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Mercato europeo
Vendite in calo a dicembre, il 2018 resta stabile




Il mercato europeo dell'auto chiude il 2018 con un calo marginale delle immatricolazioni. Sulla base dei dati dell'Acea (l'Associazione europea dei costruttori), le registrazioni annuali nell'area Ue+Efta si sono fermate a 15.624.486 unità, lo 0,04% in meno rispetto al 2017. A pesare sull'andamento della domanda sono stati soprattutto gli ultimi quattro mesi dell'anno, con l'effetto Wltp (le nuove procedure di omologazione in vigore dal 1* settembre) che ha fatto pagare un conto salato a molti produttori. Dicembre, con 1.038.984 immatricolazioni, è infatti il quarto mese di fila in contrazione: -8,7% che segue il -8,1% di novembre, il -7,4% di ottobre e il -23,4% di settembre.

Mercati principali in ordine sparso. I cinque maggiori mercati del Vecchio Continente lanciano segnali contrastanti. È la Spagna a mettere a segno la miglior performance annuale con una crescita del 7%, seguita dalla Francia con un +3%. Sostanzialmente stabile la Germania (-0,2%), mentre risultano in flessione l'Italia (-3,1%) e il Regno Unito (-6,8%). Nel solo mese di dicembre è il mercato italiano l'unico a crescere (+2%): la Spagna chiude con un calo del 3,5%, il Regno Unito del 5,5%, la Germania del 6,7% e la Francia del 14,5%.

Jeep sostiene FCA. Nella classifica dei maggiori produttori il gruppo FCA perde una posizione scendendo al quinto posto per effetto del sorpasso della BMW. Gli italo-statunitensi chiudono l'anno con 1.021.311 immatricolazioni e un calo del 2,3% nonostante il boom della Jeep. Il brand americano segna infatti una crescita del 55,6% con 108.431 registrazioni. Male la Fiat con un -8,8%, la Maserati con un -8,1% e la Lancia con un -19,8%. L'Alfa Romeo limita le perdite a un -3,4%.

Tedeschi sull'altalena. Il gruppo Volkswagen si conferma, invece, al primo posto dall'alto di 3.733.427 immatricolazioni, in crescita di appena lo 0,4% a causa dei frequenti crolli subiti negli ultimi mesi dell'anno per colpa dei ritardi nell'implementazione delle nuove procedure di omologazione. Il brand omonimo cresce comunque del 2,7%, Skoda del 3,4% e Seat del 12,8%. Perdono terreno l'Audi e la Porsche con una flessione, rispettivamente, del 12,4% e del 3,9%. Il gruppo BMW conquista il quarto posto nonostante un calo dell'1% con 1.033.221 unità registrate: sono 815.179 le vetture del marchio dell'Elica immesse sul mercato (-1,5%) e 218.042 le Mini (+1,2%). Il peggior andamento è comunque della Daimler. Con 970.187 esemplari il gruppo di Stoccarda perde il 2,3% e vede il marchio Mercedes-Benz scendere del 2,5% (871.221 unità) e la Smart migliorare i volumi di solo 12 vetture rispetto al 2017 (98.966).

Opel spinge il gruppo PSA. Alle spalle del leader tedesco si piazza il gruppo PSA, capace di mettere a segno una crescita del 32,5% e di immatricolare 2.499.522 veicoli grazie soprattutto al contributo della Opel. La Casa di Rüsselsheim assiste a un balzo del 156,2% con 884.412 immatricolazioni, ma fanno bene anche la Peugeot con un +5% e 971.437 unità e la Citroën con un tasso di crescita analogo alla sua sorella transalpina, ma con volumi inferiori (598.254). Sostanzialmente stabile la DS con 45.419 unità e un calo di appena l'1%. Il podio della top ten europea è completato dall'altro produttore francese. Il gruppo Renault immatricola infatti 1.641.156 vetture e chiude in rialzo dello 0,8% nonostante i continui crolli degli ultimi mesi dell'anno scorso. La Régie fa segnare un calo del 3,9% (971.437), mentre al Dacia sale dell'11,7% e la Lada risulta in flessione solo dello 0,1%.

Bene Volvo, male Ford. Tra le altre Case occidentali, la Ford, con 994.397 immatricolazioni, scende del 2,4%. Jaguar Land Rover piazza, invece, 214.188 veicoli e cala del 3,1% con il balzo del marchio del Giaguaro (+20,6%) annullato dal -14% del brand delle fuoristrada. In crescita risulta, invece, la Volvo, con 320.071 registrazioni (+6,1%).

Asia in ordine sparso. Sul fronte dei costruttori asiatici, il gruppo Toyota segna un miglioramento del 3,8% (+3,9% per il marchio omonimo e 2,6% per la Lexus). La Nissan perde, invece, il 12,8% e la Honda il 3,4%. Infine, le coreane Hyundai e Kia godono di una crescita, rispettivamente, del 3,9% e del 4,7%.

Il commento dell’Unrae. "Il mercato dell’auto in Europa ha tenuto il passo, all’interno di uno scenario caratterizzato da molteplici scossoni, quali il passaggio alle nuove norme Wltp di omologazione dei veicoli, le agitazioni socio-politiche, i fatti legati alla Brexit e un andamento macroeconomico in ridimensionamento”, commenta il presidente dell’Unrae, Michel Crisci. "Le prospettive per il 2019 indicate dai principali analisti europei vedono un andamento delle vendite sostanzialmente piatto, tra lo 0,6% e l’1,3% di crescita verso il 2018, ma la maggior parte dei rischi sono al ribasso e interessano in particolare le incertezze legate alla Brexit e conseguentemente gli impatti sulle vendite di nuove auto, principalmente nel Regno Unito”. “L’Italia, alle condizioni attuali e alla luce delle nuove tassazioni, non sembra poter dare il suo contributo positivo”, conclude il numero uno dell’associazione italiana delle Case estere.


Fonte: quattroruote.it



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