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Mercato europeo
A novembre immatricolazioni ancora in calo: -8,1%




Il mercato europeo dell'auto continua a frenare. Sulla base dei dati dell'Acea (l'associazione europea dei costruttori), a novembre le immatricolazioni nell’area Ue+Efta si sono fermate a 1.158.300 unità, con un calo dell’8,1%, in peggioramento rispetto al -7,4% di ottobre. L'associazione lega l'andamento negativo riscontrato tra settembre (-23,4%) e novembre all'effetto Wltp, la nuova normativa su emissioni e consumi che ha determinato il boom di agosto (+29,8%) e la successiva contrazione della domanda.

Mercati principali tutti in calo. I cinque maggiori mercati del Vecchio Continente lanciano tutti segnali negativi. È la Spagna a subire la peggior flessione con un -12,6%, seguita, nell'ordine, dalla Germania (-9,9%), dall'Italia (-6,3%), dalla Francia (-4,7%) e dal Regno Unito (-3%). Il consuntivo dei primi undici mesi, con 14.585.417 registrazioni, presenta ancora dati di crescita seppur marginale (+0,6%): con il +8% della Spagna, il +4,7% della Francia e il +0,4% della Germania a compensare la discesa dell'Italia (-3,5%) e del Regno Unito (-6,9%).

FCA in linea con il mercato. Tra i maggiori produttori sono ben pochi a riscontrare un andamento positivo. Il gruppo FCA subisce una flessione in linea con quella del mercato: -8% con 68.720 immatricolazioni. Tra i vari marchi, risultano in crescita la Jeep (+29,1%) e la Lancia (+13,8%), mentre la Fiat perde l'11,4%, l'Alfa Romeo il 47,4% e la Maserati il 17%.

Altalena tedesca. In Germania, l'andamento è decisamente differente. La Volkswagen, anche per via delle nuove procedure di omologazione, ha immatricolato 275.004 unità registrando una contrazione dell'11,3% per effetto, soprattutto, del -61,8% della Porsche e del -40,9% dell'Audi. Fa meglio la Volkswagen con una discesa di solo il 3,8%. Crescono, invece, la Seat e la Skoda con un aumento, rispettivamente, dello 0,5% e dello 0,6%. Il gruppo BMW immatricola 85.679 veicoli e fa segnare un -2,6%, con il marchio omonimo e la Mini, entrambi in calo sempre del 2,6%. Andamento positivo, invece, per la Daimler. Il gruppo di Stoccarda, con 82.892 registrazioni, cresce del 3,1% beneficiando del +4,2% della Mercedes-Benz e annullando il -6,2% della Smart.

Il gruppo PSA argina le perdite con la Citroën. Nella classifica mensile dei principali costruttori europei, il gruppo PSA si conferma al secondo posto dopo lo storico sorpasso di settembre ai danni dei tedeschi di Wolfsburg. Con 187.901 immatricolazioni, i transalpini segnano un calo del 6,1% con la Citroën a limitare le perdite a un -1,6% e gli altri marchi in flessione: -6,4% per la Peugeot, -8,1% per la Opel e -12,4% per la DS. Sempre in Francia, il gruppo Renault subisce un calo del 15,9% con 117.269 unità registrate. Il marchio principale perde il 28%, la Lada il 26,5%, mentre la Dacia sale del 14,3%.

Bene Volvo e le inglesi. Tra le altre Case occidentali, la Ford, con 72.783 immatricolazioni, scende dell'8,4%. Jaguar Land Rover piazza, invece, 18.124 veicoli e sale del 7,1% con il marchio del giaguaro (+45,8%) ad annullare il -9,45 del brand dei fuoristrada. In crescita risulta anche la Volvo, grazie a 27.758 registrazioni (+11,7%).

Asia in ordine sparso. Sul fronte dei costruttori asiatici, il gruppo Toyota segna un miglioramento del 2,8% (+3,5% per il marchio omonimo e -6,1% per la Lexus). La Nissan perde, invece, il 28% e la Honda il 13,6%. Infine, le coreane Hyundai e Kia assistono a una contrazione, rispettivamente, del 5,3% e dello 0,8%.

I commenti del Csp e dell'Unrae. Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, i numeri di novembre sono dovuti essenzialmente a tre fattori: l’entrata in vigore del nuovo sistema di omologazione Wltp, che sta ancora determinando per alcune case una carenza di prodotto; il quadro economico della zona euro, in contrazione per l’incertezza delle politiche commerciali e l’andamento dei mercati finanziari a livello globale; e la demonizzazione del diesel, che sta determinando un rallentamento nelle decisioni del pubblico (con effetti negativi anche per l’ambiente). Dello stesso avviso è l'Unrae, l'associazione italiana delle case estere, che torna sulla questione dell'ecotassa lanciando un nuovo grido di allarme. "Come altre associazioni della filiera siamo preoccupati per le conseguenze che il "malus" potrebbe avere sul mercato dell’auto - afferma il direttore generale Romano Valente - Auspichiamo che la politica nazionale sia indirizzata verso una mobilità a basse emissioni, sostenendo, non secondariamente, anche l’infrastrutturazione".


Fonte: quattroruote.it

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