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Mercato europeo
Immatricolazioni stabili a maggio: +0,04%




Il mercato automobilistico europeo lancia un primo, labile, segnale di ripresa dopo otto mesi consecutivi con immatricolazioni in contrazione. Secondo i dati diffusi dall'Acea (l'Associazione europea dei costruttori), ad aprile le registrazioni nell'area Ue+Efta risultano pari a 1.443.708 unità, appena lo 0,04% in più rispetto al corrispondente mese dell'anno scorso.

Bene Germania e Francia. La domanda ha ricevuto una spinta per lo più dai Paesi dell'Europa Centrale, che hanno assistito a una crescita del 6,2%, mentre per i cosiddetti "major markets" l'andamento è decisamente contrastante. La miglior performance è della Germania con un +9,1%, seguita dalla Francia con +1,2%. Male Spagna, con un -7,3%, Regno Unito (-4,6%) e Italia (-1,2%). Nei primi quattro mesi dell'anno, le immatricolazioni sono state 6.935.028, con una flessione del 2% dovuta soprattutto al declino dei mercati spagnolo (-5,1%), italiano (-3,9%) e britannico (-3,1%). Sostanzialmente stabile risulta la Francia (-0,05%) e l'unica in crescita è la Germania (+1,7%).

La Lancia sostiene FCA. Nella classifica mensile dei principali produttori, il gruppo FCA risale al quarto posto dal quinto di aprile nonostante una nuova flessione delle immatricolazioni. I veicoli registrati dal produttore italo-statunitense sono 101.244, l'8,3% in meno rispetto a maggio 2018. Tra i vari marchi, risulta positivo l'andamento della Lancia (+19,8%) e negativo quello della Fiat (-4%), della Jeep (-13%), dell'Alfa Romeo (-49,3%) e della Maserati (-30,4%).

Anche Wolfsburg in calo. Il gruppo Volkswagen conferma la prima posizione con 358.115 immatricolazioni, registrando tuttavia una flessione dell'1,9%. Il brand omonimo perde l'8,6%, l'Audi l'1,1% e la Porsche il 2,5%, mentre risultano in crescita la Skoda (+4,1%), la Seat (+14,5%) e i marchi di lusso Bentley, Lamborghini e Bugatti (+61,8%). Il gruppo BMW, con 91.991 unità, cresce dell'8%, con il marchio dell'Elica (+5%) che riesce a compensare il calo della Mini (-16,5%). Daimler, di contro, immatricola 85.688 veicoli e perde lo 0,2% per effetto di una flessione della Mercedes-Benz dello 0,5% e di una crescita della Smart del 2,2%.

Citroën traina i francesi. Al secondo posto del mercato si posiziona il gruppo PSA: i francesi immatricolano 236.888 veicoli, con un miglioramento del 4,1%. A crescere sono la Citroën (+13,5%), la Opel (+1%) e la Peugeot (+1,7%), mentre la DS perde il 7,5%. Il podio della top ten europea si completa con l'altro produttore transalpino, il gruppo Renault: con 157.983 registrazioni, la Régie subisce un calo del 4% con il marchio della Losanga in contrazione del 10%, la Dacia in salita del 7,8% e la Lada in flessione del 5,8%. Bene l'Alpine con un +128,2%.

Sale ancora Volvo, sempre giù Ford. Tra le altre Case, la Ford assiste a una perdita del 4,5% con 84.490 immatricolazioni, mentre la Jaguar Land Rover piazza 17.443 veicoli e cala del 7,9%, con il marchio del Giaguaro e il brand delle fuoristrada in discesa, rispettivamente, del 5,2% e del 9,3%. In crescita risulta ancora una volta la Volvo, con 29.949 registrazioni e un incremento dei volumi del 15,7%.

Asiatici sull'altalena. Sul fronte dei costruttori orientali, il gruppo Hyundai cresce del 2,3% con 993.026 registrazioni. La Toyota sale del 12,1%, mentre la Nissan perde il 17,9% e la Honda il 17,6%. La Mazda migliora del 10,4% e la Mitsubishi del 20%.

Il commento del Csp e dell’Unrae. Il mercato dell’auto europeo, commenta il Csp, "è sostanzialmente in stagnazione” seppur su volumi abbastanza elevati da consentire di "ipotizzare per l’intero anno 15.200.000 immatricolazioni". “E’ un livello di tutto rispetto - aggiunge il presidente del centro di ricerca bolognese Gian Primo Quagliano - anche se è ancora relativamente lontano (-5%) dal massimo di 16.000.000 di immatricolazioni toccato nel 2007. Il quadro economico europeo è ancora in crescita (anche se sull’andamento congiunturale incidono numerosi fattori di freno) e vi sarebbero le condizioni per un’ulteriore sviluppo della domanda di autovetture se non vi fosse la forte penalizzazione introdotta dalla demonizzazione del diesel che sta inducendo molti automobilisti a rinviare la sostituzione dei loro vecchi diesel in mancanza di soluzioni alternative per loro pienamente soddisfacenti in termini di economia d gestione e di flessibilità di impiego”. L’Unrae si concentra, invece, sull’andamento della domanda italiana. “Restano molto lontani i tempi in cui l’Italia rappresentava il secondo mercato europeo per dimensioni, ormai il nostro Paese si posiziona stabilmente al quarto posto, ma con una quota calante sul totale ed un divario crescente dal primo mercato, che resta sempre quello tedesco”, afferma il direttore generale dell’associazione delle Case estere, Andrea Cardinali. “Al di là delle singole oscillazioni mensili, guidate anche da fattori stagionali e contingenti dei singoli mercati, bisogna infatti sottolineare che nei primi 5 mesi di quest’anno l’Italia rappresenta appena il 13,5% del mercato EU28 (rispetto al 13,8% dello stesso periodo 2018) e raggiunge solo il 59,7% del mercato tedesco (rispetto al 63,2% dello stesso periodo 2018): a farne le spese non sono solo gli operatori del settore, ma tutto il sistema-Paese”.


Fonte: quattroruote.it







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