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Mercato europeo
Immatricolazioni ancora in calo a febbraio: -0,9%




Il mercato europeo dell'auto continua a lanciare segnali negativi. Secondo i dati diffusi dall'Acea (l'Associazione europea dei costruttori), a febbraio le immatricolazioni nell'area Ue+Efta si sono attestate a 1.148.775 unità, lo 0,9% in meno rispetto allo stesso periodo del 2018. Si tratta del sesto mese consecutivo in contrazione per il Vecchio Continente, da settembre nel pieno di un trend negativo causato anche dalle conseguenze delle nuove procedure di omologazione Wltp, anche se l'associazione sottolinea il parziale recupero di alcuni dei maggiori mercati nazionali.

La ripresa della Germania e della Francia. Infatti, la Germania ha chiuso febbraio con un aumento delle consegne del 2,7%, mentre in Francia la crescita è stata del 2,1%. Bene anche il Regno Unito con un +1,4% mentre l'Italia e la Spagna hanno subito una flessione, rispettivamente del 2,4% e dell'8,8%. Nei primi due mesi dell'anno le immatricolazioni risultano pari a 2.374.963 unità, con un calo del 2,9% dovuto soprattutto alla Spagna (-8,4%) e all'Italia (-4,9%) che hanno annullato l'andamento sostanzialmente stabile di Germania (+0,6%), Francia (+0,5%) e Regno Unito (-0,6%).

Lancia e Jeep sostengono Fca. Nella classifica dei maggiori produttori il gruppo FCA torna a risalire la china dopo essere scesa a gennaio fino all'ottavo posto. A febbraio si piazza al quarto posto con 80.213 unità immatricolate (-5,2%). A sostenere le registrazioni sono la Lancia con una crescita del 38,4% (5.817) e la Jeep con un +35,5% (16.286). In calo risultano la Fiat con -11,4% (53.301), l'Alfa Romeo con -41,4% (4.334) e la Maserati con -40,8% (475).

Tedeschi sull'altalena. Il gruppo Volkswagen si conferma, invece, al primo posto dall'alto di 280.639 immatricolazioni anche se subisce una flessione dello 0,5%. Il brand omonimo cresce del 4%, la Skoda e la Seat entrambe dello 0,8% e i marchi superpremium Bentley, Lamborghini e Bugatti del 23,4%, mentre l'Audi perde l'8,1% e la Porsche il 46,4%. Il gruppo BMW scende invece all'ottavo posto a causa di un calo delle registrazioni del 3,5% con 65.633 unità: sono 52.762 le vetture del marchio dell'Elica immesse sul mercato (-5%) e 12.871 le Mini (+2,7%). Davanti ai bavaresi si piazza la Daimler con 68.340 immatricolazioni e una crescita del 4,7%: la Mercedes-Benz guadagna il 4,1% e la Smart il 9,8%.

Citroën spinge il gruppo PSA. Al secondo posto del mercato figura il gruppo PSA. I francesi immatricolano 198.321 veicoli con un miglioramento dello 0,8% dovuto per lo più alla Citroën (+7,2%). La DS cresce, invece, del 2,5% e la Peugeot dello 0,2% mentre la Opel subisce un calo del 3,4%. Il podio della top ten europea è completato dall'altro produttore transalpino. Il gruppo Renault, con 121.726 registrazioni, risulta sostanzialmente stabile con un rialzo marginale dello 0,02% per effetto del calo dell'1,7% del marchio della Losanga, della crescita del 2,4% della Dacia e del 22% della Lada.

Bene Volvo, male Ford. Tra le altre Case, la Ford, con 70.971 immatricolazioni, scende del 5,4%. Jaguar Land Rover piazza, invece, 13.267 veicoli e sale del 2,6% con la crescita del marchio del Giaguaro (+23%) solo in parte compensata dal -7,3% del brand delle fuoristrada. In crescita risulta anche la Volvo, con 22.847 registrazioni e un miglioramento del 5,1%.

Asiatici in ordine sparso. Sul fronte dei costruttori asiatici, il gruppo Hyundai cresce di appena lo 0,2% registrando 74.896 veicoli. Al contrario il gruppo Toyota subisce un calo del 2%, la Nissan del 24,3%, la Mazda del 5,4% e la Honda dell8,5%. L'unica a crescere tra i produttori giapponesi è la Mitsubishi con un +30,4%.

Il commento del Csp e dell’Unrae. "Dopo aver recuperato quasi completamente la caduta dovuta alla grande crisi iniziata nel 2008, il mercato europeo appare oggi frenato sia da fattori di carattere generale sia da aspetti specifici relativi all’automobile. Da un lato, la domanda comincia a risentire del rallentamento che sta interessando l’economia mondiale; dall’altro, le decisioni di acquisto continuano a essere frenate dalla demonizzazione del diesel che genera disorientamento e incertezza nei potenziali acquirenti che non trovano sul mercato una soluzione alternativa conveniente come il diesel in termini di costi di esercizio e di efficienza”, commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. "In sintesi, il mercato europeo dell’auto, dato il grande impegno di tutte le Case per l’auto elettrica, pare sulla soglia di una transizione epocale dalle alimentazioni tradizionali a quelle verdi, ma sembra essere entrato in una situazione di stallo. E ciò non solo per le molte incognite che riguardano questa transizione e influenzano la domanda, ma anche perché l’avvio del passaggio coincide con un nuovo rallentamento dell’economia mondiale e in particolare di quella europea”. Dall’Unrae, l’associazione italiana delle Case estere, fanno inoltre presente come nel 2019 non vadano sottovalutate le sfide che il mondo dell’auto dovrà affrontare, come la Brexit, le tariffe statunitensi sulle importazioni di auto dall’Europa e le norme stringenti sulle emissioni.


Fonte: quattroruote.it

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