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Riapre il Museo dell’Automobile di Torino - 15/03/2011
Carlitos



L’inaugurazione ufficiale avverrà il 19 marzo 2011 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e in occasione dei festeggiamenti per il 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia, dopo che è rimasto chiuso per quattro anni (dal 10 aprile 2007) per lavori di ristrutturazione e ampliamento degli spazi espositivi.
Il Museo dell’Automobile di Torino, nato nel 1932 grazie per voelre di Carlo Biscaretti di Ruffia, è sviluppato oggi su una superficie di 19.000 mq , quasi doppia rispetto e ospita quasi 200 automobili originali di ben 80 case diverse, con pezzi unici che coprono un periodo che va dal 1769, con le prime macchine a vapore, al 2006. Si tratta quindi di una delle collezioni più rare ed interessanti esistenti.
La ristrutturazione architettonica è stata curata dall’architetto Cino Zucchi, mentre le scenografie dello spazio espositivo sono opera dello scenografo François Confino. Il risultato da al Museo torinese un aspetto avveniristico e moderno, all’altezza dei migliori Musei internazionali dell’automobile.

I lavori di ristrutturazione e ammodernamento hanno richiesto un investimento di 33 milioni di euro, ed è stato mantenuto un grande equilibrio tra le parti nuove e quelle originali, creando quindi un legame di continuità tra passato e presente.

La presidenza del Museo è affidata al Presidente Giuseppe Alberto Zunino, coadiuvato dal Vice Presidente Fiorenzo Alfieri e dal Direttore Rodolfo Gaffino Rossi, nostro socio onorario.
La visita al Museo parte dal secondo piano dell’edificio che è dedicato al tema “L’automobile e il Novecento”, si prosegue scendendo al primo piano, dove il tema è: “L’uomo e l’automobile” e si possono conoscere gli aspetti sociali e ambientali legati all’espansione della mobilità automobilistica. La visita si chiude con l’ultimo spazio intitolato ‘L’automobile e il design’.
“Le auto della collezione vengono ‘messe in scena’ con una serie di effetti speciali che rendono l’esposizione emozionante e interattiva”.
Alla ristrutturazione hanno contribuito la Regione Piemonte, il Comune e la Provincia di Torino, oltre all’Aci, la Fondazione Crt, la Compagnia di Sanpaolo, la Camera di commercio torinese, mentre la Reale Mutua ha finanziato l’informatizzazione della biblioteca. Infine la Fiat ha donato vari modelli e una storica catena di montaggio della Fiat 500”.





Il punto di vista di Carlitos
Indubbiamente la riapertura di questo museo rappresenta non solo un ulteriore, importante polo di attrazione turistica per la città di Torino, ma un arricchimento culturale per tutta l’Italia e non è casuale che l’inaugurazione cada proprio nei giorni del 150° anniversario dell’unità d’Italia nella città che è stata la prima nostra capitale.
Il Museo è molto attraente e moderno, oltre ad avere auto di gran pregio, che hanno segnato la storia dell’automobilismo. In Italia poi sono molti i musei dedicati all’automobile e non potrebbe essere altrimenti, perché gli italiani si sono distinti nei secoli, millenni direi, non solo per le opere d’arte e i monumenti, di cui deteniamo oltre il 50% del patrimonio mondiale, ma anche per aver scritto molte delle pagine più belle dell’automobilismo mondiale. Poche nazioni possono vantare il nostro palmares e nessuna si è distinta come noi nello stile. E’ indubbio che le vetture più belle, anche quelle straniere, sono uscite dalle matite dei nostri stilisti.
E’ quindi apprezzabile quanto è stato fatto a Torino, tuttavia c’è un paradosso inspiegabile. I Musei di marca in Italia sono l’eccezione e non esiste un Museo Fiat, Lancia e Alfa Romeo … in realtà questo esiste dal 1976, si trova ad Arese ed è, sarebbe uno dei più preziosi al mondo, non solo per valore economico, stimato in circa 60 milioni di euro, ma per le bellissime 130 vetture esposte, anche se ce ne sono altrettante chiuse nel cavò. Purtroppo la Fiat sta assumendo un ruolo ambiguo, mentre dovrebbe essere la prima a promuovere i suoi prodotti, anche grazie alla storia unica e irripetibile dei tre marchi sopracitati.
Il Museo storico di Arese è chiuso ufficialmente per lavori dal 7 febbraio, una settimana dopo che i Beni Culturali hanno posto il vincolo sull’area dell’ex fabbrica dell’Alfa Romeo, in cui sono compresi il Museo, l’Archivio storico, il Centro Direzionale e l’ex Centro Stile, recentemente spostato a Torino.
Ad oggi nessun operaio è però entrato nel Museo, ne potrebbe senza l’autorizzazione ministeriale, così come non si possono spostare, ne tantomeno vendere le vetture contenute all’interno.
Sul vincolo pende la spada di Damocle del possibile ricorso al TAR che la Fiat potrebbe presentare entro la fine del mese. Questi sono i fatti e da tempo associazioni spontanee di appassionati Comitato Amici del Museo Alfa Romeo di Arese si tanno adoperando affinchè la Fiat non solo non chiuda definitivamente il Museo, ma che lo ristrutturi e lo valorizzi.
Sembra superfluo dire che questo Museo, se ammodernato e fornito di strutture e servizi adeguati, non solo accrescerà notevolmente l’immagine del marchio, ma invierebbe un segnale concreto di rinascita al mondo e anche a Piech (A.D. di Volkswagen), nonché di volontà di riportare l’Alfa Romeo al posto che merita, specie nel 150° anniversario dell’unità d’Italia.
I musei poi se ben fatti, curati e sviluppati, sono fonte di guadagno, ma questo in Italia non sembra essere recepito, da noi i Musei e le opere d’arte sembrano essere solo una spesa inutile.
La speranza è che Marchionne ci ripensi e che decida di investire, anche in questo periodo critico, in un valore aggiunto che gli altri costruttori non hanno. Certamente ci vuole il prodotto, perché la storia da sola non si vende nel campo automobilistico e un Museo dell’Alfa Romeo che ha chiuso i battenti, sarebbe un Museo morto, per quanto bello e per definizione, un Museo dell’automobile e quello dell’Alfa Romeo in particolare non può essere tale e soprattutto non può mancare tra i Musei del mondo.









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