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Dall’Alfa Romeo 1900 alla vecchia Giulia
Volanti, Pantere e Gazzelle indimenticabili

Al Museo della Polizia di Roma, ci si ritrova in un’epoca ruggente dell’auto tutta italiana




Avevamo sentito una fitta al cuore vedendo, per la prima volta, l’azzurro e il blu di Polizia e Carabinieri su un’auto straniera. Ma come? BMW, Volvo, Audi, Subaru... Non si poteva comprare italiano? Per un briciolo di patriottismo, per la tradizione del Biscione o forse, chissà, per non dare nell’occhio? Oggi è tutta acqua passata, le spiegazioni sono (più o meno) arrivate, un presidente del Consiglio è sceso e salito per vent’anni dalle sue Audi e Mercedes, il cuore ha smesso di dolere. Poi è arrivata la riscossa (un po’ folle, ammettiamolo) delle italo-tedesche Lamborghini, le Giulia del terzo millennio, che – speriamo – diventeranno una nuova bandiera. Ma se si fanno quattro passi indietro, o se ci si avventura, una mattina (il pomeriggio è chiuso), al Museo della Polizia a via dell’Arcadia, a Roma, ci si ritrova in un’epoca ruggente dell’auto tutta italiana e si capisce perché il matrimonio Alfa-Forze dell’Ordine sia stata un’unione davvero felice. E poi, Alfa a parte, ci sono anche alcune sorprese.

È stata la prima Alfa costruita in grande serie (oltre 17.000 esemplari prodotti tra il 1950 e il ’59). Sognata dalla borghesia, era un vero lusso nelle mani degli agenti.


Fonte: motori.corrier,it

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