6%.

Torna a crescere il canale dei privati. In termini di canali di vendita, i privati tornano a crescere grazie a un +7,2%. Il noleggio, invece, mette a segno un aumento più contenuto (+2,3%) con la componente del breve termine in contrazione del 5,3% e quella del lungo termine in miglioramento del 2,5. In calo del 19,3% risultano le società per effetto di una contrazione delle autoimmatricolazioni del 25,6%.

Ancora in calo l'usato. Il mercato delle auto usate continua a lanciare segnali negativi con una contrazione dell'1,4% e 379.028 trasferimenti di proprietà, al lordo delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome di un operatore in attesa della rivendita a cliente). Nel periodo gennaio-luglio sono 2.556.245 i trasferimenti, il 5,1% in meno rispetto al periodo gennaio-giugno dello scorso anno.

Il commento dell’Unrae. “Stimiamo che per il 2019 il mercato delle autovetture dovrebbe raggiungere un totale annuo di 1.860.000 immatricolazioni circa, 50.000 unità in meno rispetto alle 1.910.639 del 2018, con una flessione del 2,6%. Si tratta di una previsione rivista leggermente al rialzo rispetto alla precedente (1.850.000 unità), soprattutto grazie alla performance del secondo trimestre, risultata migliore delle attese”, afferma Michele Crisci, presidente dell’Unrae, nella consueta nota di commento dei dati sulle immatricolazioni, sottolineando che “l’attuale scenario di forte incertezza e di stagnazione per l’economia italiana non consente di prospettare un’evoluzione più favorevole per la domanda di autovetture e in questo quadro non riteniamo che il bonus/malus possa dare un apporto positivo in termini di immatricolazioni aggiuntive sul totale mercato, quanto piuttosto incidere sul mix delle alimentazioni. Tutto questo, in assenza di misure veramente efficaci per svecchiare il parco circolante e rilanciare un mercato in forte sofferenza, si sta traducendo anche in una penalizzazione secca per le casse dell’erario”.


Fonte: quattroruote.it



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